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Saronno, un polmone nell'area ex-Cemsa

Rispetto al piano regolatore del 1997 ridotta la cubatura delle nuove costruzioni nell'area ex-Cemsa. Un parco pubblico di 120.000 mq e altri interventi di riqualificazione urbana.

La "vocazione" della città di Saronno, fino a qualche lustro fa, sembrava essere prevalentemente industriale. C'erano molte fabbriche che producevano e che davano lavoro a migliaia di persone, un indotto che allargava le possibilità d'impiego al punto che la città era conosciuta proprio per le sue molteplici attività. Nel giro di pochi decenni, fabbriche famose come la Lazzaroni, la Cemsa (meccanica generale e armeria), la mitica Isotta Fraschini, la De Angeli-Frua (cotonifici), la Philips e altre ancora, hanno chiuso i battenti e al loro posto o sono già sorti complessi edilizi o lo spazio, una volta occupato dai capannoni, langue tra sterpaglie e degrado.
Una di queste grandi aree dismesse, che occupa circa 300.000 mq in gran parte lungo la statale Varesina, era utilizzata nel passato dalla Cemsa, dalla Isotta Fraschini e dalla GB, ed è oggi oggetto di un'importantissima riqualificazione che entro dieci anni, come ha spiegato l'architetto Paolo Riva, assessore all'urbanistica del Comune di Saronno, si relazionerà con il contesto urbano cittadino attraverso diversi interventi urbanistici e con un grande parco pubblico. L'assessore spiega le linee guida di intervento: "Su questa grande area, siamo riusciti a far ridurre la cubatura di circa 40.000 mc rispetto al piano regolatore approvato nel 1997. L'amministrazione si è impegnata, per quando sarà definitivamente approvato il piano attuativo, di realizzare il parco pubblico, sui 102.000 mq di aree che diventeranno di proprietà comunale, rispettando quanto indicato sul vecchio piano regolatore. Va detto anche che, compresi in quest'area, ci sono 5.000 mq di capannoni che saranno 'salvati' per testimoniare la memoria storica dell'attività produttiva saronnese. La destinazione finale è però ancora da definire e sarà la città a deciderlo".
"Il parco - continua l'architetto Riva - sarà uno spazio 'vissuto' e attrezzato, con percorsi di diverso tipo e anche con luoghi per le manifestazioni. Deve essere anche, in sostanza, un ricongiungimento con il centro della città, che avverrà con percorsi pedonali e ciclabili. Per dare un'idea dello spazio che occuperà il parco, bisogna pensare a 14 campi da calcio uniti insieme. Tutto ciò deve essere ancora disegnato ma le idee ci sono già. La parte edificata sarà collocata solo sui bordi dell'intera area, in modo da 'non disturbare'. L'ipotesi più realistica è che il progetto del parco pubblico comunale possa essere inaugurato entro pochi anni mentre gli altri progetti, che gravitano all'interno dell'area attualmente dismessa, saranno edificati privatamente seguendo le direttive del documento".
Su una porzione dell'area interessata, si trova anche la stazione delle Ferrovie Nord, che oggi resta separata da questo contesto ma che, in futuro, sarà collegata per mezzo di un attraversamento pedonale con possibili soluzioni di sottopasso o sovrappasso, in modo da collegare le due parti della città, ora divise. Sull'area di proprietà delle Ferrovie Nord, c'è, inoltre, un vecchio edificio scolastico, interessante dal punto di vista architettonico e di possibile recupero. Questo però dipende direttamente dai progetti delle Ferrovie Nord. Ritornando all'area occupata, dove nel passato c'era l'Isotta Fraschini, si stanno operando lavori di bonifica, come specifica l'assessore Riva: " E' stata stanziata da parte dei privati, una cifra di 1.000.000 di euro per procedere alla bonifica del terreno. Era un'industria metalmeccanica dove c'erano dei serbatoi di gasolio e materiali ferrosi. Dopo la procedura normale di analisi del terreno, si procede ora alla bonifica".
Considerando anche il nuovo ruolo che avrà la stazione Centrale delle Ferrovie Nord, le linee guida di intervento prevedono anche la presenza di limitate zone di parcheggi pubblici o di uso pubblico per la sosta operativa, tenendo conto, per la futura quantificazione, dei parcheggi esistenti intorno alla stazione. Un altro punto da riformare sarà la sosta degli autobus che collegano Saronno ad altri comuni e che, attualmente, creano diversi disagi a causa del parcheggio davanti alla stazione, in una zona centrale della città già gravata da un intenso traffico automobilistico. La possibilità di utilizzare la stazione di Saronno Sud, per la sosta capolinea, potrebbe essere una soluzione in relazione anche al futuro nuovo collegamento ferroviario, con la linea Saronno-Seregno. Sono molti i progetti in cantiere, non ultimo anche il nuovo svincolo autostradale che permetterà di decongestionare il traffico nel centro della città, collegando direttamente l'autostrada dei laghi con la Saronno-Monza. Per concludere l'illustrazione del progetto, l'architetto Riva dichiara: "Le costruzioni che sorgeranno ai bordi dell'area, saranno per 5.000 mq di edilizia convenzionata, (circa 60 alloggi) e il resto sarà per il 30% edilizia residenziale e per il 70% terziario. Non ci saranno nuovi centri commerciali, ma ritengo che si potrà accettare lo spostamento dell'attuale supermercato che sorge nelle immediate vicinanze, liberando così un'altra area. Ma queste sono cose che si decideranno in seguito".


Il sindaco Gilli: l'industria saronnese non scompare

E' da diversi anni che la politica urbanistica di Saronno è improntata a dare un'altra destinazione alle aree industriali. Di contro, cosa sta facendo per trattenere l'industria a Saronno?
"Innanzi tutto direi - afferma il Sindaco di Saronno Pierluigi Gilli - che l'industria saronnese non sta scomparendo; piuttosto, come in tutto il resto del Paese, abbiamo assistito alla fine della grande industria, che in Saronno aveva significativi insediamenti. Le mutazioni avvenute nel ciclo industriale hanno condotto alla sostituzione delle grandi fabbriche di centinaia di addetti con forme di industria leggera, parcellizzata e modernamente strutturata, nonché al fiorire di notevoli esperienze artigianali. Il territorio comunale è piccolo e non si presta ad insediamenti produttivi richiedenti grandi spazi, se non in alcune zone al di fuori del centro abitato, in buona posizione logistica. Per contro, la facilità di trasporto offerta dal nodo ferroviario e da strade ed autostrade (benché attualmente in sofferenza) ha consentito l'arrivo di piccole industrie ed il notevole sviluppo del terziario e del commercio, che costituiscono oggi l'asse portante dell'economia saronnese. La scelta di destinare al 'lavoro' il 70% dell'edificando nella grande area dismessa a sud della Stazione di Saronno è coerente con le avvenute trasformazioni socioeconomiche della città e con la sua vocazione di importante centro viario: in quel 70% troveranno posto uffici e sedi direzionali, attività alberghiere e ricettive, commercio di qualità, piccole attività produttive non invasive e non inquinanti, in diretto collegamento con l'aeroporto della Malpensa e Milano, all'interno di un comparto caratterizzato dalla presenza di un vasto parco urbano di 100.000 mq. Una felice compenetrazione di lavoro e residenza, decisiva per il miglioramento della qualità della vita e per la riqualificazione dell'intera città".

02/20/2003

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