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Coronavirus: a marzo la produzione italiana segna -16,6%


La produzione industriale italiana del primo trimestre 2020 cala del 5,4%. È questo il risultato emerso dal nuovo rapporto del Centro Studi di Confindustria. Il blocco delle attività produttive e dell’economia in generale dovuto alle necessarie misure per fronteggiare l’emergenza epidemiologica ha avuto come conseguenza un devastante, quanto atteso, effetto crollo sul sistema manifatturiero nazionale e mondiale. L’epidemia di Covid-19 in Italia ha comportato a marzo una discesa della produzione del 16,6% su febbraio. Scenario che, se confermato dall’Istat, rappresenterebbe il più ampio calo mensile, degli ultimi 10 anni, con l’indice di produzione ritornato ai livelli di quarantadue anni fa. “Le prospettive sono in forte peggioramento. Per il secondo trimestre, anche in conseguenza della chiusura di circa il 60% delle imprese manifatturiere, la caduta dell’attività potrebbe raggiungere il -15%. La diminuzione del valore aggiunto nell’industria contribuirà negativamente alla dinamica del Pil italiano, previsto ad arretrare del 3,5% nel primo trimestre e del 6,5% nel secondo” commenta l’Ufficio Studi di Viale dell’Astronomia in una nota di approfondimento. La situazione globale dell’economia è critica. Le misure restrittive hanno determinato un doppio shock negativo: “Dal lato della domanda, con il rinvio delle decisioni di spesa dei consumatori e la chiusura di numerose attività commerciali; dal lato dell’offerta, con il blocco di numerose attività produttive, sia per decreto sia per consentire la sanificazione dei luoghi di lavoro delle imprese funzionanti”. Secondo l’Osservatorio di Confindustria, questa combinazione di fattori rischia di portare l’economia dell’Italia “verso la recessione”


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