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La Pedemontana, da speranza a (forse) realtà

Il beneficio del dubbio è inevitabile: sono più di trent'anni che 4,5 milioni d'abitanti e 465.000 aziende aspettano. Questa volta, però, per la Varese-Bergamo c'è un protocollo d'intesa fra i Comuni interessati.

La data, almeno quella, adesso è fissata: entro il 2008 dovrebbe diventare realtà la Pedemontana, la superstrada dei sogni per centinaia di migliaia di automobilisti che devono subire la dura realtà di un viaggio da incubo fra le strettoie, i semafori e le lunghe colonne che caratterizzano l'attraversamento dei Comuni della fascia compresa fra Varese e Bergamo, una delle aree più sviluppate ma anche maggiormente fitte d'abitazioni d'Europa. Un territorio sul quale transitano in media tre milioni di veicoli.
Senza dimenticare i disagi di chi affronta quotidianamente autostrade superaffollate quali l'Autolaghi e la Milano-Venezia.
Il termine Pedemontana comparve nella cronaca per la prima volta già negli anni Sessanta: non se ne fece nulla, con gravi conseguenze anche per il mondo dell'economia di quest'ampia e importante fascia geografica in termini di rallentamento delle proprie potenzialità di sviluppo.
Ricomparve negli anni Ottanta, quando si pensò a un collegamento diretto Varese-Como-Bergamo: in quella circostanza i Consigli Comunali furono chiamati a discutere un progetto che, però, poi svanì nei mille rivoli del fiume della burocrazia.
Negli anni Novanta si pensò che questa struttura potesse avere miglior sorte con un nome differente: Pedegronda.
In realtà, i progettisti cambiarono anche il tracciato che fu spostato molto più a sud, quasi a farne una sorta di tangenziale nord di Milano.
Ma è stato soltanto negli ultimi mesi che, ritornando al vecchio nome e con un tracciato di nuovo più consono alle esigenze delle province settentrionali della Lombardia, si è giunti a quello che appare come un passaggio finalmente cruciale della vicenda.
Alla vigilia delle elezioni regionali, i quasi cento Comuni, le cinque Province (Varese, Como, Milano, Lecco e Bergamo) e i cinque Consorzi di Gestione dei Parchi interessati - in tutto centosette enti - hanno siglato, infatti, il testo del protocollo d'intesa per la realizzazione del sistema viabilistico pedemontano e per gli indirizzi di progettazione.

Il percorso delle tangenziali di Como e Varese viene separato da quello della Pedemontana, garantendo comunque un'interconnessione fra tutte queste opere.
Entro novembre sarà definito il progetto preliminare: cinquecento milioni saranno a disposizione per gli studi necessari. In questa fase saranno esaminate le soluzioni tecniche per velocizzare il traffico automobilistico da Varese a Bergamo, via Como e Lecco, senza transitare per Milano.
Sono stati individuati cinque gruppi di lavoro per ciascuna delle tratte in cui è stato suddiviso l'intero progetto del sistema viabilistico pedemontano: tangenziali cittadine di Varese e Como, tratte della Pedemontana vera e propria nelle province di Varese e Como, da Busto Arsizio a Cermenate, tratta da Cermenate a Desio e, infine, da Vimercate a Bergamo-Dalmine.
"Si è finalmente sbloccata una situazione che pareva paralizzata - spiega Giorgio Pozzi, l'Assessore Regionale ai Trasporti che negli ultimi anni ha seguito la vicenda - Ritengo esemplare il metodo adottato per conseguire questo risultato: un processo di collaborazione fra vari enti e differenti istituzioni che hanno saputo interagire ponendo le premesse per un obiettivo strategico per un'area di 4,5 milioni d'abitanti e con ben 465.000 imprese".
Una conferma del ruolo strategico della Pedemontana per quest'area viene da una ricerca condotta dal Centro di Ricerca e Formazione sul Management de Trasporti (C.R.M.T.) dell'Università Cattaneo di Castellanza.
Anzi, lo studio denuncia il rischio che l'infrastruttura sia già congestionata nel 2008 (data presunta di apertura) anche nell'ipotesi di crescita cautelativa della domanda di trasporto.

In verità, poi, l'accordo raggiunto a livello regionale non garantisce ancora il via libera ai cantieri.
Dopo la progettazione preliminare da concludersi - come già indicato - entro il 2000, dovrà essere convocata, infatti, la conferenza di servizio, dove ci sarà di nuovo il parere vincolante di tutti i Comuni e degli enti coinvolti sul percorso definito a livello preliminare, e poi la progettazione finale vera e propria. Tra queste due fasi potrebbe essere indetta la gara d'appalto europea per la costruzione, che dovrebbe durare cinque anni.
Le nuove strade potrebbero essere percorribili entro la fine del 2008.
"Una scelta calata dall'alto avrebbe garantito tempi più celeri, ma in fase esecutiva si sarebbe scontrata, com'è stato il caso negli anni scorsi, con ostacoli locali insormontabili".
Una tempistica che non spaventa neppure Giuliano Sala. "L'accordo questa volta poggia su basi decisamente solide- sottolinea colui che in quel 13 marzo, giorno della firma, era Assessore Regionale all'Urbanistica - Nella maggior parte dei Comuni interessati i piani regolatori già prevedono le infrastrutture collegate alla Pedemontana. Restano da affrontare nella progettazione gli attraversamenti di numerosi parchi come quello di Appiano Gentile, della Valle del Lambro e della riserva del Lago di Montorfano".

Intanto il Presidente della Società Pedemontana Marco Citterio pensa a come coniugare l'arteria automobilistica con le nuove tecnologie.
"Dovremo configurare la nuova strada come un corridoio infrastrutturale intermodale: sotto l'asfalto dovranno essere posati elettrodotti e fibre ottiche.
Un'autostrada telematica, insomma, da far scorrere insieme al tracciato dove correranno le automobili e le merci. Solo così la fine del Milano-centrismo sarà reale".

Un'ultima annotazione, ma di minor rilievo, soprattutto per le tasche degli automobilisti: l'accordo sottoscritto a livello regionale prevede che la Pedemontana non sarà un'autostrada con caselli in entrata e in uscita, bensì una superstrada, anche differenziata nella sua tipologia per tratte secondo i territori attraversati, con un insieme di opere integrate e complementari.
Identità e caratteristiche di queste ultime restano, però, ancora tutte da definire.

05/08/2000

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