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Centro Studi Confindustria: l’Italia rischia di chiudere il 2020 in recessione


Peggiorano i servizi e nell’industria si è arresta la risalita. La domanda interna è fragile, l’occupazione è bloccata e le imprese hanno più debito. Solo l’export è in ripresa. E’ questo lo scenario che vede coinvolta l’Italia secondo l’ultima indagine flash del Centro Studi di Confindustria. “Le recenti misure restrittive per arginare l’epidemia - si legge nel rapporto - inducono a stimare che nel 4° trimestre si avrà di nuovo un Pil in calo. L’impatto sull’economia italiana dovrebbe essere contenuto rispetto al crollo nel 1° e 2° trimestre (-17,8%), dato che molti settori produttivi restano aperti. Ciò avviene subito dopo il forte rimbalzo nel 3° trimestre (+16,1%), che aveva riportato l’attività al -4,5% dai livelli pre-Covid”. Tra i settori più colpiti ci sono i servizi. Come il turismo che, dopo il recupero parziale di agosto, in questo fine anno registra perdine vicine al 70%, secondo le stime di Federturismo. 

Stesso trend per l’occupazione che si è di nuovo appiattita a settembre, dopo la risalita temporanea durante i mesi di luglio e agosto. “La disoccupazione sembra ripuntare verso il basso, come a marzo-aprile, per la contrazione della forza lavoro. Il 4° trimestre anche per l’occupazione si preannuncia in negativo” afferma il Csc. Numeri in risalita invece per l’export: “Le esportazioni di beni sono rimbalzate del 30,3% nel 3° trimestre (-3,2% dai valori di febbraio). Il recupero ha riguardato tutti i principali tipi di beni e, con ritmi diversi, i maggiori mercati. Le indicazioni a inizio del 4° trimestre erano positive: in risalita gli ordini manifatturieri esteri. Tuttavia, le probabilità di una nuova caduta a fine anno sono alte, a causa della pandemia, specie nelle voci legate al turismo”.

 

Per leggere l’indagine completa vai al sito di Confindustria