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L'Osservatorio astronomico

Dalla terra al cielo… visite guidate fino alle stelle e ai pianeti.

A Campo dei Fiori il sipario della notte si apre al tramonto, quando il sole scende oltre il Monte Rosa e gli ultimi suoi raggi rosati illuminano ad Est le Grigne e la Valtellina. Lo scintillio dei ghiacciai delle Alpi riapparirà solo nelle notti di luna piena. Poco alla volta si punteggia di luci la pianura e qua e là gli sparuti paesini delle valli a Nord. E' già ora di aprire le cupole, perché gli strumenti possano adattarsi al freddo della notte. E' affascinante che il pubblico, una sessantina di persone ogni sabato, possa accomiatarsi in questa maniera dal giorno terrestre per iniziare un viaggio verso spazi inimmaginabilmente lontani.
Il rifrattore Merz, pregevole lente del 1902, mostrerà i minuti dettagli dei crateri lunari, gli anelli di saturno o i ricami dell'atmosfera di Giove, con il suo buffo schiacciamento ai poli. Siamo ancora nei paraggi… qualche miliardo di Km o giù di lì. Il grande telescopio da 60 cm di diametro della cupola di levante, con la sua capacità di raccogliere la luce, potrà portare più lontano, verso nebulose, ammassi, stelle doppie o galassie la cui luce impiega milioni di anni per giungere fino a noi, attraversando un vuoto punteggiato da rare molecole. Ciò che fa emozionare è la consapevolezza che oggi abbiamo dell'universo. Illustriamo i confini del nostro pensiero razionale.
Da Campo dei Fiori il cielo è ancora abbastanza buio per vedere anche ad occhio nudo costellazioni e Via Lattea. Spettacolo ormai raro che sorprende i visitatori. Ma se solo non disperdessimo verso l'alto la luce di una miriade di lampioni e fari che illuminano malamente le nostre città e invece la concentrassimo su strade e marciapiedi, il cielo sarebbe ancora scuro e stellato, e la bolletta della corrente meno cara!
L'osservazione riprende dopo una tazza di the caldo per ristorare il pubblico infreddolito alla fine della visita. La scienza non ha sentimento e i sensori CCD ultrasensibili al singolo fotone prendono il posto dell'occhio al fuoco del telescopio. Sappiamo molto, a grandi linee, del sistema solare e dell'universo, ma non tutto. A Campo dei Fiori si cercano asteroidi ancora sconosciuti (finora sette se ne sono scoperti) e molto lavoro si fa per determinare con l'astrometria un'orbita più precisa per quelli meno conosciuti, perché non ci sfuggano più, perché si sappia che non sono a rischio di impatto con la terra. Pericolo remotissimo ma possibile.
Un telescopio più grande è in costruzione, con una completa robotizzazione che permetterà di controllare più vaste zone di cielo. Se si guarda con sufficiente dettaglio o pazienza il cielo è tutt'altro che immutabile. Ma il passaggio di una grande cometa come la Halley o la recente Hale Bopp, rappresenta un vero colpo di scena nel succedersi delle repliche di uno spettacolo. Si usa allora la strumentazione della più piccola cupola di ponente, dotata di un telescopio di Schmidt da 35 cm, capace di immortalare 36 gradi quadrati di cielo per abbracciare i dettagli dell'astro chiomato, le strutture e i noduli della coda e studiare cosi il vento solare che l'attraversa.
Sorprendentemente la luce porta con se' una grande quantità di informazioni sulla composizione chimica e lo stato della materia degli astri che osserviamo, bisogna però decomporla in un dettagliato arcobaleno o "spettro", come ebbe per primo a chiamarlo il genio di Newton. Lo spettrografo applicato al fuoco Cassegrain del telescopio principale dischiude allora un mondo di deduzioni indirette e ipotesi fantasiose che sono il nocciolo dell'astronomia, scienza che mai potrà toccare con mano l'oggetto del proprio studio.
Le stelle sono strane, ma nient'altro che puntini al telescopio. Eppure spettroscopicamente possiamo dedurre la loro temperatura, la presenza di gusci di gas, la velocità di espansione o di movimento, la composizione chimica, il campo magnetico e molto altro ancora. Possiamo misurare l'espansione degli ammassi di galassie del nostro universo. E' notte fonda, o a volte l'alba, quando rientro a casa salutando gli amici dell'Osservatorio. Domani accompagneranno il pubblico Domenicale, forse osserveranno il sole. Per me la cosa più difficile l'indomani sarà spiegare ai miei bimbi di pochi anni cosa ha visto papà.

09/23/2005

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