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SEZIONI

III trimestre 2018: rallentamento congiunturale dell’industria varesina


L’indagine congiunturale dell’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese relativa al terzo trimestre mostra un rallentamento nei livelli produttivi rispetto alla rilevazione precedente,  che riflette la minor dinamicità tipica del periodo estivo e il calo osservato anche a livello nazionale. Gli ordinativi hanno un andamento diversificato e le previsioni a breve indicano un recupero fisiologico per la chiusura d’anno rispetto alla flessione del trimestre estivo, ma l’incertezza economica pone delle cautele per i prossimi mesi.  

Produzione

Sotto il profilo della produzione, nel terzo trimestre 2018 il 37% delle imprese intervistate ha dichiarato livelli produttivi in peggioramento rispetto alla rilevazione precedente, 10% in crescita e il 53% stabili. Questa dinamica porta ad un saldo complessivo nelle risposte delle imprese intervistate (calcolato come differenza tra le segnalazioni di aumento e di riduzione nei livelli produttivi) negativo pari a -27. Il rallentamento registrato è in parte fisiologico, legato al trimestre estivo che per sua natura appare meno dinamico, ed in parte riflette il calo nella produzione industriale a livello nazionale. Le previsioni a breve per la chiusura d’anno sono improntate ad un recupero fisiologico nella produzione, anche se sono caratterizzate da una elevata incertezza dovuta all’instabilità dello scenario economico attuale. La maggior parte delle imprese analizzate (il 51%) si aspetta per il prossimo trimestre una stabilizzazione della produzione e il 34% un recupero, a fronte del 15% che si attende una riduzione.
Il grado di utilizzo degli impianti è stato pari all’81,2%.

Ordini

La dinamica del portafoglio ordini mostra un andamento diversificato e le imprese intervistate si dividono tra coloro che hanno registrato una crescita degli ordinativi complessivi (28%), una riduzione (36%) e una stabilizzazione (36%).

Mercato del Lavoro

Nel terzo trimestre 2018 sono state autorizzate 649.423 ore di cassa integrazione guadagni ordinaria nel comparto industriale, in riduzione sia rispetto al trimestre precedente (-8,6%), che allo stesso periodo del 2017 (-16,8%). Complessivamente, nel periodo gennaio-settembre 2018, sono state autorizzate in totale, tra ordinaria, straordinaria e deroga, 4.634.429 ore di cassa integrazione nel comparto industriale, in aumento del 5,1% rispetto alle ore autorizzate nei primi nove mesi dello scorso anno. L’incremento registrato è dovuto alle ore autorizzate di cassa integrazione straordinaria (in crescita del +21,2%), mentre risultano in calo quelle di cassa ordinaria (-4,9%) e non risultano ore di cassa in deroga. (Per maggiori dettagli leggi anche “Andamento Cassa Integrazione Guadagni”).

Mercati Esteri

Gli ultimi dati provvisori disponibili sul commercio estero varesino, relativi al primo semestre 2018, confermano una crescita dei flussi commerciali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’export della provincia ha infatti registrato una crescita del 10,3%, raggiungendo i 5,4 miliardi di euro; è aumentato anche l’import, segnando un +8,2% (sempre rispetto al primo semestre 2017) e raggiungendo i circa 3,3 miliardi di euro. Queste dinamiche hanno portato ad un saldo commerciale positivo (+2,1 miliardi di euro) ed in crescita rispetto al primo semestre del 2017 (+13,8%). A livello di composizione settoriale, rispetto al primo semestre del 2017, tutti i principali settori dell’economia del varesotto hanno registrato un incremento delle esportazioni.
Riguardo i mercati di riferimento, l’Unione Europea (UE28) si è confermata la prima area di destinazione delle merci varesine con un export in aumento del 14,6%. Variazioni degne di nota sono state registrate anche verso l’Asia Orientale (+25,7%), gli altri paesi europei non UE (+10,9%) e l’Oceania (che ha visto quasi raddoppiare l’export). Tra i paesi, la Germania e la Francia hanno riguadagnato rispettivamente un primo ed un secondo posto nella classifica dei mercati di destinazione dei prodotti varesini. La Polonia continua a segnalare un tasso di crescita molto elevato (con un export triplicato rispetto al primo semestre dello scorso anno), sebbene l’effetto determinato in parte da alcune consegne legate al settore aerospaziale, e registrato nel trimestre precedente, si sia parzialmente esaurito. Fuori dall’UE, la Cina ha registrato un tasso di crescita a doppia cifra (+27%). Considerevole è stata anche la crescita dell’export registrato verso la Russia (+27,6%) e l’Australia (circa raddoppiato), sebbene questi mercati siano fuori dalla classifica delle prime dieci destinazioni dei prodotti varesini. (Per maggiori dettagli leggi anche “Commercio estero varesino”).

