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Laureati in festa

Sono 567 i neo-laureati dell’ultimo anno che hanno ricevuto il diploma di laurea nel corso dell’annuale cerimonia di consegna degli attestati, svoltasi nel suggestivo parco secolare della LIUC. Oltre 4.100 i giovani che si sono laureati a Castellanza nei primi quindici anni di attività dell’Università fondata dagli imprenditori del territorio.


Erano in tanti. Ben 567 gli studenti dell’Università Carlo Cattaneo - LIUC che venerdì 9 giugno sono stati festeggiati in occasione dell’annuale manifestazione “Laureati in festa”, durante la quale vengono consegnati i diplomi di laurea agli studenti che hanno ultimato gli studi nel corso degli ultimi dodici mesi. La cerimonia, molto suggestiva, si è svolta anche quest’anno nel secolare parco dell’Università ed ha avuto una particolare intensità in quanto cadeva nel quindicesimo anno di attività della LIUC, presso la quale si sono ormai laureati oltre 4.100 studenti.
“Laureati in festa” è diventato ormai un appuntamento tradizionale: un’occasione per festeggiare i nuovi laureati, insieme, tra docenti, compagni di corso, familiari e amici, nonché tra coloro che hanno contribuito alla fondazione dell’Università e tra quanti ne sostengono le attività. Un momento di incontro anche con gli ex-allievi, che simbolicamente accompagnano in questa nuova fase dell’essere “imprenditori di sé stessi” i neo-laureati, a cui sono uniti dalla condivisione dell’esperienza LIUC.
Quest’anno, in particolare, hanno ricevuto l’attestato di laurea 326 laureati in Economia Aziendale, 114 in Ingegneria Gestionale e 123 in Giurisprudenza. Insieme a loro, hanno ricevuto l’attestato 4 laureati - di cui 2 della LIUC, gli altri provenienti dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e dall’Università degli Studi della Tuscia - che hanno proseguito gli studi conseguendo il Dottorato di Ricerca.
La serata è stata l’occasione anche per qualche riflessione sul processo di riforma dell’ordinamento accacedimo che sta interessando, da alcuni anni, il mondo universitario italiano. Nell’esprimere i propri rallegramenti ai neo-laureati per il risultato conseguito, il presidente dell’Università Paolo Lamberti non ha mancato di fare una sottolineatura. “Esprimo particolari felicitazioni - ha detto - ai laureati che che hanno meritato il massimo dei voti. Costoro rappresentano l’8,3% dei laureati dell’ultimo anno. Si tratta di una quota non elevata, come gli anni scorsi inferiore al 10%, in controtendenza rispetto a quello che sta avvenendo presso molte altre, anche prestigiose, Università”. E ha aggiunto: “Siamo consapevoli che tale politica premiante rischia di provocare una disparità di trattamento tra laureati di Università diverse, in particolare per l’accesso ai pubblici concorsi. La tendenza a rendere più facili gli studi è una conseguenza, inevitabilmente distorta, di una riforma nella quale convivono, da un lato, l’idea che tra le Università debba esserci competizione - un’idea di per sé condivisibile, da cui si dovrebbe coerentemte far derivare una reale autonomia delle sedi universitarie - e, dall’altro, un sistema di finanziamento agli atenei pubblici che disincentiva la ricerca di fonti autonome, ad esempio mediante la ricerca applicata, e si limita a scoraggiare il fenomeno del ‘fuori-corso’ mediante l’erogazione dei contributi parametrata anche al rispetto dei tempi previsti dai curricula. Di fatto, si sta verificando uno stemperamento del livello di impegno nello studio, a parità di votazione”.
Che fare allora? “Ci siamo molto interrogati, di fronte a questo fenomeno, sulla linea da adottare - ha specificato il presidente Lamberti - e abbiamo deciso di tenere la nostra barra dritta sull’obiettivo della qualità degli studi. Un obiettivo che sta dentro il nostro DNA e che consideriamo come la vera carta vincente non solo e non tanto per la reputazione della nostra Università, ma soprattutto per il futuro dei nostri giovani e, lo dico senza retorica, per l’avvenire del nostro Paese”.
Il rettore Gianfranco Rebora, dal canto suo, ha sottolineato la validità del modello
didattico LIUC.
“Il mondo del lavoro è oggi in una fase di grande cambiamento, di forte evoluzione - ha detto - che rende la qualità del percorso formativo seguito fattore decisivo per l’accesso a lavori di alto contenuto tecnico e professionale. Ciò che veramente conta, al di là del titolo formale della laurea è la preparazione di base, la varietà e la qualità delle esperienze fatte all’interno del periodo degli studi universitari, l’apertura mentale che viene anche dagli stage in azienda e dalla partecipazione ai programmi di scambio internazionale”.
Ed ha aggiunto: “Il senso del cambiamento, della trasformazione incessante pervade il mondo di oggi in tutti i campi. Per non esserne travolti non basterà essere flessibili, ma è necessario mantenere un ancoraggio a qualcosa di saldo, a un sapere ed una conoscenza di base che è compito dell’Università offrire. Questo è un criterio che abbiamo cercato di tenere sempre presente, nel rinnovare anno dopo anno i nostri corsi di studio”.
Guardando al prossimo anno accademico, il rettore Rebora ha annunciato che la LIUC offrirà ai propri studenti nuove opportunità e una maggiore scelta di percorsi formativi nelle diverse facoltà. Inoltre, svilupperà ancora l’offerta di corsi in inglese. La Facoltà di Economia presenterà un biennio di laurea specialistica interamente in lingua inglese rivolto a studenti italiani e stranieri. Dopo la consegna delle lauree e le strette di mano anche con i presidi delle tra Facoltà - Valter Lazzari (Economia), Giacomo Buonanno (Ingegneria) e Mario Zanchetti (Giurisprudenza) - la festa è poi proseguita, sotto le stelle, con un cocktail party e intrattenimento musicale. Gran finale con i fuochi d’artificio.

