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“All'economia varesina serve fare di più sistema”

Il Presidente della Camera di Commercio Angelo Belloli: "Se le aziende pagano una certa somma all'ente camerale, io devo renderla fruttifera".

il Presidente della Camera di Commercio Angelo BelloliLo spirito è quello dell'imprenditore ricco dell'esperienza maturata in anni di confronto con il mercato e della saggezza che deriva da una consuetudine al rapportarsi quotidiano con la gestione di un'azienda, dove risorse umane e capitale, tecnico e finanziario, devono integrarsi al meglio per ottenere dei buoni risultati.
“Occorre che la Camera di Commercio garantisca valore aggiunto all'attività d'impresa con i suoi servizi e le risorse messe a disposizione dell'economia varesina. Se le aziende pagano una certa somma all'ente camerale, io devo renderla fruttifera, così da promuovere lo sviluppo complessivo” spiega subito Angelo Belloli, dal dicembre 2000 al vertice dell'ente di Piazza Monte Grappa.

Presidente Belloli, un problema che si trova immediatamente a dover risolvere è quello del Centro Espositivo Polifunzionale che sta sorgendo a Busto Arsizio lungo la superstrada per Malpensa…
“E' una vicenda che presenta diversi aspetti: il primo è quello dell'individuazione e creazione della società di gestione. Occorre capire quale sia la soluzione migliore, così da rendere il più utile possibile per il territorio una struttura che – lo ricordiamo – dovrà essere completata nella sua costruzione entro la fine di questo 2001”.

Si tratta, quindi, di stabilire quali partner potranno entrare nella società di gestione…
“Vorrei fare in modo che si giunga a un possibile, importante coinvolgimento delle amministrazioni pubbliche interessate, perché non si creino campanilismi e si arrivi a un afflato sinergico sulle attività del Centro Espositivo Polifunzionale.
In questa società di gestione, poi, la Camera di Commercio dovrà essere presente solo per ciò che concerne le indicazioni d'indirizzo, non per quelle amministrative di rischio.
Per quest'opera l'ente camerale, infatti, ha già fatto la sua parte: ha messo a disposizione le risorse per la costruzione, ma non intende più investire né sotto il profilo immobiliare, né sotto quello del rischio amministrativo”.

la facciata della Camera di CommercioLa gestione del Centro dovrà, insomma, essere affidata ad alta professionalità…
“Sì, a una società che sia in grado di dar vita a un'attività lungo tutto l'anno.
Del resto, già la precedente Giunta camerale - della quale abbiamo confermato sia gli obiettivi sia la strategia: ho accettato il mio incarico nel segno della continuità - aveva sottolineato l'esigenza di creare un Centro che si ponga a disposizione del sistema economico provinciale a 360 gradi.

L'imprenditoria varesina avrà una struttura polifunzionale certo in grado di ospitare fiere e convegni, ma anche di accogliere convention aziendali, o incontrare clienti e partner stranieri appena atterrati a Malpensa”.

Ma la concorrenza del Polo Esterno della Fiera di Milano, che sorgerà a pochi chilometri, sull'area di Rho-Pero, non rappresenterà un rischio mortale?
“Guardi, quando il nostro progetto è stato reso noto, la Fiera di Milano è stato il primo interlocutore che abbiamo avuto di fronte, dichiarando la disponibilità a collaborare.
Ci sono precise situazioni di mercato che sottolineano l'esigenza di una struttura come la nostra. C'è una quantità consistente di fiere che la struttura milanese non ha interesse a ospitare, e neppure lo avrà nel suo Polo Esterno, perché la loro dimensione limitata non genera economie di scala sufficienti.
La Giunta camerale aveva guardato con attenzione alla richiesta della Fiera di Milano, ma aveva ritenuto opportuno privilegiare le esigenze del territorio varesino: non è detto che quello che Milano non ha interesse a ospitare sia fruttifero per la nostra provincia!”
Resta l'indicazione che il Centro Polifunzionale di Busto Arsizio, se ben gestito e se verranno ampliati gli spazi espositivi come hanno già indicato alcuni consulenti da noi interpellati, avrà sufficiente spazio per affermarsi e risultare una struttura preziosa per Varese e la sua provincia”.

la sala congressi della Camera di CommercioAnche per la sua collocazione a pochi chilometri da un aeroporto internazionale…
“Questo è indubbio. Pochi si sono accorti che sul territorio provinciale nel giro di pochi mesi è nato il comune più grande: Malpensa ospita 100.000 abitanti al giorno. Lo scalo è una struttura che, indubbiamente, va gestita; non può essere subita. Questo, però, non vuol dire boicottarla. Si tratta di stabilire delle regole e, possibilmente, di farle noi. Altrimenti saranno gli altri - magari coloro che dal Giappone o da altre nazioni hanno già incominciato a investire i loro soldi nell'area dello scalo gallaratese - a imporci le regole che vorranno”.

