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Cellule staminali: un aiuto anche dalle "adulte"

Una ricerca dell'Università dell'Insubria ha dimostrato l'alta capacità riproduttiva anche delle cellule staminali prelevate da donatori adulti

il gruppo di ricerca del prof. TonioloIl futuro della medicina passa dalle cellule staminali. Un'affermazione che abbiamo sentito ripetere più e più volte nei mesi scorsi. Quando si parla di queste cellule, però, la mente corre subito all'embrione. Eppure alcuni ricercatori stanno dimostrando l'efficacia delle cellule adulte nella ricostruzione di tessuti e organi. Anche all'Università dell'Insubria l'equipe guidata dal professor Antonio Toniolo, responsabile del laboratorio di microbiologia, ha raggiunto risultati importanti che sono stati pubblicati sul Journal of Translational Medicine (BioMed Central Ltd., Londra). Il lavoro è durato oltre un anno e ha coinvolti i primari di ortopedia (Paolo Cherubino) e di cardiochirurgia (Andrea Sala) oltre a tre ricercatori, Andreina Baj, Alessia Bettaccini e Rosario Canalone. "L'idea è scaturita da un incontro con un gruppo di scienziati parigini che stavano effettuando una ricerca in campo cardiochirurgico - spiega il professor Toniolo -. I risultati ottenuti erano importanti ed era già stata avviata la fase terapeutica". Grazie ad un finanziamento dell'Università e ad uno stanziamento della Banca Monte di Lombardia, gli studiosi del laboratorio hanno verificato le potenzialità di riproduzione in vitro di cellule derivate dal tessuto muscolare scheletrico di pazienti adulti: da una piccola quantità di tessuto sono state isolate, attraverso biopsie, cellule staminali di donatori di età tra 40 e 90 anni, la cui coltivazione nel laboratorio dell'ospedale in ambiente sterile ha permesso di ottenere un numero sufficiente all'applicazione terapeutica. I mioblasti scheletrici sono rimasti sufficientemente differenziati senza subire alterazioni cromosomiche.
In campo cardiochirurgico, le staminali "adulte" potrebbero venir impiegate nel caso di infarto: le cellule coltivate in vitro verrebbero innestate sulla parete del cuore andata in necrosi, con grandi benefici nella fase di recupero.
Ugualmente importante potrebbe rivelarsi l'utilizzo nella specialità ortopedica per ricostruire un muscolo rovinato a causa, per esempio, di un incidente: con un migliaio di cellule staminali prelevate da un altro tessuto muscolare, si dovrebbe riuscire ad ottenere una cultura di un miliardo di cellule sufficiente a ricostruire, almeno in parte, il muscolo offeso.
Anche nel settore urologico, l'equipe di ricercatori diretti dal professor Toniolo sostiene che queste cellule adulte potrebbero risolvere quei fastidiosi problemi di incontinenza urinaria legati ad un allentamento del tessuto muscolare locale. L'innesto delle cellule coltivate in vitro restituirebbe tenore muscolare.
Al di là dei problemi di natura etica legati all'utilizzo delle staminali embrionali, i risultati della ricerca condotta dal professor Toniolo sono importanti soprattutto perché eliminano i rischi del rigetto: l'uso di cellule eterologhe, ottenute da un donatore diverso dal ricevente, creano spesso problemi immunologici.
"Abbiamo deciso di pubblicare i risultati ottenuti - commenta con un pizzico di amarezza il professor Toniolo - perché non abbiamo fondi sufficienti a proseguire la ricerca affrontando anche la parte terapeutica. Per entrare nel campo applicativo occorrono garanzie sia dal punto di vista etico sia assicurativo".
I ricercatori di Varese si propongono, comunque, di continuare queste indagini e di iniziare l'applicazione terapeutica di cellule muscolari autologhe, coltivate in vitro nei casi in cui non rispondano alle terapie mediche o chirurgiche tradizionali. Nella speranza che qualcuno decida di investire anche sul piano applicativo.
e un aiuto anche dal volontariato
Nemmeno due anni di attività e già i primi risultati concreti. L'associazione "Varese per l'Oncologia. L'Oncologia per Varese onlus", nata nella primavera 2004 per occuparsi di ricerche e cure nel campo dei tumori, vanta un traguardo di enorme valore: una cospicua donazione ha consentito di acquistare un macchinario per effettuare nel reparto di oncologia dell'Ospedale di Circolo di Varese i primi trapianti di cellule staminali strategici per la cura dei tumori. Un'urgenza, quella di dotare l'ospedale del macchinario, che non è sfuggita alla sensibilità e generosità dei più di 700 associati, presieduti dal giornalista Gianni Spartà. I risultati non si sono fatti attendere: il primo trapianto è già stato eseguito su una paziente. Inoltre, è stato realizzato un accordo con l'ospedale stesso ed un'associazione privata di infermieri, grazie al quale è garantita al malato, senza oneri per l'ospedale, la necessaria assistenza dopo il trapianto.

09/23/2005

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