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Ptcp e Pgt, come cambia l'urbanistica

Il Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp), nuovo strumento per uno sviluppo equilibrato del territorio in un'ottica sovra-comunale e il Piano di governo del territorio (Pgt), nuova denominazione del vecchio Piano regolatore generale (Prg). L'urbanistica è regolata da nuovi strumenti giuridici all'insegna del coordinamento, della partecipazione e della sussidiarietà.


La Provincia di Varese ha avviato il procedimento per l'adozione del Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp), adozione che dovrebbe avvenire entro la prossima estate.
Il Ptcp rappresenta il principale strumento a disposizione della Provincia per il governo del territorio. Lo si può vedere, volendo, come una sorta di super-piano regolatore generale volto ad un governo complessivo delle dinamiche del territorio, una necessità che si avverte sempre più acutamente, in un contesto nel quale troppo spesso i Comuni hanno agito ognuno per conto proprio. Scopo del Ptcp è dunque quello di orientare razionalmente le scelte e mettere ordine nel territorio attraverso una serie di proposte complessive ad alto livello. Queste si riferiscono nello specifico allo sviluppo economico-sociale e alla rete infrastrutturale (sia tecnologica, sia relativa alla mobilità), ma riconoscono altresì la necessità della convivenza tra un sistema ambientale e un sistema insediativo, fissando in tal modo gli indirizzi per lo sviluppo dei centri urbani e delle aree produttive di interesse sovracomunale per i prossimi 10-15 anni. Lo strumento del piano si rivolge, oltre che ai Comuni, anche a tutti gli enti di governo del territorio e ai cittadini.
Il Piano territoriale provinciale varesino è stato studiato dall'assessorato al territorio sotto la guida del vice-presidente della Provincia Giorgio De Wolf, con la fattiva collaborazione di altri assessorati (agricoltura, ambiente, viabilità, politiche comunitarie). Alla sua base vi è l'idea di gestire il territorio riflettendo sulle sfide di carattere infrastrutturale che lo attendono. La provincia non manca certo di strade e ferrovie, ma queste si rivelano ogni giorno sempre più chiaramente insufficienti a sostenere il ruolo di crocevia esercitato dal Varesotto e ancor più dall'Alto Milanese - un ruolo divenuto strategico con l'avvento della Grande Malpensa.
Quattro i punti cardine in cui si articola il Ptcp: oltre alle infrastrutture, l'agricoltura, il paesaggio e la difesa dal rischio idrogeologico. La sfida è di contemperare queste esigenze, talora contrastanti, senza per questo azzoppare le prospettive di sviluppo.
La mobilità, elemento cruciale per la Provincia, vede il piano identificare le direttrici di traffico presenti e previste, dalle autostrade e le maggiori strade statali (primo livello) alle arterie di collegamento fra i centri provinciali (secondo livello), alle diramazioni locali (terzo livello) e alle vie comunali (quarto livello). Fra le previsioni strategiche spicca quella del nuovo svincolo di Saronno Sud sulla Como-Lainate, che dovrebbe liberare la città di Saronno da buona parte del traffico di passaggio che la soffoca. Ma, in generale, l'obiettivo è di restare agganciati al baricentro delle grandi vie di comunicazioni, perchè i Corridoi europei Cinque (Lisbona-Kiev) e Otto (Genova-Rotterdam) non marginalizzino la realtà varesina, ma al contrario ne siano al servizio.
Per quanto attiene al campo agricolo, con il Ptcp la Provincia ha definito quali siano le aree agricole, provvedendo per la prima volta a classificarle in tre categorie a seconda del livello di fertilità: ciò dovrebbe agevolare i Comuni nelle loro scelte e tutelare i terreni di maggior pregio. Un terzo settore è, come detto, quello paesaggistico e dei parchi protetti. Nel piano si prevede di unificare tutte le aree protette esistenti e quelle in via di realizzazione tramite corridoi ecologici che evitino l'isolamento di spazi verdi di pregio, la cui conservazione diviene ogni giorno più necessaria e sarà imposta con il massimo rigore. Infine, il rischio idrogeologico, non nuovo nella nostra Provincia, che ha sperimentato in passato pesanti alluvioni lungo l'Olona, il Rile, il Tenore, il Tresa, ed esondazioni del lago Maggiore. A questo aspetto si accoppia quello della sostenibilità delle scelte: per questo la Provincia ha provveduto a mappare minuziosamente le industrie a rischio di incidente rilevante, rendendo note le misure di sicurezza cui esse sono tenute nell'interesse proprio e della collettività.
Un pacchetto di soluzioni ed analisi, dunque, quello proposto con il Piano di coordinamento territoriale provinciale, che non vuole essere "calato dall'alto" ma partecipato da tutte le parti in causa, come peraltro evidenziato dal percorso intrapreso fin dal 2004 con tutte le parti sociali ed economiche interessate.

Prg addio?

Uno degli aspetti del Piano di coordinamento territoriale provinciale (Pctp) riguarda la sua relazione con i Piani regolatori generali (Prg) dei Comuni. Questi, in base alla Legge regionale 12/2005 sul Governo del Terrritorio vengono modificati profondamente, cambiando anche nome in "Piani di governo del territorio" (Pgt). Si passa dal concetto della pianificazione tradizionale a quello più ampio di governo del territorio, incardinato su principi di sussidiarietà, partecipazione, flessibilità, autonomia, che deve tenere conto anche del Pctp e delle sue indicazioni nei settori strategici (infrastrutture, agricoltura, aree protette, difesa idrogeologica). Con i Pgt, fra l'altro, si definiscono le tipologie degli interventi edilizi, con importanti novità per ristrutturazioni e permessi di costruzione; cambiano le norme su oneri di urbanizzazione, poteri regionali di annullamento dei permessi illegittimi e cambi di destinazioni d'uso degli immobili. Viene data grande rilevanza allo sportello unico per l'edilizia, tramite il quale i Comuni informeranno i cittadini-utenti sui contenuti degli strumenti di pianificazione edilizia.

05/05/2006

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