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Nel Varesotto in crisi anche la viabilità locale
Chi risiede o lavora in provincia di Varese sa bene che i problemi di trasferimento di persone e merci in quest'area non sono solo quelli legati ai collegamenti nazionali e internazionali, ma anche quelli dipendenti dalla viabilità locale.
I collegamenti a lungo raggio, quelli che mettono in comunicazione la provincia di Varese con le grandi direttrici lungo gli assi nord-sud e est-ovest, risentono da troppo tempo degli effetti di due cause concomitanti: il mancato adeguamento della rete infrastrutturale alla crescita dei traffici e la configurazione della rete stessa in funzione Milanocentrica. Per uscire da una situazione che si fa ogni giorno più pesante, occorre al più presto: realizzare l'autostrada Pedemontana (definendo una volta per tutte un percorso che metta d'accordo gi enti locali interessati dall'attraversamento); anticipare, rispetto al previsto 2006, il collegamento tra Malpensa e la Milano-Torino, indispensabile per migliorare l'accessibilità all'aeroporto e per decongestionare al tempo stesso la Milano-Laghi; prolungare la Milano-Laghi fino al valico di confine di Gaggiolo, per togliere il traffico pesante diretto e proveniente dalla Svizzera dalle strade provinciali e comunali.
Eccoci così alla viabilità locale. Qui i fronti di intervento sono più numerosi, anche se le opere da farsi, singolarmente considerate, sono molto meno impegnative delle precedenti. Cominciamo con quelle finalizzate a togliere il nord della provincia da una situazione di semi-isolamento. La lacuale del lago Maggiore - i lavori del primo lotto sono iniziati giorni fa - deve essere messa in sicurezza per evitare che altre frane si portino via strada e ferrovia. La strada provinciale che collega Ponte Tresa a Luino, con l'ultima alluvione, se n'è andata per un buon tratto, mangiata dalla furia delle acque della Tresa. Per anni si è lavorato a monte, cercando di impedire il ripetersi di movimenti franosi sulla strada. Ma il pericolo più grave si è presentato a valle. La Provincia di Varese ha stanziato la somma necessaria per il ripristino dei 200 metri di strada e le autorità ticinesi hanno messo a disposizione gratuitamente parte della materia prima: i massi ciclopici occorrenti per ripristinare l'argine. I lavori sono iniziati il 20 dicembre, ossia 23 giorni dopo l'alluvione.
Scendendo verso sud, si incappa nel caos viabilistico intorno a Varese, dove l'assenza di una tangenziale - insieme a Como, Varese è rimasto l'unico capoluogo provinciale della Lombardia ad essere privo di una tangenziale - rende infernale la viabilità interna alla città e defatigante il superamento della stessa, negli spostamenti in ogni direzione.
Appena sotto Varese si trova la prima grande arteria di scorrimento infra-provinciale in direzione est-ovest, precisamente da Vedano Olona a Laveno e viceversa. Già la tratta Laveno-Varese, circa 4/5 del percorso, ha tempi di percorrenza biblici per via dell'attraversamento di numerosi centri abitati, quasi senza soluzione di continuità. Ma il peggio arriva a Gazzada Schianno, quando si incrocia il traffico in uscita e in entrata della Milano-Laghi. A quel punto, nelle ore di punta è quasi paralisi. Come pure, sempre per chi proviene dall'autostrada, il raggiungimento del centro abitato di Varese.
La congestione del traffico è esperienza quotidiana anche sulle altre strade che percorrono la provincia da Varese verso sud, in direzione dei centri densamente industrializzati del Gallaratese, del Tradatese, del Bustese, del Sommese. E lo stesso dicasi per l'altra arteria di scorrimento orizzontale, quella che da Sesto Calende raggiunge Tradate.
Qualche segnale positivo è giunto ultimamente per quanto riguarda il nodo bustese dei Cinque Ponti (è stata aggiudicata lo scorso settembre la gara per il completamento dello svincolo) e l'interramento delle Ferrovie Nord Milano a Castellanza (i lavori sono stati appaltati lo scorso novembre, dopo anni di attesa).
E sul fronte ferroviario le FS, mentre sopprimono peraltro la fermata dell'Eurostar a Gallarate, decidono finalmente di avviare la progettazione del collegamento tra la stazione gallaratese e Malpensa, in modo da creare un anello di interscambio tra la rete ferroviaria statale e quella delle FNM, anche in funzione del futuro collegamento tra Malpensa e l'Alp Transit attraverso la bretella Arcisate-Stabio.
Quanti anni occorreranno prima di vedere completati i lavori? Parecchi, c'è da scommettere. E saranno ancora di più se li si somma virtualmente a tutti gli anni nei quali di progetti si è parlato, a vuoto, immaginando che sarebbe stato un errore grave potenziare Malpensa senza contemporaneamente creare gli indispensabili collegamenti alle più importanti direttrici di traffico nel Nord Italia. Invece è stato proprio così e al risultato negativo rappresentato dal de-potenziamento dell'hub si è aggiunto quello dell'ulteriore intasamento della rete di trasporto locale.
Così, la provincia di Varese è l'ultima delle province lombarde per tasso di crescita delle imprese. E' ormai piena la consapevolezza, tra politici e amministratori locali, che occorra intervenire urgentemente. Uno per tutti, il dinamico
neo- presidente della Provincia, Marco Reguzzoni, che ha affermato: "Nessuno investe dove mancano infrastrutture”.
01/16/2003
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