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L'arte nobile della liuteria

In provincia di Varese si fabbrica di tutto e di più. Anche strumenti musicali appartenenti al ramo della liuteria: violini, viole, violoncelli. E clavicembali.

La liuteria - si legge nell'enciclopedia on-line Wikipedia - è l'arte della costruzione e del restauro di strumenti a corda ad arco (quali violini, violoncelli, viole, contrabbassi, ecc.) e a pizzico (chitarre, bassi, mandolini, clavicembali, ecc.). Il nome deriva dal liuto, strumento a pizzico molto usato fino all'epoca barocca. Oggi con questo termine si indica generalmente la costruzione di strumenti musicali in maniera artigianale. Un'arte e una tecnica che, dall'epoca classica della liuteria (XVII, XVIII secolo), è giunta fino ai giorni nostri quasi immutata.
In antichità, il liutaio era solito lavorare nella bottega, aiutato da uno o più apprendisti. Durante il Rinascimento, in Italia vi fu un gran fermento nell'attività liutaria. Famosa per le sue botteghe fu, ed è ancora oggi, la città di Cremona, che ospitò, tra le altre, la bottega di Antonio Stradivari e Giuseppe Guarneri, probabilmente i più grandi liutai della storia.
Forse pochi sanno che anche in provincia di Varese esistono botteghe di liutai. Tre di queste si dedicano alla costruzione di violini, viole, violoncelli. Un'altra, fabbrica invece clavicembali, gli strumenti a tastiera che furono veri protagonisti per almeno tre secoli, dall'inizio del '500 alla fine del '700, della musica di Corte, associati a grandi compositori quali Frescobaldi, Scarlatti, Corelli, Vivaldi, Bach, Mozart. Il clavicembalo ha il tipico suono di corda pizzicata che ricorda il liuto o l'arpa, un suono molto bello e ricco ottenuto grazie ad un "salterello” che porta un piccolo plettro, anticamente fatto in penna di corvo. Quando il salterello sale, spinto dal tasto, il plettro pizzica le corde. I registri permettono di pizzicare fino a tre corde contemporaneamente.

Bizzi, l'arte italiana del clavicembalo
I clavicembali prodotti da Guido Bizzi si sono imposti all'attenzione mondiale in pochi anni. La fabbrica risale agli inizi degli anni '90 e la produzione è passata da 12 a 75 clavicembali all'anno, esportati in Austria, Australia, Azerbaijan, Belgio, Bielorussia, Canada, Cile, Cina, Croazia, Colombia, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Grecia, Indonesia, Iran, Irlanda, Israele, Lettonia, Lituania, Lussembourgo, Messico, Monaco, Nuova Zelanda, Norvegia, Olanda, Paraguay, Perù, Polonia, Portogallo, Romania, Russia, San Marino, Serbia, Spagna, Svezia, Svizzera, Singapore, Ucraina, Ungheria, Usa.
Una dozzina di addetti - compresi moglie e figli, acquartierati in un'ala del castello di Caidate (Sumirago) ma in procinto di trasferirsi in una nuova altrettanto prestigiosa sede a Bodio Lomnago (v. box) - più una rete di circa trenta fornitori altamente specializzati, formati in anni di lavoro, tra cui ebanisti, scultori, intagliatori, pittori, l'azienda familiare Bizzi opera secondo i canoni tradizionali dell'artigianato artistico, sebbene con un'organizzazione imperniata sulla suddivisione e specializzazione nelle varie fasi di costruzione. "Mi sono ispirato all'organizzazione del lavoro della famiglia Ruckers - spiega Guido Bizzi - che, ad Anversa, nel '600, doveva avere certamente prezzi alla portata di molti visto e considerato che, allora, la città contava non più di 80.000 abitanti”. Il risultato è una serie di modelli che partono da poche migliaia di euro, adatti anche ad essere usati come strumenti di studio, per arrivare a pezzi unici di grande pregio artistico, sia per la qualità del suono, sia per le decorazioni fatte a mano. Sempre comunque con un buon rapporto prezzo/qualità.
Una vera e propria passione per gli strumenti antichi, quella di Guido Bizzi, che affonda le radici negli anni giovanili nei quali si è dedicato, con un gruppo di amici, a Milano, alla scoperta e alla divulgazione della musica del Medioevo. Per tale motivo, la sua abitazione è disseminata di strumenti a corda e a fiato quali cromorni, cornamuti, bombarde, ghironde, oboi, liuti, ecc. Un temperamento artistico in campo musicale che ha però saputo affiancare all'imprenditorialità. Nato a Vercelli 67 anni fa, dopo la laurea in Ingegneria meccanica al Politecnico di Torino si specializza nel canto barocco e nell'uso di strumenti rinascimentali in gran parte da lui stesso costruiti. Tiene concerti in Italia e all'estero ottenendo consensi lusinghieri da parte di critici di fama internazionale. Con un socio fonda una trafileria che produce corde metalliche per strumenti musicali, le stesse che ora sono impiegate sui propri clavicembali. Nasce così una figura di impresa che riesce a coniugare arte e tradizione con i più moderni principi gestionali. E che ai clavicembali sta ora affiancando la costruzione di organi portativi per musica barocca, interamente in legno, con alimentazione elettrica a ventilatore.

