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Centro Studi Confindustria: l’economia italiana chiude in negativo il 2020


L’industria tiene botta, anche se a fatica. Ma il settore dei servizi è di nuovo in rosso, come i consumi che sono tornati in calo e l’occupazione che si riduce. Analoga situazione per gli investimenti, frenati dall’eccessivo debito delle imprese insieme all’export italiano che va al ribasso.

Si chiude così il 2020 per l’economia italiana. “Il forte rimbalzo nel terzo trimestre (+15,9%) ha sostenuto il Pil italiano di quest’anno, ma la seconda ondata di epidemia da fine estate e le restrizioni per arginarla fanno stimare un nuovo calo nel quarto trimestre” commenta il Centro Studi Confindustria, spiegando come questo andamento “causerà un trascinamento statistico sul 2021” che inizierà dunque nel peggiore dei modi. 

Tra i settori più colpiti da questa seconda ondata ci sono i servizi, anche se in forma meno marcata rispetto ai mesi di marzo e aprile: “Ciò a causa dell’impatto sulla domanda delle restrizioni alla mobilità e anche per le chiusure parziali di alcuni settori, molti legati al turismo”. Per quanto riguarda l’industria, invece, l’indice di fiducia delle PMI segna una frenata anche se per il momento rimane ancora in terreno positivo. Più in generale, però, è tutta la produzione ad aver invertito la rotta: -2,3% a novembre e -6,3% dal livello pre-Covid, stima il Centro Studi di Viale dell’Astronomia. 

Il focus sul settore dell’auto, tra shock sanitario e salto tecnologico

Un focus particolare è quello che nell’analisi dell’andamento economico il Centro Studi Confindustria dedica al settore dell’automotive. Lo scoppio della pandemia ha inferto un duro colpo. Nei primi dieci mesi del 2020, in base ai dati Istat, la produzione è crollata in termini annui del 26,4%. Nessuno dei sotto-comparti di cui si compone il settore è stato risparmiato: -21,9% la produzione di autoveicoli, -29,5% quella di carrozzerie, -30,5% quella della componentistica. Il recupero delle attività dopo il crollo di marzo-aprile è stato graduale e ha interessato soprattutto la produzione di veicoli, che da luglio è tornata a mostrare una variazione annua positiva. La seconda ondata di Covid e l’incertezza sulla Brexit continuano, però, a frenare il settore. Negative le previsioni sia per la fine d’anno, sia per l’inizio del 2021. 

Per saperne di più:

Leggi la news sul sito di Confindustria