Il parere delle scuole private

ANTONIO SALVEMINI, Responsabile dell'Istituto Convitto "Galilei" di Laveno Mombello
La legge sulla parità scolastica approvata dal Parlamento è un provvedimento che mi lascia letteralmente senza parole talmente è incongruente rispetto alle reali necessità del sistema formativo italiano. La scuola del nostro Paese avrebbe bisogno di ben altro! Condivido appieno il giudizio negativo di Confindustria: si obbligano i nostri istituti privati a diventare statali, irrigidendo il controllo sui nostri collaboratori, docenti compresi. E' proprio vero: peggior risultato non si sarebbe potuto ottenere. Del resto, questa legge, che non permette di guardare con serenità al futuro della scuola non statale, si inserisce in un contesto decisamente fosco per l'istruzione: la stessa riforma dei cicli scolastici appare come un'incognita le cui prospettive mi sembrano tutt'altro che promettenti.

DON LUIGI FERE', Rettore del Collegio Arcivescovile "Rotondi" di Gorla Minore
E' una legge che ci impone parecchi obblighi aggiuntivi senza offrirci alcuna prospettiva per il futuro. Un provvedimento che, di certo, non va sulla strada della modernizzazione del sistema scolastico italiano. La mia opinione sulle scelte parlamentari, quindi, non può che essere sostanzialmente negativa. Certo, nell'articolo 1 per la prima volta viene riconosciuto il ruolo pubblico delle scuole non statali, ma questo credo sia l'unico elemento sicuramente valido di tutto l'intervento del legislatore. Temo che questa legge si riduca a un riconoscimento formale, ma non sostanziale dell'opera educativa svolta dai nostri istituti: rischia di essere una gabbia entro cui circoscrivere e controllare la nostra attività. Quanto alla riforma dei cicli, siamo in attesa di capirne i contenuti. Finora non è nient'altro che una scatola vuota.