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Formarsi o fermarsi

Una provincia molto attiva nel campo della formazione continua, con la convinzione che… chi non si forma è perduto!

La complessità della realtà odierna richiede, in ogni ambito di attività, grande capacità di adattamento alle trasformazioni, che sono sempre più veloci. Nella tecnologia, nelle relazioni economiche, nel vivere sociale. Se si vuole rimanere in sella, è richiesta una forte attitudine ad assecondare i cambiamenti e a governare gli eventi.
L'informazione è un fattore indispensabile, di cui non si può assolutamente fare a meno. La preparazione, altrettanto. Ma quale preparazione?
Nella seconda metà del '900 andava di moda negli USA un modello formativo ispirato alla specializzazione del sapere. Un modello che, probabilmente, ha favorito lo sviluppo di centri produttivi di eccellenza, soprattutto nel campo dell'alta tecnologia. Ma che ha evidenziato anche dei limiti, perché chi conosceva tutto, ma proprio tutto, di un particolare segmento del sapere si trovava in difficoltà ad interagire con altri super-specialisti. Ciò dava luogo a difficoltà a progettare sistemi complessi (da lì l'enfasi d'oltreoceano sul lavoro in team), ma anche, sul piano personale, a riconvertire le professionalità quando un settore smetteva di essere trainante e, sul piano sociale, ad avere, da parte dei decisori, una visione complessive delle numerose variabili in gioco. Con, a volte, conseguenze negative sul piano delle relazioni e ampio ricorso agli "strizzacervelli".
Il modello formativo presente nel nostro paese è rimasto incardinato sulla multi-disciplinarietà e a quel modello ha voluto rimanere fedele, giusto per fare un esempio vicino a casa nostra, l'Università promossa dall'Unione Industriali della Provincia di Varese alla fine degli anni '80: l'Università Cattaneo-LIUC di Castellanza, dove tutti i corsi di laurea prevedono percorsi nei quali si compenetrano in modo organico discipline tra loro diverse: a Economia Aziendale si insegnano anche materie tecnologiche, a Ingegneria Gestionale si insegnano materie economiche e così pure a Giurisprudenza.
Non conta tanto la specializzazione, quanto l'ampiezza dello spettro delle conoscenze. Non è importante conoscere tutto di una materia cristallizzando un sapere che diviene presto obsoleto, quanto apprendere un metodo di indagine, favorire cioè "la maturazione di facoltà psichiche e intellettuali dovuta allo studio ed all'esperienza", che è poi il significato figurato del termine "formazione".
Imparare ad imparare, è la carta vincente per chi si muove nella complessità del mondo d'oggi. Da qui, l'importanza della cosiddetta 'formazione permanente", che in senso riduttivo viene considerata come "aggiornamento" ma che, in realtà, significa ben di più. Significa 'resettare" il proprio cervello, per predisporlo a ricevere nuovi input, stimoli per essere pronto ad affrontare le nuove sfide indotte dal cambiamento dello scenario in cui ognuno opera.
A cosa ci riferiamo quindi quando parliamo di formazione continua? Dipende dal punto di osservazione e dal risalto che vogliamo dare al discente o al formatore. In generale siamo portati a concepire la formazione continua come ad un processo, e quindi ad un insieme di azioni e di attività che vedono la diretta partecipazione del destinatario della formazione. Tale processo normalmente si compie nell'arco di un tempo e in luoghi prestabiliti. Tradizionalmente quindi ci si riferisce alla formazione d'aula, secondo calendari, contenuti e destinatari predefiniti, ovvero ai cosiddetti corsi a catalogo proposti da diverse agenzie formative, come ad esempio, per rimanere alla provincia di Varese, i corsi per specifiche categorie di destinatari proposti dalla Camera di Commercio di Varese attraverso la propria Agenzia Formas, oppure i corsi per le imprese tessili proposti dal Centro Tessile e Cotoniero e Abbigliamento di Busto Arsizio.
Diverse sono le componenti che attivano il processo e altrettanto numerose possono essere le modalità e le motivazioni per fare formazione. Sempre più frequentemente, infatti, la formazione assume contorni più sfumati e caratteristiche non facilmente codificabili negli schemi tradizionali. Formazione on the job, formazione personalizzata, formazione a distanza, tutoring… un tempo si usava paragonare la formazione aziendale ad un abito su misura fatto in sartoria: formazione su misura del cliente.
Ma sempre più frequentemente cliente e fornitore coincidono: imprese di medie e di piccole dimensione hanno il 'sarto in casa". Per contenere i costi della formazione (le trasferte dei dipendenti e il tempo trascorso fuori dall'azienda, ad esempio) ma anche per creare processi virtuosi di cambiamento culturale e accompagnare processi di sviluppo organizzativo.
Ecco allora che ritorniamo al significato originario del termine formazione: il coinvolgimento del soggetto ricevente non solo in termini di fruizione della formazione, ma in senso attivo di creazione del processo, di gestione e di valorizzazione delle attività finalizzate alla maturazione di conoscenze e competenze.
Su questo filone di intervento si collocano, ad esempio, i progetti di sviluppo delle competenze proposti dall'Unione Industriali di Varese attraverso la propria società di servizi SPI - Servizi & Promozioni Industriali, che abbina ai momenti ed agli strumenti tipici dell'aula, lo sviluppo di project work in impresa ed il tutoring dell'associazione e che offre una intensa attività corsistica in numerosi campi di interesse del management e del personale aziendale: sicurezza, ambiente, amministrazione e finanza, comunicazione, gestione aziendale, organizzazione e management, telematica e informatica, marketing, amministrazione del personale.
Dobbiamo ricordare poi le attività di formazione permanente svolte dalle due Università presenti sul territorio, l'Università Cattaneo - LIUC e l'Università dell'Insubria, su cui torneremo in un prossimo numero Varesefocus.
Sempre più articolate e diversificate sono le forme e le metodologie attraverso le quali si realizza la formazione di quanti dirigono o collaborano nelle imprese: vi ritroviamo processi formali e informali, volontari e non. Termini quali learning organization, comunità di pratiche, apprendimento organizzativo, knowledge management contraddistinguono solo alcuni dei processi di formazione aziendale oggetto di svariati filoni di ricerca universitaria. Ed è la divulgazione delle relative teorie che ci consente oggigiorno di sostenere l'esistenza di uno stretto legame tra formazione e processi di cambiamento organizzativo.
Tutto ciò conferisce un'importanza strategica agli interventi di formazione aziendale per la gestione dell'innovazione e la continuità dell'impresa nella sfida competitiva del mercato.
Ritornando alla considerazioni iniziali sulle finalità della formazione e attribuendo alla formazione il concetto di "sviluppo di competenze", ci troveremo quindi a constatare che innumerevoli, ma poco formalizzati, sono gli eventi favorevoli a questo sviluppo. Come si potrebbe codificare, ad esempio, il processo di formazione degli imprenditori che, partecipando alla vita della propria associazione, attingono alla ricchezza del confronto continuo con colleghi imprenditori del medesimo settore merceologico e di settori diversi?
E' universale e condivisa la necessità di formare conoscenze e competenze, ma occorre creare i presupposti, ovvero plasmare gli strumenti e creare le condizioni favorevoli, perché si possano sviluppare le competenze delle persone e conseguire miglioramenti delle performance aziendali. E' questo l'auspicio di quanti operano con impegno nel campo della formazione, per la quale non sussiste ombra di dubbio che in provincia di Varese non ci si debba in alcun modo "fermare"!

01/15/2004

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