Varesefocus.
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
Varesefocus

 
 

Varesotto ancora sott'acqua

Nel solo 2002 ben due alluvioni a causare disastri. Gli ingenti danni alle infrastrutture, ai cittadini e alle imprese. Eppure le opere per ridurre il rischio idro-geologico rimangono sulla carta.

La gente non ne può più. Tanti, troppi appelli sono rimasti e rimangono inascoltati per un tempo che sta diventando sempre più lungo.
Le case e le imprese del Varesotto vanno sott'acqua proprio mentre vanno in fumo i soldi già stanziati per le casse di laminazione di Gurone, destinate alla prevenzione del rischio lungo l'asta dell'Olona e rimaste incredibilmente monche nella loro realizzazione. Ed è questo soltanto uno degli esempi, forse quello più eclatante, di una paralisi burocratica che sta mettendo letteralmente KO il territorio della provincia di Varese. Le alluvioni sono sempre più frequenti: nel solo anno 2002 è successo per ben due volte. Le cronache del mese di maggio dello scorso anno registrano numerose frane, tra cui quella disastrosa che interrompe la strada statale e la ferrovia presso Maccagno. Il Boesio inonda diverse parti di Cittiglio, fra cui la zona dell'ospedale, mentre il Lago Maggiore allaga alcuni paesi. Non da meno l'Olona, che esonda in diversi punti. Nuovi guai in novembre: sono di nuovo straripati, nella parte più a sud della provincia, l'Olona, il torrente Arno e, nel Saronnese, il Bozzente e il Gradaluso. Il lago Maggiore è uscito a Laveno, Porto Valtravaglia, Ispra, Sesto Calende. Il Lago di Lugano ha allagato Porto Ceresio. Il Boesio ha nuovamente minacciato l'ospedale di Cittiglio e il fiume Tresa si è portato via la strada provinciale che collega Ponte Tresa a Luino, il cui destino, dopo le innumerevoli frane, sembra proprio segnato da una vera e propria maledizione. Smottamenti si sono verificati un po' dovunque, con interruzioni alla viabilità. Le precipitazioni primaverili e autunnali sono state certamente eccezionali, ma a consentire che la forza dell'acqua causasse danni per milioni di euro ha contribuito sicuramente anche la difficoltà di dar vita a opere sempre più indispensabili. Anche perché, come dal Centro Geofisico Prealpino ammoniscono gli esperti che studiano l'evolversi della situazione meteorologica "…anche per il 2003 s'attendono punte di piovosità elevata e violenta, concentrate in pochissimi giorni".
I nubifragi dell'ultimo anno sul Varesotto, insomma, non sono destinati a rimanere un episodio sporadico. Anzi, fenomeni di questa natura diventeranno sempre più frequenti. Ma nessuno - ancor oggi - si sta preparando ad affrontarli fornendo il territorio di quelle opere necessarie alla prevenzione del rischio idrogeologico.

SULL'ULTIMO EPISODIO ALLUVIONALE ABBIAMO RACCOLTO ALCUNE DICHIARAZIONI
Giorgio Merletti (Presidente Associazione Artigiani della Provincia di Varese)
Non c'è dubbio: il problema del dissesto idrogeologico non è altro che l'ennesima conseguenza dei pesanti ritardi nell'adeguamento delle infrastrutture di cui soffre il Varesotto. Un problema che non si può non collegare all'incuria e all'abbandono del territorio: è inutile fare discorsi filosofici sul marketing territoriale quando poi non si fa nulla perché le vallate, in particolare del Luinese, possano offrire opportunità a lavoratori che oggi vedono possibilità soprattutto oltre confine. Attenzione: i finanziamenti seppur importanti non possono sostituire l'assenza dell'uomo!
Un'ultima sollecitazione a chi può e deve intervenire: noi come Associazione ci siamo più volte impegnati per il recupero dei boschi e sulla pulizia degli alvei lungo l'asse dell'Olona, ma si deve capire che questi corsi d'acqua devono poter esondare solo in luoghi - e ce ne sono - dove non si creino danni…
Carmelo Tomasello (vicesindaco e Assessore Urbanistica di Legnano)
Che si decidano a costruire una volta per sempre quelle famose casse di laminazione! Non è possibile risolvere i problemi se non si garantisce all'Olona un polmone che dia respiro al flusso delle sue acque… Certo, occorre anche un uso più ponderato delle risorse idriche. Abbiamo occupato in misura sempre maggiore il suolo: le stesse acque meteoriche non confluiscono più in falda bensì nelle fogne e quindi nei fiumi. Ce ne accorgiamo noi a Legnano: quando l'Olona è già gonfio e dobbiamo fare i conti con un acquazzone, la rete fognaria non riesce più a contenere l'acqua che regolarmente deborda sulle strade. La soluzione allora non può essere che quella di dar finalmente respiro al flusso del fiume. E farlo prima che sia troppo tardi per tutti…
Mario Della Peruta (Sindaco di Cremenaga)
E' un vero disastro: la nostra comunità troppo spesso è rimasta isolata dal resto della provincia! Non è possibile che ancor oggi non si riescano a soddisfare i bisogni più elementari in fatto di mobilità dei cittadini e delle imprese, con i prodotti di quest'ultime che non trovano sbocchi per immettersi sui mercati. Pensi che proprio mentre le sto parlando devo lottare duramente per poter far entrare in paese un camion così da aggiustare il depuratore e la fognatura! Abbiamo subito tanti danni e temo che in futuro saranno ancor di più se non s'interverrà in modo adeguato…
Attilio Tronconi (Presidente Associazione per la tutela del fiume Olona e del suo territorio)
C'è l'amarezza di avere da troppo tempo la soluzione a portata di mano - penso al completamento delle casse di laminazione, a Gurone - e di vederla sempre rinviata nel tempo, per qualche motivo da sceneggiata italiana. Un gioco di rinvii che dura, ormai, da più di vent'anni. Solo qualche mese fa - proprio prima dell'alluvione di novembre - quando si è tornati a parlare della riapertura del cantiere, si è scoperto che i fondi a disposizione per l'opera non ci sono più, perché utilizzati per fare altro. I fondi che non ci sono più saranno pur stati portati via da qualcuno che aveva il potere di farlo. Di chi è la colpa allora se la pioggia fa danni? Del mutamento climatico, del troppo cemento, o di chi poteva e doveva fare, e non ha fatto? Il problema è politico, senza distinzione di bandiere. "Piove, governo ladro", così dicevano i contadini di una volta. Potrà sembrare tutta un'altra storia, ma è la stessa amarezza. Non perché si rubino le risorse, bensì perché la cattiva gestione di esse ci ruba la speranza.

01/16/2003

Editoriale
Focus
Economia
Inchieste
L'opinione
Territorio

Politica
Vita associativa
Formazione
Case History
Università
Storia dell'industria
Natura
Arte
Cultura
Costume
Musei
In libreria
Abbonamenti
Pubblicità
Numeri precedenti

 
Inizio pagina  
   
Copyright Varesefocus
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
another website made in univa