C'è, però, un altro argomento che la cronaca propone: come offrire nuove opportunità di sviluppo al Centro Congressuale “Ville Ponti” di Varese?
“Si tratta di dare un assetto definitivo alle 'Ville Ponti', nel senso di stabilire se 'Ville Ponti' resterà un Centro Congressuale limitato alle esigenze del territorio, oppure diventerà una struttura a livello internazionale. Non c'è ombra di dubbio, comunque, che in entrambi i casi occorra organizzare al meglio il tutto, approfittando anche dell'opportunità che la gestione della struttura è ritornata nelle mani della Camera di Commercio attraverso la sua azienda speciale Promovarese.
E ancora, immaginando convegni di alto livello, bisogna obbligatoriamente pensare alla costruzione di un albergo che affianchi la struttura congressuale”.

Una richiesta che la Camera di Commercio ha già avanzato da tempo…
“Sì, ma proprio nelle ultime settimane il Sindaco Fumagalli ha dichiarato la disponibilità dell'Amministrazione Comunale a prendere in considerazione il progetto, così da apportare al Piano Regolatore quella variante indispensabile per la costruzione di un hotel, necessariamente a cinque stelle e legato alle catene più importanti.
Vorrei, però, precisare che in questa iniziativa la Camera di Commercio sarà impegnata solo nel mettere a disposizione il terreno - peraltro già in suo possesso - dove sorgerà l'albergo. Punto e basta: di investimenti immobiliari non se ne parla!Si tratterà, in un primo tempo, di mettere a punto un project financing, con il coinvolgimento di forze private, per la realizzazione della nuova struttura e, successivamente, di definire le modalità della sua gestione”.

gli uffici della Camera di CommercioCrede che questi obiettivi potranno essere almeno delineati nel corso del suo mandato, che si chiuderà nell'estate del 2002?
“Beh, io dico che già entro la fine del 2001 dovremo avere le idee ben chiare rispetto alla soluzione migliore da attuare per garantire il pieno sviluppo delle 'Ville Ponti'”.

Quanto, invece, alle risorse economiche che la Camera di Commercio destina al sistema economico, qual è la strada che intende percorrere?
“Innanzitutto, dico stop ai finanziamenti a pioggia. Del resto vedo che su questo punto c'è ormai una convergenza fra le varie forze economiche.
Occorre orientare, invece, gli interventi finanziari della Camera di Commercio a degli obiettivi ben precisi, che garantiscano un incremento di competitività al sistema provinciale nel suo complesso. Questo, ovviamente, porterà a un confronto d'idee e di progetti fra i vari soggetti interessati. Un anno, magari, risulterà privilegiato un comparto, ma gli altri potranno rifarsi nell'immediato futuro. Basta che presentino - lo ripeto - dei progetti interessanti”.
Presidente, la sua nomina è giunta dopo una crisi pesante, che ha coinvolto la figura di Dario Guidali, il suo predecessore. Quali valutazioni ha tratto da questa vicenda?
“La mia convinzione è che Varese e le sue varie componenti debbano imparare a fare di più e meglio sistema, in una logica di marketing territoriale.
il Centro Congressi "Ville Ponti"Capisco che raggiungere un obiettivo così importante significhi arrivare a un vero e proprio stravolgimento culturale per molte categorie economiche.
Certo, non possiamo pretendere che tutti si adeguino dalla sera alla mattina e, forse, certi intoppi sono fisiologici. Eppure dobbiamo puntare a questo risultato, se vogliamo rimanere competitivi nell'era del mercato globale.

Vede, la categoria di cui come imprenditore faccio parte, che è l'industria, mi pare abbia già abbastanza acquisito questa cultura. Anche perché l'età media dei componenti del Consiglio Direttivo dell'Unione Industriali non supera i 45 anni: sono tutti personaggi che hanno implementato la cultura del fare sistema sin dal periodo degli studi universitari.
Nelle altre categorie non mi sembra che le condizioni siano le stesse: molte Associazioni hanno appena iniziato questo cambio generazionale.
Le due Università del nostro territorio possono fare molto per educare i loro allievi, che saranno domani nelle posizioni di comando, a fare sistema”.

01/18/2001

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