Il commento del Presidente di Univa, Riccardo Comerio

"Varese e l’Italia stanno rallentando. A differenza di altre volte, però, stiamo andando male soprattutto per colpa nostra, per una politica economica anti-impresa che non risolve, anzi aggiunge problemi, alle storiche zavorre che da tempo frenano il Paese e le sue aziende.
Ce lo dice il fatto che rallentiamo in quei settori dove siamo andati, anche durante la crisi, sempre bene, soprattutto nel recente passato. Da un sondaggio di opinioni tra gli imprenditori del territorio rileviamo che a ottobre i consumi nei supermercati della provincia stanno diminuendo dopo mesi di incrementi, anche negli acquisti alimentari. Anche gli operatori delle telecomunicazioni, per la prima volta, vedono una diminuzione degli ordini. Scendono le immatricolazioni delle auto. Le macchine utensili, così radicate nella nostra industria, dopo trimestri ininterrotti di balzi in avanti produttivi, ora segnalano cali negli ordini. Anche in imprese tessili performanti che in questo periodo di norma fanno il record di fatturato, si registrano cali importanti.
I motivi? Principalmente uno: c’è un clima di sfiducia dovuto ad un sentimento di incertezza economica diffuso. Una sfiducia in cui l’Italia si sta infilando da sola con una politica economica definita dal governo espansiva, ma che allo stato attuale sembra più una scommessa. L’1,5% di aumento del Pil nel 2019 non verrà centrato: è questa la convinzione che emerge dai comportamenti degli operatori economici, singoli cittadini in primis. Altrimenti non si spiegherebbero certe dinamiche. Il problema non è che la manovra non piace all’Europa o ai mercati. Il problema è che non piace all’economia, ai consumatori e ai risparmiatori, stranieri certo, ma anche italiani. Il problema non è finanziario, ma sta nell’economia reale di tutti i giorni.

È come se l’alto indice di popolarità di cui gode oggettivamente il governo non si stia traducendo in un coerente comportamento economico quotidiano, anche tra i suoi sostenitori. La fiducia che le forze di governo stanno raccogliendo non si sta scaricando sui comportamenti economici delle persone in cui rimane la sfiducia per il futuro. Un conto è votare, un altro è comprare un’auto, una lavastoviglie, un computer o riempire più o meno il carrello della spesa.
Un segnale importante da non sottovalutare. Stiamo andando nella direzione sbagliata.
Non basta inseguire il consenso politico basato sugli umori degli elettori e sulla pancia delle persone. Serve dare una visione al Paese. Una visione che manca. Altrimenti non si spiegherebbe questo sentimento diffuso di pessimismo.
Le forze politiche tutte, di governo e di opposizione, devono iniziare subito a dare rappresentanza a questo malessere economico e sociale crescente. Domani, quando ci accorgeremo che l’1,5% è una scommessa persa, sarà troppo tardi".

