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Obiettivo 330 milioni di investimenti per la Varese 4.0


“La difesa dei nostri primati industriali passa dal traghettamento verso il digitale delle imprese. E per stare al passo degli ambiziosi progetti di Industria 4.0 dei nostri competitor tedeschi e francesi dobbiamo investire nei prossimi anni più di 330 milioni di euro”. È questa l’asticella che pone al sistema produttivo locale il Presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, Riccardo Comerio. L’Industria 4.0 è stata la protagonista della conferenza stampa di inizio anno di Univa. Obiettivo: proiettare lo sguardo verso il prossimo futuro, per mantenere, e se possibile migliorare, la posizione che vede ancora oggi il Varesotto come 11esima area manifatturiera d’Europa. Un piazzamento che non può essere dato per scontato, secondo Comerio.

I fronti competitivi

“L’Italia manifatturiera e, con essa, i territori a maggiore vocazione industriale come la provincia di Varese, sono schiacciati, in questa fase storica, da due fronti competitivi europei che premono sul nostro futuro. Da una parte l’obiettivo della Germania di preservare i propri primati produttivi facendo dello sviluppo dell’Industria 4.0 una priorità nazionale. Dall’altra c’è la terza forza manifatturiera d’Europa, la Francia, che vorrebbe prendere il posto del nostro Paese al secondo gradino del podio, facendo leva sempre sulla digitalizzazione delle imprese”.
Secondo Boston Consulting Group nei prossimi anni l’investimento complessivo del Sistema-Paese tedesco nell’Industria 4.0 sarà pari ad una forchetta che va dall’1 all’1,5% del fatturato delle aziende manifatturiere. “Ecco, partiamo da qui. Da questo benchmark di riferimento”, ha commentato il Presidente dell’Unione Industriali, facendo al sistema produttivo locale una domanda: “Cosa vorrebbe dire se la provincia di Varese si ponesse lo stesso obiettivo dei nostri concorrenti tedeschi?” Quello proposto da Comerio per rispondere alle esigenze innovative di cui ha bisogno l’industria varesina non è un modello econometrico. Il Presidente di Univa lo chiarisce subito. Semmai si tratta di dar vita a “un esercizio che sia in grado di piantare dei paletti che ci permettano di ancorare al territorio dei concetti che altrimenti rischiano di rimanere nel limbo del ragionamento astratto”. Tradotto in termini numerici? Cosa vorrebbe dire per le aziende all’ombra delle Prealpi investire tra l’1% e l’1,5% del proprio fatturato nell’industria 4.0?

L'obiettivo

“Traslato sul nostro territorio il sistema produttivo locale per tenere il passo digitale della concorrenza tedesca sarebbe chiamato a investire dai 223 ai 336 milioni di euro”. Sarà forse un caso, ha poi aggiunto subito Comerio, ma se poniamo l’asticella dei nostri obiettivi sulla punta più alta di questo range (336 milioni di investimenti, appunto), “la cifra corrisponde esattamente alle risorse che il Varesotto avrebbe ben diritto ad ambire se ci impegnassimo a portare sul territorio una percentuale di quei 13 miliardi stanziati dal Governo con il Piano Nazionale Industria 4.0 proporzionale alla quota di fatturato delle imprese della nostra provincia sul totale italiano”. Come dire: il dado è tratto. L’obiettivo, da oggi al 2020, fissato.




Focus investimenti

Ma qui entra in gioco la finanza d’impresa. Il nodo delle risorse si fa sempre più stretto, così come l’accesso al credito. Gli impieghi del sistema bancario tra le imprese del territorio è in calo: si è passati dai 9,1 miliardi di giugno 2016 agli 8,8 miliardi di ottobre (ultimo dato disponibile). “Di fronte a questi trend è evidente che la salita verso il 4.0 può diventare meno ardua solo se la sfida tecnologica verrà affiancata anche da  un’innovazione della finanza d’impresa”. Meno banca e più mercato, è il leit motiv che da tempo l’Unione Industriali porta avanti: “Ciò non vuol dire - ha precisato Comerio - che la banca vada dimenticata, anzi, si possono costruire percorsi condivisi per un mercato sempre più finanziario e un po’ meno creditizio”. Minibond, bond di distretto, allargamento al private equity, la creazione di sportelli che agevolino l’accesso delle imprese verso il Progetto Elite di Borsa Italiana. “Tutte iniziative che come Unione Industriali abbiamo già avviato e che continueremo a portare avanti per sostenere la voglia di investire delle imprese”.
Una voglia che non è diminuita secondo alcuni dati raccolti dall’Ufficio Studi dell’Unione Industriali. Da un’analisi svolta su un campione ristretto, ma rappresentativo del sistema produttivo del Varesotto, è infatti emerso che il 72% delle imprese nel 2016 ha investito. Il 38% lo ha fatto per una quota tra l’1 e il 3% del fatturato, il 52% tra il 4 e il 10%, mentre il 10% è andato oltre la soglia del 10%.