Profumi d'abete e d'acero
"Probabilmente già Stradivari costruiva violini con il legno dell'abete rosso della Val di Fiemme - annota Domenico Fantin, nato a Varese 80 anni or sono e residente a Induno Olona, decano dei liutai di questa provincia - ma con l'abete si fabbrica solo il piano armonico, cioè la parte anteriore dello strumento. Per le fasce e il fondo ci vuole l'acero della Bosnia”. Il motivo è presto spiegato: "Quest'albero cresce su terreni difficili, ma ricchi di minerali. Ne risulta un legno duro, adatto a trasmettere le onde sonore. Pensi che con questa combinazione di legni all'interno della cassa del violino si generano onde che viaggiano alla velocità di 5.800 metri al secondo, quando nell'atmosfera il suono ha normalmente una velocità di 340 metri al secondo”.
Il segreto è tutto qui: uno studio costante per migliorare la sonorità dello strumento, per far sì che, in teatro, il suono non si smorzi dopo le prime file di poltrone ma arrivi dovunque con la medesima intensità e timbro. Domenico Fantin ha imparato da sé l'arte della costruzione di violini e violoncelli. Dopo il diploma in violino e qualche anno in attività concertistica, al seguito di alcune orchestre sinfoniche, tutto è iniziato dall'aver smontato il proprio strumento per un'operazione anti-tarlo. Da lì il desiderio di cimentarsi nella costruzione di uno strumento nuovo e, in seguito, a partire dal 1968, la produzione vera e propria.
Oggi Fantin costruisce più che altro per diletto, per impegnare il tempo. "Fabbrico uno strumento ogni tre mesi - dice - e per questo cerco di fare del mio meglio”.
Dei circa 4 violini prodotti in un anno, 3 sono esportati: in Germania, Austria, Taiwan. Tra il 75% e l'80% si colloca anche la percentuale di esportazione degli altri due più giovani liutai varesini: Mattia Riva di Varese e Alessandro Scandroglio, originario di Castellanza ma residente a Casorate Sempione. 35 anni il primo, 28 il secondo, entrambi si sono fatti conoscere, come del resto Guido Bizzi, partecipando alle rassegne espositive di settore, soprattutto quella di Francoforte e quella di Cremona. Riva ha frequentato il liceo artistico ed ha studiato chitarra. Poi, la scuola di liuteria di Cremona.
Pure Scandroglio si è formato al liceo artistico e contemporaneamente si è diplomato in pianoforte alla scuola civica di musica di Gallarate. In seguito, ha frequentato la scuola di liuteria di Parma. Entrambi hanno quindi abbinato la manualità appresa sui banchi del liceo artistico con la passione per la musica. Ed entrambi si sono fatti conoscere fuori dai confini italiani. Scandroglio esporta quasi tutta la propria produzione in Giappone. Riva in Giappone e negli USA. Accanto alla costruzione, l'attività di riparazione, restauro, noleggio.
A Bodio Lomnago un centro musicale

