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Land Art sul colle di Biumo

Richard Long è un artista che da anni si distingue per la sua personalissima ricerca artistica astraendosi dalle correnti e dalle mode. Sono occorsi due tir, 93 scatole e 25 tonnellate di pietre, per allestire la mostra Really really simple, a Villa Menafoglio Litta Panza, con opere di Long dal 1978 al 2002.

Richard Long Carrara Line, 1985 marble stones, 1430 x 135 cm Panza Collection Giardino - Villa Panza
"Un sacerdote della natura che cammina tra terra e cielo". Per Giuseppe Panza, suo collezionista dal 1968, l’arte dello scultore inglese Richard Long è un sublime colloquio con la realtà che dura da anni, un cammino per spazi infiniti, senza tempo, mosso dalla motivazione di una grande religiosità, propria di chi vuol capire il senso dell’ andare dell’uomo. Quando Panza lo conobbe, Long- nato nel 1945 a Bristol, allievo dello scultore minimalista Anthony Caro- si cimentava in "opere fatte con aghi di pino o ramoscelli che formavano quadrati". Girava il mondo raccattando rami o sassi, se ne gonfiava le tasche, sformandole. Con quei pezzi di universo Long componeva figure geometriche, disegnava cerchi e rettangoli, tracciava lunghe linee diritte, o fluttuanti come corpi di serpenti, restituendo ai contemporanei il linguaggio arcaico dell’uomo. Questo "antico" mestiere è, ancora oggi, il suo mestiere. Un mestiere, dice lui, really really simple.
Apparentemente paragonabile agli artisti della Land Art, ma sostanzialmente più vicino all’Arte Povera, Long è in realtà sempre stato un esponente della più ricca delle arti: quella non etichettabile di chi, astraendosi dalle correnti e dalle mode, insegue una personale ricerca. Lui la compie nel segno della poesia, dell’ amore e del rispetto per la natura. E offre ai contemporanei una lezione di sapienza, evidenziando nella corruttibilità della materia utilizzata la provvisorietà della natura umana.
Mentre Christo e sua moglie testimoniano al Museo d’Arte Moderna di Lugano dei loro monumentali interventi, Long presenta sette delle sue "umili" installazioni nel paesaggio e negli interni di Villa Menafoglio Litta- nella scuderia grande, nei rustici e persino nella grande sala Impero- facendo di questo raffinato gioiello architettonico e museale una tappa del suo cammino di "artista delle caverne". Sono comunque occorsi due tir, 93 scatole e 25 tonnellate di pietre, spiega l’Amministratore Delegato Culturale FAI Marco Magnifico, per allestire la mostra Really really simple, curata da Lucia Borromeo e Giuseppe Panza, con opere di Long dal 1978 al 2002. Si tratta di sette opere che compaiono per la prima volta tutte insieme in Italia, come ha notato Anna Bernardini, nuovo Responsabile scientifico e organizzativo della Collezione Panza.
Valle Pellice Stone Circle (un cerchio di pietre del diametro di cinque metri del 1989) e l’opera lignea Cross of Stiks del 1983 abitano il grigio pavimento della Scuderia Grande. Wood line, del 1978, una linea lunga oltre 14 metri e larga 2, costruita con 400 pezzi di legno, occupa con coerenza di materie e colori il vicino rustico della limonaia. Meandering Line, l’unica installazione che non fa parte della collezione Panza, ma di quella di Lisa e Tucci Russo, è un infinito serpente di ciottoli in marmo bianco levigati che scorre nel grande prato del parco per 47 metri. Come un ruscello ordinato e asciutto ammicca al sole e alla luce tersa di aprile. E sembra far coppia con il Carrara Line: più di quattordici metri di sassi di marmo, di contrasti cromatici tra le scomposte spigolosità di quei pezzi accostati su disegno di Long da giovanissimi volontari del FAI. La magica, ancestrale rotondità dei lastroni grigi di Madrid Circle (del 1986) taglia il verde del prato e rimanda a quella solare dell’Arizona Circle del 1987, collocata con esiti altrettanto armoniosi nella grande Sala Impero.
Chi conosce Long sa che a ciascun materiale utilizzato da lui corrisponde un viaggio: senza il viaggio, dice, non può esistere una sua opera. Long ha visitato la Lapponia, l’Himalaia, il Circolo Polare Artico, il deserto del Sahara, ricalcando i passi di lontane presenze. Si è portato a casa anche l’acqua e-non potendosi portare il fuoco- residui di cenere, testimoniando con disegni e fotografie, mappe e schizzi, quel suo andare in solitudine, che altro non è se non la voglia di gettare un ponte tra sé e il mondo. Come se Long volesse concedere anche a noi di gettare lo sguardo da quel ponte- costruito sulle sue opere- ora verso la scura terra, ora verso la chiarità del cielo.
O, finalmente, in direzione dell’infinita linea dell’orizzonte.

Really really simple
RICHARD LONG
Opere dal 1978 al 2002
14 aprile-25 giugno 2006
Villa Panza, Varese
Ore 10.00-18.00 (tutti giorni, tranne i lunedì non festivi)

05/05/2006

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