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Saronno da Ludovico il Moro ai giorni nostri

Dalla storia, all'economia, passando per l'arte e la formazione, la demografia e la comunicazione: un excursus su un'area ricca e fertile, per alcuni aspetti poco conosciuta.


Una panoramica su Saronno e sul Saronnese, dopo le polemiche sulla domanda: meglio rimanere in provincia di Varese o confluire in quella di Como?
LA STORIA
Il primo documento notarile, in cui Saronno appare menzionata, risale all'epoca del regno dei Franchi, nel 796, con la denominazione di Solomno. Con il trascorrere dei secoli e della ricca storia che ha contraddistinto questo territorio, il nome ha subito diversi cambiamenti, Serogno, Serono, Sarono e, infine, Saronno.
La storia più "cromatica" risale sicuramente al periodo dei Visconti e degli Sforza i quali, acquisendo i territori saronnesi, li incrementarono con il commercio, eressero palazzi e case di caccia e promossero fiorenti attività artigianali. Ludovico Maria Sforza, detto il Moro, fece ritrarre da Leonardo da Vinci Cecilia Gallerani la famosa Dama con l'ermellino, alla quale regalò il feudo di Saronno e che, in seguito, assunse il titolo di "domina comitissa Burgi Seroni".
Il periodo di relativa ricchezza durò fino alla calata in Italia dei Lanzichenecchi, provenienti dalla Germania, che portarono una totale devastazione del territorio. Gli abitanti si videro costretti a cedere ogni cosa agli invasori: povertà e miseria divennero padrone del territorio e le floride botteghe, vanto del saronnese, andarono in rovina assieme alle campagne. La situazione migliorò con l'avvento del governo austriaco, subentrato a quello spagnolo e, nel censimento del 1708, la popolazione raggiunse i 2.038 abitanti. I saronnesi risalirono la china velocemente, ricostruirono, ripresero i commerci, le attività agricole, le imprese artigianali e fu questo un periodo di grande rilancio economico. Con la dominazione francese fu abolito il sistema feudale e anche il comune di Saronno fu affidato a prefetti dipartimentali con la denominazione: Dipartimento dell'Olona - distretto di Gallarate. Dopo Napoleone, il comune resterà legato alla storia del regno Lombardo Veneto, come possedimento della corona austriaca. Dalla seconda metà dell'800 il tenore di vita aumenta e Saronno conta 5.000 abitanti. E' un'economia prevalentemente agricola e artigianale ma, nel 1879 nasce il primo tronco delle Ferrovie Nord Milano che collegano il capoluogo lombardo a Como, Novara e Varese, passando per Saronno e con le ferrovie sorgono le prime vere industrie: il biscottificio Lazzaroni, le casseforti Parma, la Torley, la Poss, la Cemsa-Caproni, la De Angeli-Frua, l'Isotta Fraschini, la Banfi&Canti, il Molino Banfi. Di seguito nascono Illva, Phonola, Cantoni, Lesa, il Cotonificio Poss, la Mondial Lus, la Vetro Color e altre industrie meccaniche di precisione. Fino al 1927 il Comune dipendeva dalla provincia di Milano per passare poi alla provincia di Varese. Inizialmente appartenevano a Saronno, fino al 1950, le frazioni di Uboldo, Gerenzano e Origgio, diventate poi comuni autonomi. L'elevazione a città risale al 1960, con decreto del Presidente della Repubblica.
SARONNO E SARONNESE OGGI
Fin qui l'excursus sul passato e il presente? Un passato così glorioso, vanto di tutta la popolazione del territorio, ha subito, come del resto tutta l'industria a partire dagli anni '70, quel processo di ridimensionamento, causato sia dalla chiusura di importanti stabilimenti, sia per il metodo di automazione e razionalizzazione del lavoro che ha portato, inevitabilmente, alla riduzione del personale. Il Museo delle Industrie e del Lavoro, voluto da Luigi Lazzaroni, inaugurato nell'ottobre del 1998 a Saronno e ingrandito nel novembre del 2003, è una testimonianza dei tempi che mutano, con un percorso della memoria che accoglie macchinari e testimonianze di un passato recente, raccolte e catalogate, materialmente, dai dipendenti ed ex dipendenti delle aziende locali. Ancora oggi, pur con queste realtà, l'industria rappresenta la connotazione più importante dell'economia dell'area. Il posto lasciato dalle grandi strutture di un tempo è via via occupato da una miriade di imprese di piccole dimensioni, appartenenti a molteplici settori merceologici. A Origgio, si è sviluppato un grande polo chimico-farmaceutico multinazionale e resistono tuttora industrie legate al ferro. Le grandi fabbriche sono rimaste, in ogni caso, realtà limitate anche se,