Nella nuova sede di Bodio Lomnago, in quella che fu ai tempi la Casa dei Bossi, una villa originaria del Cinquecento, Guido Bizzi non solo trasferirà a breve la produzione dei clavicembali, ma allestirà anche un museo di strumenti antichi facendovi confluire la propria collezione privata. Il museo sarà visitabile e la sede dell'azienda diventerà un Centro di espressione musicale: si terranno corsi di perfezionamento, master class e concerti, durante la stagione estiva, nella corte della Villa e nell'edificando auditorium comunale. Una fondazione gestirà le attività del Centro. La sua missione sarà la promozione della musica, dei giovani artisti, delle culture del territorio. Il ciclo produttivo dei clavicembali verrà ridisegnato aprendo i laboratori al pubblico, per farne un museo vivo in cui si vedano gli artigiani al lavoro e si segua la costruzione dello strumento dall'inizio alla fine. Alla visita dei laboratori seguirà l'esposizione di strumenti originali a pizzico, a fiato e ad arco che documentano tre secoli di storia fino alla fine del Settecento. Le visite saranno seguite da un concerto dimostrativo.
L'edificio conta 46 stanze, intorno ad una corte, un campo con un imponente filare di pioppi in direzione nord, con vista sul lago di Varese e un giardino all'italiana a sud. Le stanze del museo saranno adibite anche ad aule per i corsi di perfezionamento musicale, per attività culturali e formative rivolte al pubblico ma soprattutto agli alunni delle scuole e dei conservatori di musica.
Luino, Stagione Musicale 2008

Una Stagione Musicale 2008 importante, quella che inaugurerà l'Orient Express Ensemble il 20 aprile prossimo alle ore 21.00 presso il Palazzo Verbania di Luino. Ben otto gli appuntamenti a ingresso libero previsti sino al 6 settembre. Caratterizzati dalla presenza di artisti di fama internazionale, i concerti in cartellone si rivolgono ad un pubblico eterogeneo, spaziando dal jazz alla musica classica, senza mancare di dare risalto anche alla cosiddetta musica etnica. La Stagione Musicale di Luino è ideata e organizzata da Francesca Galante per l'Associazione Rinascenze, con il contributo del Comune di Luino e della Comunità Montana Valli del Luinese, e delle aziende private I.M.F., Assiteca, Banca Popolare Commercio e Industria, Riello di Valsoni, Italtrasfo, Legnami Marchetti, UNES (Germignaga, Maccagno, Porto Valtravaglia) e Francesco Marmino Fotografo.
I concerti:
- 20 aprile, Palazzo Verbania, Luino: Orient Express Ensemble
- 30 maggio, Palazzo Verbania, Luino: Quartetto Strumentale di Milano
- 23 giugno, Teatro Sociale, Luino: Duo Danilo Rea - Renato Sellani
- 8 luglio, Palazzo Verbania, Luino: Garrison Fewell Trio - guest star Don Friedman
- 27 luglio, Palazzo Verbania, Luino: Duo Sandro Laffranchini -Andrea Rebaudengo
- 10 agosto, Teatro Sociale, Montegrino Valtravaglia: La Rosa - musica sefardita
- 16 agosto, Chiesa di Runo, Dumenza: Trio d'Ance dell'Orchestra Sinfonica di Milano "G.Verdi”
- 6 settembre, Palazzo Verbania, Luino: Coro Polifonico Goccia di Voci - "Canti corali dallo spirituale allo spiritoso”.
Info: rinascenze@libero.it - studiodore@gmail.com - Tel. 348.2833200

04/04/2008

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