 

Principali settori

Settore metalmeccanico
Per il terzo trimestre 2018, la congiuntura delle imprese del settore metalmeccanico registra principalmente un orientamento alla stabilità, in linea con le prospettive evidenziate nel trimestre precedente. Infatti, sotto il profilo produttivo, la maggior parte delle imprese intervistate (62%) ha segnalato livelli in linea con il trimestre precedente, mentre il saldo delle risposte risulta negativo (-12) – in particolare, alcune imprese della filiera dell’automotive segnalano un marcato rallentamento rispetto ai primi mesi dell’anno. Nel complesso, le previsioni per il prossimo trimestre si dividono tra stabilità per il 51% delle imprese intervistate ed aumento, come dichiarato dal 33% delle imprese del campione. Il 16% si aspetta invece un calo della produzione. La dinamica del portafoglio ordini risulta invece meno netta rispetto a quella della produzione: il 37% delle imprese intervistate dichiara ordini stabili rispetto al secondo trimestre del 2018; il 35% in aumento; il 28% in riduzione. Leggermente più improntata alla stabilità la dinamica degli ordini dall’estero: la maggior parte delle imprese intervistate (il 46%) dichiara ordinativi in linea con il trimestre precedente, mentre il saldo delle risposte è negativo (-4).
Settore moda
Anche la congiuntura all’interno del settore moda mostra una stabilizzazione della produzione per il terzo trimestre del 2018. Il 57% delle imprese intervistate ha infatti dichiarato una produzione stabile rispetto al secondo trimestre del 2018. Il 13% delle imprese ha segnalato livelli produttivi in aumento rispetto al trimestre scorso, mentre il 30% in calo. Per il prossimo trimestre, le previsioni delle imprese intervistate sono principalmente improntate alla crescita o alla stabilità: crescita per il 42%; stabilizzazione ai livelli attuali per il 32%; rallentamento per il 26%. Ciò si accompagna tuttavia anche a qualche timore nel settore per l’aumento dei prezzi dell’energia e di alcuni additivi per le lavorazioni del settore tessile. Gli ordini totali hanno risentito del fisiologico calo tipico del periodo estivo: il 49% delle imprese intervistate ha dichiarato infatti ordini in riduzione, il 17% stabili, mentre il 34% in aumento. Gli ordini esteri hanno mostrato una dinamica simile: il 30% delle imprese ha infatti dichiarato ordini in aumento rispetto al secondo trimestre 2018, il 32% stabili ed il 38% in riduzione.  
Settore chimico e farmaceutico
La congiuntura del settore chimico e farmaceutico risulta divisa tra stabilità e riduzione. Infatti, il 56% delle imprese intervistate ha dichiarato una stabilizzazione dei livelli produttivi rispetto al trimestre precedente, mentre il 44% una riduzione, confermando le previsioni dello scorso trimestre. Le prospettive per il trimestre di chiusura d’anno sono invece più orientate alla stabilità: la maggior parte dei rispondenti (il 71%) prevede una stabilizzazione dei livelli produttivi, il 21% si aspetta una crescita, solo l’8% una riduzione. Simile la dinamica del portafoglio ordini che risultano stabili per il 56% degli intervistati, in calo per il 36%, in aumento solo per l’8%. Gli ordinativi esteri sono leggermente più improntati alla stabilità: infatti il 63% degli intervistati li dichiara in linea con il trimestre precedente, il 29% in calo, l’8% in aumento.


Settore gomma e materie plastiche
La congiuntura del settore gomma e materie plastiche, rispetto al trimestre precedente, mostra una congiuntura negativa: il 98% delle imprese intervistate ha dichiarato infatti una produzione in calo, solo il 2% stabile. Le prospettive per la chiusura d’anno sono invece maggiormente improntate alla stabilità e ad un miglioramento: il 60% degli intervistati infatti si attende livelli produttivi stabili nel prossimo trimestre, il 35% in aumento, il 5% in calo. Il portafoglio ordini ricalca l’andamento della produzione: il 60% delle imprese intervistate dichiara una riduzione degli ordinativi, il restante 40% una stabilizzazione attorno ai livelli del trimestre precedente. Gli ordini esteri seguono lo stesso andamento: il 63% degli intervistati li dichiara infatti in calo, il restante 37%, invece, stabili.



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