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Tra policy e strategie aziendali “la sostenibilità corre veloce”


“Siamo consapevoli di quanto la sfida della sostenibilità sia importante per la resilienza e il futuro dell’industria, non solo a livello locale, ma anche nazionale e internazionale. È una sfida che abbiamo raccolto da tempo; non è mai stato un tema di nicchia o collaterale all’attività economica. Per noi occuparsi di sostenibilità non è nemmeno una scelta, è la naturale conseguenza di essere imprenditori moderni e al passo con le sfide del presente”. È così che Giorgia Munari, Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese ha introdotto il primo appuntamento di un nuovo ciclo di incontri dal titolo “Le frontiere della sostenibilità”, organizzato dal Movimento insieme all’Area Innovazione di Univa. Lo scopo: accompagnare le aziende in un percorso di transizione verso una manifattura green.

Il quadro legislativo sia nazionale che europeo, la sostenibilità nelle strategie aziendali e le testimonianze di percorsi imprenditoriali verso la transizione ecologica e sociale. È ciò di cui si è trattato in questo primo evento di avvio dedicato allo specifico tema “Dalle policy alle strategie aziendali”. “A volte saranno in presenza e a volte digitali, ma tutti avranno un taglio semplice e pratico, attraverso i racconti e gli esempi concreti delle imprese che hanno intrapreso un percorso di transizione a tre dimensioni: ambientale, sociale e finanziaria. Nei prossimi incontri verranno affrontate anche tematiche come la comunicazione e la misurazione della sostenibilità, l’economia circolare e, ancora, la chiusura dei cicli e la bioeconomia, per poi fare anche un excursus su Cop26, la Conferenza dell’ONU sul clima, che si terrà a Glasgow a novembre. Nel progettare il percorso siamo partiti proprio dal cambiamento climatico, dalla pandemia e dalla ricomposizione delle filiere. La sostenibilità corre veloce e alle aziende è richiesto di reagire, facendo di questa tematica una leva di sviluppo e competitività” ha affermato Luisa Minoli, responsabile dell’Area Ricerca, Innovazione e Qualità dell’Unione.

La serie di appuntamenti è una delle tante iniziative intraprese sul fronte della sostenibilità dal Gruppo Giovani Imprenditori di Univa, che, come ha chiarito la Presidente Munari, “presidia anche su tavoli di discussione internazionali. GGI ha recentemente guidato uno dei gruppi di lavoro del prossimo World Manufacturing Forum, l’evento annuale sul futuro dell’economia manifatturiera, che si terrà a Cernobbio il 20 e il 21 ottobre. Un’occasione in cui ci siamo confrontati con enti nazionali e internazionali, per una contaminazione di pensieri e idee su come far prosperare la giovane imprenditoria nel difficile periodo post-Covid. Due i principali driver di sviluppo, che possono portare a vere e proprie innovazioni operative e di prodotto: digitalizzazione e sostenibilità”. Ma la sostenibilità non è una corsa solitaria della singola impresa. Come ha continuato la Presidente Munari, “centrale è la creazione di una progettualità in grado di dar vita a reti di collaborazione tra le aziende del territorio. Univa e Univa Servizi stanno collaborando su queste tematiche, ad esempio, con uno spin-off della Scuola Sant’Anna di Pisa”.

L’impegno sul fronte della sostenibilità e dell’economia circolare di Univa va oltre i confini del territorio varesino e lo dimostra anche la partecipazione a due progetti Europei: il progetto cross-settoriale Life M3P per la valorizzazione degli scarti industriali e il progetto Interreg ENTeR per la gestione degli scarti tessili. “È più che evidente l’obiettivo di Univa nel sostenere le aziende e le loro strade volte alla sostenibilità” ha esordito Barbara Cimmino, CSR Director di Inticom, l’azienda familiare, nata nel 2001, da cui sono nati i marchi Carpisa e Yamamay. Basti pensare alla recente linea di costumi di Yamamay, la Edit, il cui livello di circolarità è stato misurato grazie al supporto di Univa Servizi e la partnership con Ergo, spin-off della Scuola Sant’Anna di Pisa. Ma l’attenzione dell’azienda alla sostenibilità ha radici più profonde. “Il nostro percorso di sostenibilità nasce già dai primi anni di vita dell’impresa, con l’obiettivo di ridurre gli impatti di produzione nell’ambiente e restituire molto nell’ambito sociale – ha spiegato la CSR Director -. Gli ultimi due anni, a partire dalla fase pre-pandemica, invece, hanno virato l’orientamento dell’attività nell’ambito relazionale, la vicinanza maggiore al mercato ha mostrato l’importanza del fare insieme e del fare comunità. Da parte del cliente è evidente che stia avvenendo un deciso cambiamento nel comportamento d’acquisto. A mostrare la sostanza di questa transizione, che deve essere misurabile e sostenibile a sua volta, sono e saranno i bilanci”.

Il punto di vista delle aziende è in grande evoluzione così come lo sono le policy volte alla sostenibilità, ma quali sono le vie possibili che le imprese possono percorrere? Ha parlato di vantaggi e strategie per il management aziendale, per integrare in azienda le opportunità di sviluppo connesse alla sostenibilità, il professore Fabio Iraldo, del Laboratorio SuM (Sustainability Management) dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna e dell’Università Bocconi: “Siamo in un momento cruciale, in cui le strategie di sostenibilità dovrebbero maturare in un sistema economico italiano più competitivo, dove, da un lato, ci sono i clienti con un diverso approccio ai consumi e ai modelli di produzione e dall’altro, i produttori consapevoli di questo cambiamento e disposti a investire per mettere sul mercato un’offerta più sostenibile. Negli ultimi tempi abbiamo supportato percorsi di decarbonizzazione in tutti i settori; dalla filiera del caffè e dello zucchero al fashion. Molte strategie aziendali lavorano sulla decarbonizzazione, e precisamente sulla progressiva riduzione delle fonti fossili come alimento energetico, ma sono molteplici le linee attuabili in tema di sostenibilità per mettere in atto una riduzione dei rischi, l’aumento dell’efficienza aziendale, la riduzione dei costi di produzione e la produzione di un vantaggio competitivo anche a livello economico”.

Green Deal, tassonomia, decarbonizzazione, pacchetto Clima/Fit for 55, contrasto dell’inquinamento e risorse. “Ambiziosi obiettivi di cui, però, bisogna fare attenzione alle conseguenze e ai rischi aziendali come le delocalizzazioni” ha sottolineato l’avvocato Marco Ravazzolo dell’Area Politiche Industriali di Confindustria. Insomma, luci e ombre sulle riforme in via di attuazione in merito alla sostenibilità: “In Italia abbiamo procedure troppo lunghe, incompatibili con i tempi che ci vengono dall’Europa; un meccanismo che consentirà alle imprese di procedere con più facilità nelle opere volte alla sostenibilità è quello dato dal decreto dedicato alle semplificazioni. Confindustria sta spingendo per potenziare le competenze sul fronte digitale ed ecologico. Sono questi i driver di politica industriale”. E per quanto riguarda la disponibilità dei clienti a pagare di più un prodotto sostenibile, ha aggiunto: “Confindustria preme affinché venga imposta un’Iva agevolata, ad esempio sui prodotti circolari. Vi è la necessità di lavorare sulla normativa, sull’ordinamento giuridico, sull’innovazione tecnologica, sugli appalti verdi e supportare la creazione della domanda”.

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