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La web-economy ritorna a crescere

Una ricerca dell'Osservatorio TIC e PMI dell'Università Cattaneo: in un anno cresciute del 9% le aziende che si servono del web per una parte dei loro affari. L'e-business ora è praticato dal 71% delle imprese.

La ricerca s'è posta l'obiettivo di mettere in luce quali siano le tecnologie adottate dalle piccole e medie imprese: in che modo gli strumenti high tech dell'informazione e della comunicazione possono migliorare i rapporti verso clienti, fornitori e partner? Quali i fattori chiave da considerare quando s'adottano nuove tecnologie?
Per rispondere a queste domande, l'Osservatorio TIC e PMI dell'Università Cattaneo ha condotto un'indagine approfondita, che ha avuto come base un campione di 315 imprese, in particolare delle province di Varese, Como e Milano (78% del totale). Aziende appartenenti soprattutto al settore manifatturiero (66%), ma pure dei servizi (22%) e del commercio (12%). Di rilievo per l'analisi anche la dimensione: una parte cospicua è stata formata da micro (meno di dieci dipendenti) o piccole imprese (39%), ma ancor più cospicua è stata la presenza nel campione di quelle di medie dimensioni (44%).
Ebbene, la maggior parte delle piccole e medie imprese interpellate (ben il 71%) svolge attività di e-business, offrendo via web servizi di qualche genere: l'accesso ai dati di magazzino, l'acquisto e gli ordini on-line, la gestione di una Extranet…
Ma l'aspetto forse più significativo emerso dall'indagine è che - in quel 2002 che non può essere certo considerato un anno di successo per la web economy - il loro numero è cresciuto del 9% rispetto al 2001.
Inoltre, sebbene si confermi l'orientamento delle stesse PMI nell'adozione di soluzioni non sempre evolute (siti di presentazione e catalogo, pur in diminuzione, rappresentano ancora il 46% delle soluzioni presenti), si osserva la netta crescita nell'uso d'applicazioni avanzate come Intranet, la gestione ordini, il CRM (Customer Relationship Management) e i forum (dall'8% nel 2001 al 25% nel 2003).
Un'altra interessante osservazione evidenziata dai ricercatori LIUC è che i risultati della ricerca "…sembrano confermare una riduzione del gap esistente tra la piccola e la grande impresa". Tale risultato è forse la dimostrazione di un comportamento prudente della maggior parte delle PMI che hanno preferito restare alla "finestra", adottando inizialmente soluzioni semplici per lanciarsi in sistemi evoluti solo una volta che questi e le tecnologie collegate si fossero consolidate.
Lo stesso trend discendente dei cataloghi (calo del 10%) si può leggere in questa logica. Optare per un sito vetrina, infatti, comporta spesso il delegare a terzi la gestione delle problematiche tecnologiche proprio per il basso valore aggiunto che non induce certo a svolgere tale attività all'interno dell'azienda. Non essendo rilevante, anche il suo sviluppo potrebbe restarne negativamente influenzato.
Diversamente, la scelta di pubblicare su Internet il catalogo aziendale ha rappresentato per molte imprese il primo passo verso l'integrazione del sistema informativo con i servizi web. L'evoluzione potrebbe aver portato all'abbandono della semplice soluzione a catalogo a favore di servizi a più elevata integrazione. Ancora affidati all'esterno nella loro gestione: non a caso, nell'ultimo anno anche le società di servizi high tech sembrano aver subito radicali trasformazioni, configurandosi da semplici "fornitori di siti" a sempre di più "fornitori di soluzioni complete ed evolute".

Tutti connessi a Internet
Anche la connessione a Internet è notevolmente cresciuta nelle imprese. L'indagine dell'Osservatorio TIC e PMI dell'Università Cattaneo ha registrato un incremento di questo dato dal 63% della ricerca dello scorso anno a un 97% che segna la quasi totalità delle aziende connesse alla rete.
Sebbene numerose PMI impieghino un collegamento ISDN (42%), è degna di nota anche la crescita della tipologia di connessione ADSL, che s'è attestata al 34%, con un incremento del 25% rispetto all'indagine precedente. Un passaggio favorito dal rapido sviluppo sul territorio di questa tecnologia e soprattutto, dall'estrema concorrenzialità dell'offerta dei fornitori di servizio.
Al contrario, molto inferiore è l'utilizzo di linee CDN (3%) e di cablaggi con fibre ottiche (5%), proprio perché i benefici di tali tipologie, soprattutto in termini di sicurezza e affidabilità, non consentono di giustificare lo sforzo economico.

06/26/2003

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