nonostante il cambiamento epocale, il tasso di industrializzazione è molto elevato. L'area del saronnese presenta un rapporto, tra occupati nell'industria e occupati totali, pari al 60% diviso tra i comuni di Saronno, Caronno Pertusella, Cislago, Gerenzano, Origgio e Uboldo, contro una media provinciale del 55%. Il dato positivo non riguarda Saronno città poiché il suo territorio è prevalentemente occupato, attualmente, da edilizia privata e anche le aree una volta a utilizzo industriale, sono diventate o diventeranno ad uso abitativo o verde pubblico. Le realtà industriali, peraltro pochissime, rimaste all'interno della città sono di fatto ridimensionate nel tipo di lavoro pur conservando la loro struttura originaria. La Cantoni ha chiuso da diversi anni e su quella grande area si scateneranno, in futuro, svariati interessi commerciali ma non ritornerà più alla sua funzione originaria. In questo contesto, l'Unione degli Industriali è presente a Saronno con una propria sede operativa e sta potenziando le proprie attività per essere sempre più vicina alle imprese associate del territorio.
L'ubicazione di Saronno, che ammicca a tre province (Milano, Como e Varese) è sicuramente un vantaggio grazie al quale si sono potute affermare attività industriali che hanno fatto crescere d'importanza il territorio. Collegamenti ferroviari con le Ferrovie Nord, che collegano la città a Milano e viceversa, con una frequenza di 5 minuti negli orari di punta e ogni 15 minuti per e da Varese, Como e Novara. Il Malpensa Express passa invece ogni 30 minuti. In totale, il transito dei passeggeri in un giorno lavorativo, tra andata e ritorno, è di circa 80.000 persone, delle quali quasi 39.000 scendono o salgono a Saronno o nelle stazioni immediatamente vicine.
Su questo e altri argomenti collegati al trasporto, ci sarebbe ancora molto da fare. L'esigenza sarebbe quella di adeguare il sistema delle infrastrutture, potenziando il trasporto viario e ferroviario, in modo da agevolare gli scambi con l'Europa che in questo momento, nell'asse della Varesina, sono fortemente penalizzati. Le cause sono ascrivibili sicuramente ai ritardati finanziamenti ma alcuni collegamenti con le Ferrovie dello Stato, via Gallarate, e con la vicina Svizzera, attraverso quel breve tratto tra Arcisate e Stabio, mai realizzato, avrebbero risolto non pochi problemi. E' ancora in discussione la Pedemontana, altro percorso alternativo che consentirebbe di raggiungere Bergamo scavalcando il nodo scorsoio autostradale milanese. Si renderebbe un servizio qualitativo sia per l'ambiente sia per gli scambi fra Nord e Sud, facilitando la connessione con i sistemi viabilistici interprovinciali.
Nella foto: una Isotta Fraschini e una Cemsa esposte al Museo dell'IndustriaLe opere incompiute, le incertezze burocratiche, non devono però rappresentare occasioni perdute ma solo appuntamenti mancati. Le capacità imprenditoriali locali devono trovare un supporto reale nella politica regionale e centrale per ridare fiducia e sprint a quel sistema di valori e di tradizioni imprenditoriali che, nonostante il cambio generazionale, resta nel DNA degli imprenditori locali. L'amore per il territorio e il radicamento dei suoi abitanti hanno sempre saputo far ritrovare al saronnese la capacità di risalire la china e riprendere il posto che gli compete con intuito e capacità innovative.
UNA CITTA' ED UN'AREA VIVACI