Fattore Lavoro

Ma investire, è il ragionamento proposto da Riccardo Comerio, non vuol dire solo implementare nuove tecnologie: “Col digitale siamo chiamati ad essere imprese nuove, consumatori nuovi, ma anche lavoratori nuovi, non solo nelle competenze”. Questo vuol dire, secondo il Presidente degli industriali del Varesotto, che la transizione verso un’impresa sempre più 4.0 sta spostando il baricentro delle relazioni industriali: “Dall’attenzione al mero fattore economico, al fattore persona”. L’esempio da seguire, per Comerio, è il nuovo Contratto Nazionale dei metalmeccanici “che l’Unione Industriali considera un modello a cui rifarsi anche in altri settori”. Soprattutto su un punto: la ricchezza va distribuita là dove si crea. “Nelle imprese”. Tra le realtà associate all’Unione Industriali quelle che hanno siglato nel 2016 accordi per premi aziendali di risultato sono state 35, con un coinvolgimento di 5mila lavoratori. L’auspicio di Comerio è di incrementare questi numeri: “Dobbiamo dare applicazione a quell’accordo territoriale siglato coi Sindacati che ci permetterà di estendere anche alle Pmi e a tutte le aziende prive di Rsu, associate e non, i benefici dell’ampliamento dei vantaggi sui premi di risultato previsti nell’ultima Legge di Bilancio. Anche questa è, per noi, Industria 4.0”.

Varese Digital Evolution

Per la digitalizzazione di imprese e territorio l’Unione Industriali, ha rassicurato Riccardo Comerio, farà la propria parte. Da qui l’annuncio del progetto “Varese Digital Evolution” che ha l’obiettivo di “contribuire a formare una strategia digitale locale, con una road map per passare dalle parole ai fatti”.
Tre le linee di azione:
  • L’azione nei confronti delle imprese. Su cui l’Unione Industriali agirà su tre livelli. Il primo è quello di portare avanti workshop mirati con la presenza di testimonianze aziendali e visite on site. Il secondo farà leva sui singoli Gruppi merceologici per adattare l’Industria 4.0 ai diversi contesti produttivi, individuando delle imprese best practice in grado di portare la loro esperienza su dei tavoli dove avviare progetti condivisi di settore. Il terzo livello è stato così spiegato da Comerio: “Daremo corpo a progetti specifici per singoli settori in grado di aumentare la visibilità commerciale digitale delle imprese varesine e incrementare anche la capacità di penetrazione commerciale sul web delle stesse”.
  • L’azione nei confronti del territorio. L’idea, in questo caso, è di strutturare degli incontri nelle più importanti città della provincia in sedi non istituzionali, aperti a tutta la cittadinanza e in particolare alle scuole. Questo perché, secondo Comerio, “le grandi trasformazioni socio-economiche in atto impongono all'Unione di assumere un ruolo proattivo nei confronti non solo del sistema delle imprese ma anche verso il territorio in maniera più allargata e generalizzata”.
  • L’azione interna a Univa. “Se vogliamo fare dell’Unione Industriali una guida alla digitalizzazione delle imprese e del territorio - ha spiegato Comerio - dobbiamo, però, essere i primi a rimetterci in discussione, i primi a dare il buon esempio”. Come? In primo luogo dando vita ad un’integrata strategia di comunicazione digitale sui temi dell’Industria 4.0 a cui si lega il lancio, avvenuto proprio durante la conferenza stampa, del nuovo sito www.univa.va.it. Secondo step: “Dotare l'Associazione di quelle competenze trasversali in grado di essere di supporto alle imprese sulla trasformazione digitale e di fare dell'Unione un attore per il territorio all’interno dei Digital Innovation Hub e dei Competence Center, a cui il ‘Piano Nazione Industria 4.0’ attribuisce un ruolo di guida nella trasformazione digitale della nostra economia”.

Varese, 6 febbraio 2017







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