Colored with scrolling

Try scrolling the rest of the page to see this option in action.

Offcanvas with backdrop

.....

SEZIONI

Congiuntura flash: “L’industria rallenta ma è in crescita”


Il 2021 potrebbe chiudersi con un PIL al +6,3/6,4%. La produzione industriale, seppur con un rallentamento riconducibile alle difficoltà dal lato dell’offerta, è cresciuta anche nel 3° trimestre (+1,0% rispetto ai primi due trimestri +1,5% e +1,2%). Le prospettive sono buone. I servizi restano in recupero pur con qualche ombra; gli occupati sono in risalita; i consumi privati trainano il rimbalzo; gli investimenti crescono ancora, mentre frena l’export italiano di beni e il caro-energia penalizza imprese e famiglie italiane. Sono alcuni dei dati raccolti nella Congiuntura flash svolta dal Centro Studi di Confindustria.

Si tratterebbe di una chiusura dell’anno positiva che supera le aspettative di ottobre, grazie al robusto rimbalzo del 3° trimestre e ai dati migliorati per il 1°. A fare da traino sono i consumi privati stimati in ulteriore risalita nel 3° e 4° trimestre grazie ad una fiducia dei consumatori che è rimasta alta, mentre gli ordini dei produttori di beni di consumo hanno recuperato ancora.

Quanto all’occupazione, si conferma l’andamento positivo: il numero di occupati, dopo il minimo nel 1° trimestre, ha recuperato più di metà della caduta fino a settembre. I dipendenti sono quasi ai livelli pre-pandemia (-62mila unità i permanenti, -14mila i temporanei), mentre il calo dei lavoratori indipendenti non si è ancora arrestato (-312mila). Da gennaio ad ottobre, le attivazioni nette sono state circa 600mila, quasi 500mila in più rispetto al 2020 e oltre 190mila in più rispetto al 2019.

Numeri positivi anche per gli investimenti che crescono ancora nonostante agisca da freno il rincaro delle commodity: “Gli ordini interni per i produttori di beni strumentali restano su un buon livello a novembre – si legge nella Congiuntura di Confindustria –. Perciò gli investimenti, già oltre i valori pre-crisi, sono stimati in espansione nel 3° e nel 4° trimestre, anche in macchinari e attrezzature”.

Nel 4° trimestre, però – spiegano gli economisti del CSC –, si sta delineando l’atteso rallentamento, per la scarsità di materie prime e semilavorati e la risalita dei contagi in Italia e in Europa, che fanno perdurare l’alta incertezza. Si tornerebbe al livello pre-Covid nel 1° trimestre 2022, risultato non scontato visti i mancati recuperi nelle crisi precedenti”.

Fa da freno penalizzando imprese e famiglie, il balzo del prezzo del gas naturale, con un rincaro della commodity che ha toccato il +430% (prezzo quintuplicato). “Il balzo del prezzo del gas – si legge dal rapporto del CSC –, ha determinato un forte effetto di spillover sul petrolio, salito in ottobre da 75 a 84 dollari al barile, dopo una quasi-stabilizzazione che durava da alcuni mesi”.

Frena poi l’export italiano di beni. Per il 4° trimestre, gli ordini manifatturieri esteri (indici ISTAT e Markit) segnalano espansione, ma ritardi e carenze nelle catene internazionali di fornitura rischiano di avere un impatto sull’export italiano anche negli ultimi mesi del 2021.