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L'Europa che verrà

Scambi commerciali, lavoro, infrastrutture. L'Europa che verrà in un'intervista a Roberto Santaniello, direttore della rappresentanza dell'U.E. a Milano.

Il Palazzo delle Stelline, sede della rappresentanza U.E. a MilanoL'allargamento dell'Unione fa presagire opportunità ma anche rischi. Si possono fare previsioni di breve e di lungo termine?
“Molti studi relativi alle conseguenze macroeconomiche dell'allargamento hanno sottolineato che i suoi effetti saranno limitati. Questo segnala che l'apertura dei mercati, in parte conseguenza della globalizzazione, ha già prodotto modifiche nelle strategie d'impresa, rendendo difficile una misura dell'impatto delle nuove adesioni. Gli effetti saranno in ogni caso positivi. I paesi che ne beneficeranno maggiormente saranno la Germania, l'Austria e l'Italia che, insieme ai paesi Scandinavi, sono i principali partner commerciali e i più grandi investitori nei paesi candidati.
Allo stesso tempo, non si può nascondere il fatto che molte piccole e medie imprese nei paesi membri si attendano dall'allargamento delle conseguenze negative, ma questi timori sono ingiustificati. Certo, alcuni degli studi più recenti segnalano che le imprese più a rischio sono probabilmente quelle di medie dimensioni nelle zone di frontiera, soprattutto in settori ad alta intensità di lavoro, eventualmente soggetti alla concorrenza salariale. Tuttavia, eccettuati alcuni settori, occorre ricordare che dal 1995 i prodotti industriali dei paesi candidati hanno virtualmente ottenuto libero accesso all'U.E.". La libertà di circolazione delle persone potrebbe dare luogo a flussi significativi di soggetti dai nuovi paesi membri?
“La libertà di circolazione delle persone è una delle più importanti espressioni della cittadinanza europea. Il diritto generale alla libera circolazione sarà esteso a tutti senza limitazioni per motivi di studio o di soggiorno; l'unico caso che presenta restrizioni è la libertà di circolazione nel caso di lavoro dipendente, che prevede un periodo massimo di transizione di sette anni. Il timore di una immigrazione massiccia dai nuovi Stati membri che abbia come conseguenza la perdita di posti di lavoro o riduzioni salariali e l'aumento della domanda di servizi sanitari e sociali appare infondato. Basti ricordare l'esperienza dell'adesione di Spagna e Portogallo in occasione della quale si era temuta una immigrazione di massa verso i paesi più ricchi; ci si accorse in seguito che il numero dei lavoratori in Francia era addirittura diminuito. L'allargamento favorisce la naturale tendenza delle persone a restare nel paese d'origine poiché, aumentando la ricchezza, gli abitanti dei nuovi Stati troveranno opportunità nuove in casa propria. Senza dimenticare che la convergenza dei redditi, che si produrrà inevitabilmente, costituisce un freno alla mobilità; ciò che ci si può ragionevolmente attendere, piuttosto, è una forte mobilità di professionisti altamente qualificati".
Qual è lo stato dei collegamenti infrastrutturali?
"Come è noto la Commissione europea ha recentemente proposto di adattare alle dimensioni dell'Europa allargata la rete transeuropea di trasporto, pubblicando un elenco di progetti prioritari. Questi progetti hanno avuto l'autorevole avvallo del Consiglio europeo nello scorso ottobre. La proposta della Commissione comprende un programma di avviamento rapido di progetti che siano cantierabili, dotati di un forte impatto transfrontaliero e che producano risultati positivi in termini di crescita, posti di lavoro e tutela dell'ambiente. Tra i progetti prioritari dichiarati di interesse europeo figura anche l'Asse ferroviario Lione-Trieste/Koper-Lubiana-Budapest-frontiera ucraina".

Per il Corridoio 5 è fatta

Sono quattro le grandi opere che interessano l'Italia inserite nel primo elenco sul quale sta ancora lavorando la Commissione Europea: il tunnel del Brennero; la linea ferroviaria Torino-Lione (che, con il nuovo tunnel del Moncenisio, fa parte del cosiddetto Corridoio 5, che dovrà collegare Lisbona a Kiev, passando per Barcellona, Perpignano, Lione, Torino, Milano, Venezia, Trieste, Lubiana, Budapest); la tratta ferroviaria Genova-Milano-Gottardo; le Autostrade del mare che coinvolgono numerosi porti italiani. Nell'elenco non è stato incluso il ponte sullo stretto di Messina. Per il Ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi "si tratta di un buon risultato che conferma le scelte attuate dal Governo. Sulla linea Torino-Venezia, negli ultimi due anni, abbiamo investito diversi milioni di euro. Al prossimo Cipe porteremo l'Alta Velocità Milano-Verona".

11/20/2003

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