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Il 52% della manifattura varesina investe nell’industria 4.0


Le imprese di Varese tornano a investire e dichiarano la loro volontà di farlo anche per i prossimi mesi. La spinta all’innovazione a cui si assiste nel sistema produttivo del Varesotto è stata registrata da un’indagine sugli investimenti svolta dall’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese.

INDAGINE INVESTIMENTI

Risultato: su un campione di 120 imprese intervistate il 74% ha dichiarato di aver fatto almeno un investimento produttivo nel corso del 2017. Di più: il 45% delle aziende ha dichiarato non solo di aver investito, ma di averlo fatto mettendo sul piatto risorse maggiori rispetto a quelle del 2016. Nel 45% dei casi si è trattato di un’operazione di sostituzione o ammodernamento degli impianti, nel 31% di ampliamento della capacità produttive e nel 22% di entrambi i casi messi assieme. Per quanto riguarda una stima dei livelli, il 46% delle imprese ha dichiarato di aver investito una quota tra l’1 e il 3% del proprio fatturato, mentre il 42% una quota tra il 4 e il 10%. Le imprese che, invece, hanno superato la soglia del 10% del fatturato è stata pari al 10%.
Un trend dunque positivo che, stando alle previsioni, dovrebbe continuare per tutto il 2018. È del 66%, infatti, la fetta del campione di imprese che dichiara di voler investire anche durante i prossimi mesi.

IL FOCUS SUGLI INVESTIMENTI 4.0

A far da traino a questo andamento positivo è, a quanto pare, il Piano Nazionale Industria 4.0, avviato a inizio 2017. A dirlo sono sempre i numeri dell’Ufficio Studi Univa che, nello svolgere l’indagine sugli investimenti, ha dedicato un focus proprio a quelli che sono stati impostati dalle imprese per la digitalizzazione delle proprie fabbriche. Tra il campione consultato le imprese che hanno utilizzato almeno uno strumento di incentivo legato al Piano Industria 4.0 hanno rappresentato il 52%. “Di queste imprese, quasi tutte – si legge nelle slide dell’Ufficio Studi degli industriali varesini – hanno dichiarato di aver utilizzato un solo strumento, mentre il 32% di coloro che hanno utilizzato almeno una misura 4.0, ha optato per 2 o 3 strumenti”. Quali sono quelli che piacciono di più? Il 25% delle imprese ha utilizzato il credito d’imposta in ricerca e sviluppo, per un valore incrementale di spesa inferiore ai 100mila euro rispetto al triennio 2012-2014. Il 23% delle imprese del campione ha utilizzato la Nuova Sabatini, con una predominanza di investimenti superiori agli 80mila euro. Il 20% è ricorso all’iper-ammortamento, con investimenti concentrati per lo più tra i 100mila e i 500mila euro. Solo il 4% del campione ha invece utilizzato il Patent Box.
E per il futuro? Anche in questo caso il clima di fiducia è positivo. Il 58% delle imprese dichiara di voler fare nel 2018 un investimento in industria 4.0, ricorrendo ad almeno uno degli strumenti messi a disposizione del Piano Nazionale. La maggior parte, il 37%, lo farà ricorrendo all’iper-ammortamento. Il 31% utilizzerà il credito d’imposta, mentre l’11% cercherà di accedere alla Nuova Sabatini.


                                     



IL BILANCIO POSITIVO

“La ripresa degli investimenti, pre-condizione per una crescita strutturale e, in prospettiva, occupazionale, sul nostro territorio è in atto”, commenta il Presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, Riccardo Comerio, che continua: “Il Piano Nazionale Industria 4.0 è efficace. Piace alle imprese. E piace in primo luogo perché finalmente possiamo contare su una politica industriale degna di questo nome e di medio periodo. E poi perché è di facile accesso, immediatamente comprensibile e con obiettivi mirati su un aspetto preciso: la digitalizzazione della manifattura italiana”. Solo un anno fa, all’inizio del 2017, il Presidente Comerio aveva lanciato una sfida al sistema produttivo locale: “Per stare al passo della sfida digitale le nostre imprese, tra il 2017 e il 2020, dovranno investire nell’industria 4.0 risorse per 330 milioni di euro”. Una cifra a cui l’Unione Industriali era arrivata ponendosi due domande: quanto dovrebbe investire l’industria varesina nel periodo 2017-2020 per stare al passo dei propri competitor europei nella sfida della digitalizzazione dei processi produttivi, a cui l’industria tedesca dedicherà almeno l’1% del proprio fatturato?  Quanto dei 13 miliardi di euro stanziati dal Governo con l’avvio del Piano Nazionale Industria 4.0 le imprese del Varesotto avrebbero diritto ad ambire, sulla base del peso rappresentato dal valore aggiunto prodotto rispetto al totale italiano? Le risposte ad entrambe le domande convergevano su una cifra: 330 milioni, appunto.  E stando alle rilevazioni dell’Ufficio Studi Univa, secondo Comerio, il bilancio del primo anno è positivo: “Siamo sulla strada giusta”.

