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Terra di poetico amore

Varese e i laghi fanno… innamorare! Hanno ispirato poeti e scrittori. Stupito grazie ad arte e paesaggio. Bellezze e passioni sempre attuali.

VARESE E IL SACRO MONTE
Testo di Luigi Zanzi
FMR Spa, 2004
Giunto in città per amore, disse Stendhal del paesaggio che si gode dal Sacro Monte di Varese: "Magnifico!". E aggiunse: "Si può percorrere tutta la Francia e la Germania senza provare un’impressione simile… Finalmente il mio spirito, che per amore di un bello troppo bello trova sempre da criticare, ha incontrato qualcosa in cui nulla v’è di criticabile: il paesaggio tra Laveno e Varese". Come non dedicargli questo libro dopo tali parole? Il volume è affidato alle cure di Luigi Zanzi, che illustra le delizie di un "viaggio in provincia" e affianca al suo testo due scritti: quello di un altro innamorato dell’Italia, Richard Bagot, che fa parte della vasta letteratura del Grand Tour ed esalta le bellezze varesine; mentre il secondo, che narra la storia del Sacro Monte con la dovuta devozione, è tratto da un classico dell’erudizione locale, "Il Lago Maggiore" di Vincenzo de Vit, pubblicato nel 1875.

IL SANTUARIO DI SANTA MARIA DEL MONTE SOPRA VARESE
Silvano Colombo
Nicolini Editore, 2004
Quattrocento anni fa, con la costruzione della chiesa della Immacolata in località Prima Cappella, prese avvio la Fabbrica del Santissimo Rosario, ovvero il Sacro Monte, straordinaria impresa di fede e di arte, riconosciuta dall’Unesco nel 2004 patrimonio dell'umanità. In cima al monte, il primo polo di attrazione: la Chiesa della Madonna del Monte, celebrata per via della leggenda che la legava a Sant'Ambrogio, vincitore degli Ariani. La sua storia, dalla prima piccola chiesa preromanica a quella romanica, e a quella quattrocentesca travestita di stucchi nell'età del manierismo, viene qui illustrata e documentata da una sequenza di dati ed immagini che esortano: "Andate alla Madonna del Monte!".

ADDIO CARO ORCO
Lettere e ricordi (1889-1906)
Giosuè Carducci, Annie Vivanti
a cura di Anna Folli
Feltrinelli, 2004
"Addio caro Orco" contiene lo scambio epistolare tra Giosuè Carducci (1835-1907) e Annie Vivanti (1866-1942), l’ultimo amore del poeta. Dopo mezzo secolo dalla pubblicazione di "Un amoroso incontro della fine Ottocento", in cui il giornalista Pietro Pancrazi raccolse le lettere vendutegli dalla vedova Carducci, si sono potuti eliminare tagli e censure moralistiche ed aggiungere materiali inediti che rivelano una sorprendente e complessa storia d’amore. Un legame di cui anche Varese, Gavirate e il lago furono testimoni. Così scriveva, da Gavirate, Annie Vivanti "…vorrei mandarLe un mazzo di rose grande più di me. Vorrei creare una parola nuova che racchiudesse tutto ciò che ha di soave la gratitudine e di sublime la gioia, per dirLe quello che sento… Ho capito tutto, trovo splendido tutto, amo tutto ciò ch’Ella ha corretto ne’ miei versi. (Benedetti versi che m’hanno ispirato l’ardire di venire da Lei!)…".

VARESE, GALLARATE, BUSTO ARSIZIO CENT’ANNI FA… E DINTORNI
a cura di Francesco Ogliari
Edizioni Selecta, 2003
Dal 1887 al 1902 il quotidiano "Il Secolo" pubblicò, come supplemento mensile, una serie di fascicoli dedicati a "Le Cento Città d’Italia", che rappresentò un prodotto editoriale di immediato successo per la sua appetibilità al pubblico di ogni ceto e di ogni livello culturale. Nel dicembre 1896, la dispensa n. 120 venne dedicata a Gallarate e Busto Arsizio, mentre nel giugno 1897 il fascicolo n. 126 fu dedicato a Varese. Le città sono efficacemente illustrate da incisioni, ricavate da fotografie appositamente eseguite, che tutt’oggi mantengono fascino ed immediatezza. Il volume ripropone una nuova edizione delle dispense dedicate al territorio varesino, integrandole storicamente e con altri scritti ottocenteschi sulla provincia di Carlo Amoretti, Carlo Cattaneo e Massimo Fabi. Incisioni originali e immagini fotografiche risalenti ai primi decenni del XX secolo ne arricchiscono la presentazione.

LUINO
Comune di Luino, 2004
"Ti distendi e respiri nei colori, / nel golfo irrequieto… / Colgo il tuo cuore / se nell’alto silenzio mi commuove / un bisbiglio di gente per le strade.. / …sopravvivo alle tue sere celesti, / ai radi battelli del tardi / di luminarie fioriti. / Quando pieghi al sonno / e dài suoni di zoccoli e canzoni / e m’attardo smarrito ai tuoi bivi / m’accendi nel buio d’una piazza / una luce di calma, una vetrina. / Fuggirò quando il vento / investirà le tue rive…" (Vittorio Sereni, "Inverno a Luino" dalla raccolta "Frontiera", 1941). Luino presenta le sue attrattive attraverso questo volume fotografico che ne illustra le testimonianze storico-artistiche e naturalistiche. Emozioni, profumi e quell’atmosfera magica che ha ispirato gli scritti di Vittorio Sereni e Piero Chiara si possono cogliere ancora oggi in questo angolo di Lago Maggiore.

