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Taglio delle tasse, Confindustria boccia il Governo


“La soluzione raggiunta non dà certezze che tali benefici potranno essere mantenuti nelle annualità future; non dà alcuna risposta a poveri e incapienti; limita l’intervento sull’Irap alle persone fisiche senza migliorare la competitività delle imprese; non interviene in alcun modo a favore di giovani e donne che hanno più di altri pagato questa crisi”. È così che Confindustria si è espressa in merito all’accordo raggiunto al Ministero dell’Economia, tra le forze di maggioranza, su come spendere gli 8 miliardi di euro disponibili per il taglio delle tasse, a partire dal 2022. Sul tavolo ci sono 7 miliardi per il taglio all’Irpef e 1 miliardo per l’eliminazione dell’Irap solo per le ditte individuali e le partite Iva.

Se la bozza d’intesa in materia fiscale dovesse essere confermata, “saremmo in presenza di scelte che suscitano forte perplessità – si legge nella nota stampa –, perché senza visione per il futuro dell’economia del nostro Paese. La sforbiciata alle aliquote Irpef disperde risorse, con effetti impercettibili sui redditi netti delle famiglie italiane, soprattutto qualora il taglio fosse finanziato anche da una copiosa eliminazione delle agevolazioni”. Secondo Confindustria l’intervento in legge di bilancio dovrebbe, invece, concentrarsi “sulle vere priorità capaci di generare aumenti stabili del Pil; gli unici in grado di garantire la sostenibilità del debito pubblico ed evitare futuri prelievi sui contribuenti ben più onerosi dei benefici che oggi si concedono. Se lo sommiamo – continua il comunicato stampa –, agli errori sin qui compiuti sulla revoca di importanti agevolazioni, quali il Patent Box e la rivalutazione ed il riallineamento dei valori patrimoniali degli asset d’impresa, e al calo pluriennale degli incentivi Industria 4.0, significa inequivocabilmente non tenere in alcuna considerazione le imprese che garantiscono l’occupazione nel Paese e che stanno trainando la ripresa economica”. La nota che esprime i malumori di Confindustria si conclude con l’augurio che il Governo, “si renda conto di quanto sta accadendo e convochi al più presto congiuntamente le parti sociali, così come più volte richiesto”.