Varesefocus.
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
Varesefocus

 
 

Ecco come migliorare il cibo del futuro

I biotecnologi dell'Insubria punta avanzata della ricerca sugli OGM in campo agroalimentare. Le difficoltà causate da un dibattito pubblico spesso condizionato dai pregiudizi.

E' uno dei poli d'eccellenza e di una rete che comprende anche l'Università Statale di Milano e il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) sempre del capoluogo lombardo. Nei laboratori del Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale dell'Insubria - la cui sede è nel rione varesino di Bizzozero - vengono condotti degli studi approfonditi sugli OGM, gli ormai famosi organismi geneticamente modificati.
"Le nostre analisi, che sono tutte rigorosamente svolte a livello di laboratorio, in un ambiente protetto e finalizzate alla sola ricerca di base - spiega la Professoressa Marcella Bracale, docente di Biotecnologie Vegetali -, puntano a capire se l'introduzione di un gene esogeno in un organismo vegetale sia un evento di per sé in grado, oppure no, di scatenare degli effetti di riarrangiamento all'interno del genoma (o Dna) dell'organismo stesso".
Questo con l'obiettivo, evidentemente, di dar vita a piante che garantiscono, per esempio, un prodotto qualitativamente migliore, più durevole, a minor costo. Vegetali capaci un giorno, si spera, di ridurre la mortalità da fame nei Paesi sottosviluppati.
"Queste tecnologie potrebbero, inoltre, permettere la salvaguardia di prodotti tipici nazionali come il pomodoro San Marzano, la cui produzione è oggi assai limitata per la sua sensibilità a virosi. E ancora, di alzare la soglia di resistenza al freddo del riso: un progetto importante per una vasta area confinante al Varesotto dove si coltiva proprio questo alimento…".
All'Insubria, quindi, si fa ricerca biotech in un contesto scientifico fra i più avanzati. Un settore sul quale, peraltro, pesano in misura elevata le conseguenze di un dibattito a livello d'opinione pubblica che, soprattutto in Italia, spesso è condotto in modo non ortodosso.
Da tempo viene alimentato, ingiustamente, il sospetto che la ricerca sia in gran parte asservita agli interessi delle multinazionali agro-alimentari. Si è tentato di diffondere il pregiudizio che gli OGM siano nocivi all'ambiente e alla salute dell'uomo.
Una situazione che pesa sulle opportunità di sviluppo offerte a questa ricerca di punta, con la conseguenza di mortificare le possibilità competitive del nostro Paese nei confronti degli altri con cui intratteniamo rapporti economici e commerciali: vedi Francia e Germania, fortemente impegnate negli studi sugli OGM, per non parlare degli Stati Uniti o della Gran Bretagna.
Di fronte a questa realtà, l'impegno dei biotecnologi dell'Insubria è anche quello di far conoscere al maggior numero di persone - com'è avvenuto in occasione di una tavola rotonda aperta al pubblico che si è svolta a Varese - dei dati che siano frutto di una rigorosa analisi scientifica. Risultati che stanno dimostrando in modo chiaro come i dubbi o addirittura le diffidenze ripetutamente sollevati nei confronti dell'introduzione e dell'impiego degli OGM non abbiano alcun fondamento. Con le cautele ragionevolmente adottabili su base scientifica, le probabilità di danni all'uomo sono stimate come trascurabili: non si conosce una sola vittima accertata o una persona che si sia ammalata per essersi alimentata con cibo transgenico!
"Le maggiori istanze sostenute dai contestatori degli OGM sono facilmente smontabili - sottolinea il Professor Achille Ghidoni -. Il cosiddetto 'inquinamento genetico' è pura invenzione.
La possibilità di allergie da alimenti derivati da OGM è alquanto remota, teorica, mai osservata in pratica.
I soggetti costituzionalmente predisposti ad allergie alimentari costituiscono il 4-5% della popolazione. E non sono affatto in aumento, come spesso viene falsamente sbandierato.
Eppure, gli oppositori dei cibi transgenici, ignorando questa realtà, continuano a diffondere la paura di un pericolo di fatto inesistente…".
Gli studi condotti dai ricercatori dell'Insubria all'interno dei loro laboratori acquistano così un rilievo ancora maggiore.
"Lavorando su una pianta modello qual è l'Arabidopsis thaliana, per poi estendere le conoscenze che acquisiremo alle piante di maggior interesse agronomico - riprende la Professoressa Bracale -, stiamo giungendo alla conclusione che l'introduzione di geni esogeni con tecniche molecolari non pare perturbare il genoma". Altre ricerche portate avanti a Varese puntano, invece, alla comprensione dei meccanismi di resistenza delle piante al freddo. "Anche qui stiamo ottenendo i primi risultati - aggiunge la ricercatrice Candida Vannini -. E alcuni geni che stiamo studiando da tempo sembrano proprio essere coinvolti nei processi di miglioramento della resistenza alle basse temperature".

Studenti di successo

Ne abbiamo parlato lo scorso numero e subito il loro impegno ha ottenuto un riconoscimento. L'impresa-laboratorio avviata, nell'ambito del progetto nazionale "IG Students", da dieci studenti della Facoltà di Economia dell'Insubria ha ottenuto il primo premio a livello regionale, superando analoghe iniziative imprenditoriali sviluppate da altre Università della Lombardia. Ricordiamo che i ragazzi varesini, con il supporto dalla Professoressa Antonella Zucchella (nella foto), hanno dato vita a un sito Internet che fornisce servizi utili ai loro colleghi di Ateneo.

06/21/2001

Editoriale
Focus
Economia
Inchieste
L'opinione
Territorio

Politica
Vita associativa
Formazione
Case History
Università
Storia dell'industria
Natura
Arte
Cultura
Costume
Musei
In libreria
Abbonamenti
Pubblicità
Numeri precedenti

 
Inizio pagina  
   
Copyright Varesefocus
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
another website made in univa