LUOGHI E GENTI DI VALTRAVAGLIA
Daniele Santucci, 2004
"La Valtravaglia si forma a ponente del monte di Laveno, sotto la Rocca di Caldè; si allunga in una festa di luce, circonda il pizzo di Bedero, scende a Germignaga, finisce tra i colli che seguono il primo tratto della Strada Varesina. Altopiano vasto, ondulato; ricca di vigne, punteggiata da castagneti, la tagliano due fiumi, le giocano in grembo ruscelli gorgoglianti…" (Attilio Bricchi, 1953). Molti i contributi che hanno dato vita a questo volume che abbraccia l’intera Valtravaglia: elementi storici veri e propri si mescolano con quadri della vita quotidiana; la storia di industrie e botteghe con l’antica economia di campagna; la cultura e l’arte con i ritratti degli abitanti che si sono succeduti nei secoli ad affrontare le durezze di una vita laboriosa.

LEGGENDE USI E TRADIZIONI - di Montegrino con Bosco Valtravaglia e delle sponde del Lago Maggiore
Enrico Fuselli
Comune e Pro Loco di Montegrino Valtravaglia - Magazzeno Storico Verbanese, 2004
Un ricco patrimonio di credenze, usi, tradizioni e leggende continua a sopravvivere nei paesi affacciati sul Lago Maggiore, espressione di un mondo in cui gli anziani erano depositari e garanti del sapere e della saggezza. Evidenziando anche parallelismi con altre zone d’Italia, Francia, Germania e Svizzera, in queste pagine si studia il senso profondo del folklore e delle convinzioni popolari, attingendo ad una vasta bibliografia di storia locale dal XV al XX secolo, allo scopo di far riemergere in ogni comunità verbanese la coscienza di tradizioni secolari che ne continueranno ad alimentare le radici culturali ed umane. E, dal momento che la primavera è alle porte, sappiate che "si era certi che la rondine costruisse il proprio nido solamente sotto i tetti di abitazioni nelle quali regnavano la concordia e la pace familiare".

AZZATE - un borgo dove vivere
Gian Franco Ferrario
Macchione Editore, 2004
Posizionata in uno dei punti migliori di osservazione della conca del Lago di Varese, Azzate offre dai suoi colli una vista panoramica che abbraccia le Prealpi, sino a raggiungere in lontananza i profili delle Alpi e il massiccio del Monte Rosa. Il volume offre un’analisi aggiornata del centro storico e del territorio, soffermandosi in particolare su castelli, cascine e ville.

FIGURE NEL VENTO - Guerra e quotidiano in una città lombarda di provincia (1939-1945)
Pier Giuseppe Sironi
Antonio Ferrario Industria Grafica, 2004
Il gallaratese Sironi si è da sempre dedicato ad indagini storiche relative a due periodi distinti e lontani fra loro: il tardoromano-basso medioevale e il moderno-contemporaneo, con particolare riguardo alle vicende del fascismo cosiddetto "minore". A questo filone appartiene "Figure nel vento", ultimo volume editato dopo "Quei camion che facevano paura - Lo Squadrismo nel Gallaratese (1919-1922)" del 1994 e "Gente di ieri - Cronache di un fascismo di provincia (1923-1939)", del 1999.
Ambientato a Gallarate e nei centri del Gallaratese, sulle cui singole vicende e accadimenti l’Autore si sofferma più volte, "Figure nel vento" rievoca i giorni del Regime fino al suo crollo, i giorni dell’occupazione tedesca e del fascismo repubblicano, la nascita della Resistenza e della guerriglia in città, sino all’insurrezione partigiana del 25 aprile e alle vicende delle settimane successive. Su questo sfondo, il ricordo di una serie di personaggi, di ogni credo e comportamento, la cui memoria avrebbe rischiato di andare smarrita.
Primo volume della trilogia è quello intitolato "Quei camion che facevano paura", ambientato tra il 1919 e il 1922. Il movimento fascista, nato ad opera di un centinaio di ex combattenti, si diffuse e si organizzò assumendo un atteggiamento di ripulsa per lo stato liberale e conquistando il potere con la "Marcia su Roma" nell’ottobre 1922: ciò che avvenne a Gallarate in quei quattro anni turbolenti è un emblematico campione di quello che accadde in tutta Italia.
Sempre ambientato a Gallarate, anche "Gente di ieri" parla di fatti che - più o meno - si verificarono in tutta la Penisola negli anni Venti e Trenta, declinandoli attraverso vari episodi di cronaca minore e descrivendo gli usi e costumi di un fascismo di provincia tramite una sfilata di figure locali.

02/25/2005

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