L'andamento demografico a Saronno, che nell'ultimo censimento del 2001 ha segnato un calo, registrando 36.805 abitanti contro i 38.643 del 1991, sembra in contrapposizione con la voglia di ripresa. La realtà è che il territorio di Saronno è ormai saturo, i prezzi delle abitazioni hanno raggiunto valori molto elevati come pure gli affitti. I paesi limitrofi hanno invece avuto tutti un incremento demografico e questo si spiega col fatto che ci sono ancora spazi per l'edilizia che hanno, in un certo modo, calmierato i prezzi del mattone. Hanno avuto, invece, un incremento esponenziale le associazioni socio-culturali presenti in città, che attualmente sono circa 130. Le associazioni d'arma sono 11 mentre 30 sono quelle sportive che dimostrano un'energia davvero straordinaria. Le associazioni di categoria sono 5 tra cui l'Unione Industriali della provincia di Varese, l'Associazione Commercianti e l'Associazione Artigiani, oltre alle principali associazioni sindacali. La città, è raggiungibile facilmente sia con i mezzi pubblici, che con autobus di linea provenienti dal milanese, con le Ferrovie Nord e con collegamenti autostradali.
Il teatro, dedicato al soprano lirico saronnese Giuditta Pasta e inaugurato nel 1990, con i suoi 590 posti, tre sale cinematografiche, quattro musei - oltre alle bellezze architettoniche e alla coinvolgente programmazione del tempo libero e dell'ultima domenica del mese, a cura dell'amministrazione comunale - è un traino importante per la vita culturale e sociale anche dell'hinterland. Molti tesori d'arte sono ben conservati nelle bellissime chiese della città, tra cui spiccano il Santuario della Beata Vergine dei Miracoli del 1500 e la Chiesa di San Francesco, risalente al 1297. Sono gioielli d'arte che racchiudono opere di Gaudenzio Ferrari, Bernardino Luini, G.A. Amadeo, Andrea da Milano, solo per citarne alcuni. Nel centro di Saronno c'è, inoltre, un bellissimo palazzo, di origine cinquecentesca, in attesa di restauri. Si tratta del palazzo Visconti che presto, bilanci permettendo, sarà ristrutturato e restituito agli antichi splendori, come è stato più volte enunciato dall'attuale Sindaco della città.
A testimonianza della vocazione ciarliera dei saronnesi, oltre al quotidiano La Prealpina, con la cronaca cittadina, ci sono altre tre testate settimanali - La Settimana, Il Notiziario e Informazione - che aggiornano sugli avvenimenti di cronaca, politica e cultura. C'è anche una radio locale, Radiorizzonti, inserita nel circuito Marconi.
Un capitolo a parte va dedicato alle scuole superiori che sono presenti con numerosissime offerte di studio. Ci sono il Liceo Classico, lo Scientifico, il Linguistico, il Sociopedagogico, l'Istituto Tecnico Commerciale e Industriale e l'Istituto Professionale di Stato, che sono scuole pubbliche. L'Istituto Tecnico per Geometri e la Scuola Alberghiera del Collegio Arcivescovile; il Liceo scientifico economico/linguistico, il liceo psicopedagogico e la scuola magistrale progetto EGERIA proposte dall'Istituto Orsoline; l'Istituto Tecnico per il turismo, l'Istituto Commerciale IGEA, l'Istituto Tecnico Agrario, il Professionale Alberghiero e per Odontotecnici, proposti dell'Istituto Prealpi; l'Istituto Tecnico Arti Grafiche di Padre Monti, e i corsi professionali regionali lal-Lombardia e CFP Padre Monti. Dallo scorso novembre è attivo un corso universitario di Scienze motorie dell'Università Insubria. Questa opportunità si è resa possibile utilizzando la struttura già preesistente dell'ex seminario, acquistato dal Comune per potenziare l'offerta scolastica che, in totale, muove circa 10.000 studenti ogni giorno. Moltissimi sono i ragazzi delle superiori che arrivano non solo dalla provincia di Varese, ma anche di Como, proprio per merito di questa grande offerta culturale.

02/19/2004

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