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Il Mondo in tasca

Mappe on line, immagini da satellite del nostro giardino, navigatori perfino sui cellulari e sui palmari. La cartografia elettronica sta entrando prepotentemente nelle nostre vite.


L'amore per il volo ha radici antiche, in provincia di Varese. Da queste parti, infatti, si vola in tutti i modi possibili.
Con ala fissa e mobile, ci si butta con il paracadute o il parapendio, si sfidano le vette prealpine scivolando su silenziosi deltaplani o scintillanti alianti. Tuttavia l'incantevole visione dei sette laghi dall'alto è rimasta un privilegio per pochi fortunati o ardimentosi.
Qualche volta, per il fugace spazio di una virata, chi si è conquistato un posto finestrino su un volo in partenza da Malpensa o Lugano può farsene un idea. Ma oggi abbiamo un'altra possibilità di volare, gratis.
E' sufficiente premere CTRL-ALT-A sull'ultima versione del celeberrimo Google Earth, liberamente scaricabile dal web, ed il gioco è fatto. Anche se virtualmente, potrete sorvolare la nostra provincia, così come ogni altro luogo al mondo, con un placido e maneggevole aereo ad elica o con un velocissimo F16.
E lo scenario tridimensionale sarà più che realistico: sarà reale, perchè composto da fotografie del territorio scattate da satelliti.
Questo è solo un esempio di come si stia vertiginosamente evolvendo l'affascinante mondo della cartografia elettronica, Ricordate? In principio c'era il TuttoCittà. Inseparabile ed indimenticato amico di autisti, agenti di commercio e viaggiatori occasionali, lo si incontrava spesso, ridotto in condizioni pietose, sui cruscotti dei furgoni o nelle tasche dei sedili. Poi vennero le prime mappe su internet, difficilissime da stampare e da consultare.
Furono in seguito aggiunte funzionalità di calcolo automatico dei percorsi e dei tempi.
Poi sono arrivate le mappe satellitari, la tridimensionalità del suolo e degli edifici, fino alle stupefacenti funzionalità di Street View, che vi consente di passeggiare virtualmente in alcune grandi città, ruotando lo sguardo a vostro piacimento in uno scenario fedelmente fotografato, taxi, negozi e passanti inclusi. Insomma una varietà di strumenti, alcuni indispensabili, altri più ludici, che possono realmente cambiare il nostro modo di viaggiare, di "non viaggiare" o meglio di viaggiare virtualmente.
Possiamo infatti sbirciare una possibile meta di vacanze prima di decidere, attingendo ad informazioni di wikipedia, a fotografie del luogo "georeferenziate" da altri utenti piuttosto che farci l'idea dei tempi di trasferimento per uno spostamento d'affari, oppure individuare in maniera "visuale" l'hotel o l'autonoleggio più comodo rispetto alla nostra destinazione, rimanendo sempre nello stesso sito Internet. Tutto questo non è poco e si traduce in un impressionante risparmio di tempo e di denaro. Pensiamo solo a quanto tempo (e carburante) ogni giorno milioni di persone risparmiano grazie alla cartografia elettronica ma soprattutto all'oggetto che più di altri ha influenzato il nostro viaggiare: il navigatore satellitare, felice punto di congiunzione tra la tecnologia di rilevamento GPS, e la cartografia elettronica.
Siamo oramai abituati a vedere discutibili ventose aggrappate ai parabrezza più disparati, anche di auto che valgono meno del navigatore, a testimonianza di come sia pervasiva questa tecnologia. Non tutti sanno però da dove nasce questo insostituibile ausilio alla guida. Il sistema GPS è stato creato dai militari. Infatti, verso la metà degli anni settanta, il Ministero della difesa USA, mise a punto un sistema, basato su una costellazione di una trentina di satelliti in grado di trasmettere in ogni punto della terra un segnale codificato. In seguito ad una controversa "liberalizzazione", il segnale del sistema GPS che fino ad allora aveva guidato mezzi militari, navi e missili, fu reso disponibile ai privati. Il primissimo boom fu nel settore marittimo, grazie alla facilità con cui il segnale poteva essere ricevuto in spazi aperti, alla relativa lentezza dei mezzi e alle ottime possibilità di posizionamento dell'allora ingombrante antenna. Dopo numerosi affinamenti il sistema GPS è stato ottimizzato e miniaturizzato in apparecchi piccolissimi (anche cellulari e palmari) in grado di funzionare perfettamente perfino nei centri cittadini. Il segnale, ricevuto ed elaborato da un ricevitore opportuno che "veda" almeno quattro satelliti, è in grado di trasformarsi in coordinate geografiche ad elevatissima precisione, del punto in cui il ricevitore stesso si trova. Primo mito da sfatare: nessuna comunicazione tra il vostro navigatore ed il satellite: solo ricezione passiva di un segnale e calcoli trigonometrici (processo di trilaterazione). In pratica, nessun satellite ha la posizione della vostra auto. Semmai è il vostro navigatore che, se dotato di funzionalità di teleassistenza, antirapina o antifurto, con una sim telefonica, può comunicare con una centrale operativa.
Le coordinate vengono poi posizionate su una cartografia elettronica. Il software del navigatore fa il resto, aiutando a correggere errori di posizione, segnalandoci il percorso e tutto quanto abbiamo deciso di farci notificare, compresi gli autovelox. Occasione per sfatare il secondo mito: i navigatori non "sentono" prodigiosamente la presenza di un autovelox, semplicemente ne segnalano una ipotetica posizione così come segnalano aree di sosta, alberghi e monumenti. La rapida obsolescenza dei dati è un limite di molti navigatori attuali: infatti la cartografia e tutte le informazioni accessorie sono statiche. Ovvero sono aggiornate alla data di realizzazione del prodotto, o, nella migliore delle ipotesi all'ultimo aggiornamento dei dati, effettuato quasi sempre dopo qualche svolta in contromano in pieno centro storico. I più moderni sistemi, oggi, sono in grado di autoaggiornare viabilità e situazione di traffico in tempo reale, grazie ad una connessione dati costante con la casa madre realizzata tramite
rete cellulare.

Luca Massi

Global Position System: come funziona?

Il funzionamento del sistema GPS è legato a 27 satelliti orbitanti di cui 24 effettivamente operativi e tre di riserva. Le orbite sono circolari su 6 piani orbitali paralleli inclinati di 55° rispetto al piano dell'equatore.
Ogni satellite si trova a circa 20 Km dalla terra e compie due rotazioni del pianeta al giorno. Le orbite dei satelliti sono studiate in modo che in ogni momento ogni punto della terra venga visto da almeno 4 satelliti contemporaneamente.
Oltre ai satelliti, ci sono anche 4 stazioni di controllo a terra che si occupano costantemente di verificare lo stato dei satelliti, di correggere i loro orologi atomici e la loro posizione orbitale. Senza queste stazioni terrestri il sistema non sarebbe in grado di funzionare a lungo. La manutenzione del sistema deve essere costante e continuata. Si calcola infatti che un'eventuale sospensione della stessa provocherebbe un decadimento del sistema nel giro di pochi giorni e la sua completa inutilità dopo circa 2 settimane.
E' evidente che in un sistema così preciso anche il ricevitore debba avere degli standard tecnologici di altissimo livello. Considerando che un navigatore per auto o moto non può certo imbarcare orologi atomici da 150.000 Euro, si è pensato di usare orologi capaci di mantenere un'estrema precisione per brevi periodi che però si sicronizzano frequentemente con l'orologio dei satelliti.

11/21/2007

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