Varesefocus.
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
Varesefocus

 
 

Una Politica con la P maiuscola

Le difficoltà della politica italiana ad assecondare il nuovo che avanza. Le ragioni della distanza, non nuova, con la società reale nell'opinione di tre esponenti politici che rivestono ruoli di primo piano per l'economia e che hanno partecipato alla tavola rotonda: "Credere nello sviluppo: strategie e prospettive" all'interno dell'assemblea 2004 dell'Unione Industriali.

Nella foto: da sinistra, gli Onorevoli Letta, Tabacci e Giorgetti all'assemblea dell'Unione Industriali
Lo spunto non poteva che essere la riflessione del presidente degli Industriali Varesini Alberto Ribolla sull'urgenza per il Paese di ritrovare la capacità di fare una Politica con la P maiuscola. Su questo tema il dibattito - sollecitato da Gianfranco Fabi, vicedirettore del quotidiano economico Il Sole 24 Ore - si è subito fatto vivace nel confronto tra le opinioni di Enrico Letta, già ministro dell'Industria e ora responsabile per l'Economia della Margherita, Bruno Tabacci, esponente dell'Udc nonché presidente della Commissione Attività Produttive della Camera, e Giancarlo Giorgetti, leghista al vertice della Commissione Bilancio della Camera.
"La politica si trova in una fase di stallo - ha esordito quest'ultimo - perché non sempre si riesce a capire quali siano le vere leve del comando. Pensate a quali sono le sedi dove si prendono le decisioni più importanti per gli imprenditori italiani: è in Europa che si definiscono le politiche di settore e si stabiliscono i vincoli di bilancio che ci condizionano nel nostro operato. E poi non siamo ancora riusciti a definire quali siano realmente le competenze dei governi locali così da evitare il presentarsi di continui veti e contrasti che bloccano l'operatività.
Qualche passo in avanti, sul piano delle infrastrutture, l'abbiamo compiuto con la legge obiettivo, ma non riusciamo ancora a trovare il bandolo della matassa. Certo, se fosse per noi leghisti la soluzione sarebbe stata già trovata… Anche noi però dobbiamo fare i conti con gli alleati e con una politica nazionale che è condizionata dall'emergenza".
Un'analisi sulla quale è intervenuto Bruno Tabacci: "Se la cultura imprenditoriale sta percorrendo la sua strada ma la politica non riesce a trovare soluzioni, dipende anche dal fatto che quest'ultima, come è stata concepita nell'ultimo decennio, è un po' bislacca. Il federalismo, come è stato delineato nella riforma dell'articolo 117 della Costituzione e del progetto attualmente all'esame del Parlamento, non assicura un adeguato grado di efficienza. Il modello bipolare non si adatta al nostro Paese. Non dobbiamo perciò imitare sistemi istituzionali propri di altre tradizioni, come quella inglese e americana. Proviamo a ragionare pacatamente sulle regole attuali della nostra politica: solo in questo modo potremo uscire dall'attuale situazione di stallo".
Enrico Letta, ribadendo che il decentramento oggi significa semplicemente che ogni passaggio viene moltiplicato per tre o quattro volte, ha evidenziato la necessità di ritrovare uno spirito di squadra nella logica dell'innovazione. "La sola strada per evitare il declino è quella di recuperare fiducia e voglia di ripartire in un quadro, anche legislativo, di maggiori certezze: non è possibile che a ogni passaggio politico la nuova maggioranza voglia spazzare via tutto quanto, anche di buono, fatto dal precedente Governo. In verità, qualche segnale positivo in tal senso viene dal recente disegno di legge sul risparmio: un esempio di collaborazione fra parlamentari nell'interesse generale del Paese. Ma è troppo poco: bisogna generalizzare questo spirito. Servono poche norme, ma buone. Se non faremo così, nell'arco di dieci anni la morte del sistema industriale italiano è sicura e non ci rimarrà che essere il più bel museo all'aperto del mondo: un po' poco per mobilitare le energie di un Paese e puntare su di un futuro di sviluppo".
Insomma, in discussione ci sono sempre le scelte sui sistemi istituzionali ritenuti più in grado di far funzionare nel modo migliore l'apparato pubblico, ma anche il comportamento del ceto politico, che sembra sovente dimenticare gli interessi del Paese per privilegiare quelli dell'una o dell'altra fazione. Troppa litigiosità tra i partiti, troppa attenzione ai distinguo in un clima di perenne campagna elettorale, causa esso stesso di un clima di incertezza e di sfiducia che contribuisce ad alimentare la sindrome del declino.

06/10/2004

Editoriale
Focus
Economia
Inchieste
L'opinione
Territorio

Politica
Vita associativa
Formazione
Case History
Università
Storia dell'industria
Natura
Arte
Cultura
Costume
Musei
In libreria
Abbonamenti
Pubblicità
Numeri precedenti

 
Inizio pagina  
   
Copyright Varesefocus
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
another website made in univa