LA NUOVA SABATINI A VARESE

Un dato puntuale su quanto le imprese di Varese abbiano fino ad oggi investito per la digitalizzazione non è disponibile, ma i sondaggi e le proiezioni, secondo il Presidente dell’Unione Industriali, parlano chiaro. E poi c’è un numero, questo sì preciso e assoluto, seppur parziale rispetto a tutte le agevolazioni messe in campo dal piano nazionale, che può far da termometro attendibile su quanto stia avvenendo almeno tra le Pmi: quello della Nuova Sabatini, che prevede anche contributi specifici e maggiorati per l’industria 4.0 (la cosiddetta Sabatini 4.0). Secondo i dati di MedioCredito Centrale la Nuova Sabatini, nel Varesotto, tra gennaio e dicembre dell’anno scorso, ha registrato un aumento delle operazioni del 35,9% (53 operazioni totali) e un incremento ancor più consistente dell’importo del finanziamento accolto: +60,6%, per un valore assoluto che sfiora i 20 milioni di euro (19,9 milioni per l’esattezza).
Il dato varesino della Nuova Sabatini, sul totale italiano (992,3 milioni di euro), si ritaglia una quota in linea con le proiezioni che venivano fatte un anno fa dall’Unione Industriali. Esso, infatti, supera il 2% del dato nazionale, così come la percentuale di valore aggiunto che l’industria del Varesotto produce a beneficio dell’economia del Paese. Una considerazione, quella su cui pone l’accento lo stesso Presidente Comerio, da affiancare al fatto che, stando al campione sondato dall’Ufficio Studi, la Nuova Sabatini, in confronto agli altri strumenti del Piano Nazionale Industria 4.0, è stata utilizzata dal 23% delle imprese del territorio. Con una proiezione il cerchio, insomma, si chiude. I conti sembrano tornare e la quota di 330 milioni di investimenti da raggiungere entro il 2020, non solo è alla portata, ma è una meta verso cui l’industria varesina si è avviata. Tanto che il Presidente dell’Unione Industriali chiosa: “I dati dimostrano che è in atto un’inversione di tendenza e un aumento di fiducia nel futuro da parte delle imprese e degli imprenditori. Ci attestiamo sui livelli che ci eravamo prefissati e necessari per tenere il passo del manifatturiero contemporaneo”.

LIVELLI PRODUTTIVI IN CRESCITA

La situazione nell’industria varesina è positiva non solo sul fronte investimenti, ma anche su quello della produzione. Stando all’Indagine Congiunturale dell’Ufficio Studi Univa sul quarto trimestre 2017, l’anno si è chiuso con il 69% delle imprese che registrava livelli produttivi in aumento rispetto alla rilevazione sui tre mesi precedenti. Nel 24% sono stati stabili. Mentre solo il 7% ha dichiarato un calo. Uno scenario trasversale che ha caratterizzato tutti i principali settori manifatturieri del Varesotto: meccanica (+56,4 il saldo delle risposte positive su quelle negative), tessile e abbigliamento (con un saldo di +35,1), gomma e materie plastiche (+87,1) e chimico farmaceutico (in cui tutte le aziende sondate sono in crescita). A fare il paio è anche il trend delle varie Casse Integrazioni Guadagni. Tra Ordinaria, Straordinaria e in Deroga il totale porta a livelli che nel 2017 sono stati inferiori del 45,9% rispetto al 2016.
“Insomma, le cose cominciano a funzionare”, chiosa ancora il Presidente dell’Unione Industriali, Riccardo Comerio.

Per saperne di più:


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