Alla LIUC un nuovo centro di ricerca sulla Logistica

Fabrizio DallariIl nuovo centro di ricerca, denominato C-Log, si occuperà di problematiche connesse alla Logistica, particolarmente rilevanti nel territorio varesino e alto-milanese in cui l'Università è insediata, e andrà ad affiancarsi al CRMT (centro di ricerca sui Trasporti e le Infrastrutture), attivo già dal 1993, specializzato in tematiche di natura infrastrutturale, ed al CERST (centro di ricerca per lo Sviluppo del Territorio), creato nel 1998, che si occupa di tematiche economiche e finanziarie legate allo sviluppo territoriale. Direttore del nuovo centro di ricerca è Fabrizio Dallari, docente di “Gestione dei Sistemi produttivi e Logistici” alla Facoltà di Ingegneria e grande conoscitore di tutti gli aspetti della vasta materia della Logistica, come testimoniano anche le sue numerose pubblicazioni in materia. L’obiettivo del centro di ricerca è quello di promuovere il trasferimento della conoscenza e della cultura logistica al mondo imprenditoriale, sia sul territorio della provincia di Varese, sia a livello nazionale. La valorizzazione del sistema logistico aumenterebbe efficacia ed efficienza nelle movimentazioni delle merci, favorirebbe insediamenti multinazionali nel nostro paese, ridurrebbe i costi legati alla commercializzazione e, di conseguenza, favorirebbe la crescita di tutto il territorio.
Quale è la rilevanza della Logistica per il territorio varesino e alto-milanese? “Questo è un territorio - spiega Fabrizio Dallari - a vocazione logistica. E’ una zona di grande interesse nel panorama nazionale della logistica e dei trasporti. Infatti, la sua posizione è considerabile come un vero e proprio crocevia dei traffici della regione Lombardia verso l’interno della stessa, ma anche e soprattutto verso la Svizzera, il Piemonte e la Liguria: di fatto è un ponte verso il Nord Ovest del Paese ed una porta verso l’Europa. Inoltre, Varese e la sua provincia sono direttamente interessati, grazie alla notevole vicinanza ai grandi traffici e ai collegamenti internazionali, dal processo di realizzazione delle reti TEN, e in particolare, dal Corridoio V Lisbona-Kiev e dal Corridoio X Genova-Rotterdam (cosiddetto “Ponte fra i due mari”). Non si deve inoltre dimenticare che il territorio del Varesotto comprende un nodo logistico di fondamentale rilievo, ovvero l’hub internazionale della Malpensa, attualmen
te sotto-utilizzato per la scarsa dotazione di infrastrutture logistiche dell'area circostante”.

06/16/2006

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