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Malpensa lo scherzetto di Alitalia

Nonostante le tante voci che si sono levate in difesa di Malpensa, la prospettiva del suo declassamento a seguito del disimpegno di Alitalia lascia intravedere un periodo, nell'immediato, di grandi difficoltà. Che potranno essere superate se si troverà un altro vettore interessato a fare dell'aeroporto il proprio hub di riferimento per il centro-sud Europa. Intanto, danni ingenti per il sistema Italia. A partire, paradossalmente, da un danno alle casse dello Stato superiore al costo del mantenimento dei voli intercontinentali soppressi e da sopprimere.


Da mesi l'hub di Malpensa si trova inchiodato di fronte a un bivio che è diventato sinonimo di "vita o morte", uno snodo in grado di cambiare le carte in tavola non solo per quanto concerne lo sviluppo economico del territorio. La posta in gioco è molto più alta.
Per quanto riguarda il bivio le alternative sono presto dette. La prima ipotesi per Malpensa è di riuscire a sopravvivere alla vendita di Alitalia potendo contare su di un lasso di tempo per riorganizzarsi, la moratoria di cui tanto si è parlato e si parla. Il secondo scenario è quello che vede sfumare per lo scalo varesino il ruolo di hub del nord Italia in seguito all'acquisizione della compagnia di bandiera da parte di Air France.
Gli interessi in gioco sono assai rilevanti e le due ipotesi hanno i rispettivi sostenitori che si fronteggiano a suon di numeri e dati, ma anche di carte bollate di un certo peso (AirOne ha fatto ricorso al Tar del Lazio - che ha peraltro respinto l'istanza di sospensione cautelare - e un fascicolo è aperto al tribunale di Busto Arsizio per i danni che Sea ha chiesto ad Alitalia ndr). Ma soprattutto tante sono le voci, unite dalla firma di documenti comuni, che si sono via via moltiplicate nel mondo politico, economico ed istituzionale e che hanno fatto fronte comune attorno ad una sola idea: Malpensa, come scalo hub, deve restare un punto fermo non solo per il bene del territorio, ma anche e soprattutto come risorsa del sistema-Paese. Questo concetto fu espresso già a settembre dall'Unione industriali della provincia di Varese ed ha finito per diventare un "fil rouge"nel dibattito apertosi circa il destino di Malpensa, nonché un caposaldo dell'alleanza tra istituzioni e forze sociali sul territorio.
Se ci si muove su quest'ultimo fronte non si può non partire dal confronto tra due dati: il ridimensionamento di Malpensa rischia di costare al fisco italiano quasi 600 milioni di euro l'anno tra mancati introiti, perdita di posti di lavoro e ammortizzatori sociali. Con il mantenimento dei voli Alitalia alla situazione di fine 2007 lo Stato risparmierebbe oltre la metà di questo costo. La spesa per non cancellare 800 voli dallo scalo lombardo è stata calcolata in poco più di 200 milioni di euro all'anno.
Tra le tante cifre ci sono anche quelle messe sul piatto dal Crmt (Centro di Ricerca sui Trasporti e le Infrastrutture) dell'Università Carlo Cattaneo, che ha messo al centro Malpensa come risorsa strategica per l'internazionalizzazione del Paese. "Riparametrando le ricerche svolte nel 1996 e nel 1999 - si legge nello studio che è stato presentato a Milano il 7 febbraio scorso - si evidenzia come il mancato pieno sviluppo di Malpensa determini, nello scenario di lungo periodo al 2015, una perdita pari a 10,6 miliardi di euro attuali".

LA MORATORIA E GLI INTERESSI IN GIOCO
La soluzione attorno alla quale si è formato un fronte comune tra forze economiche e politiche lombarde è ben riassunta dal presidente di Sea, Giuseppe Bonomi: "Sea non domanda favori - ha detto Bonomi - chiede solo di rinviare di almeno due anni l'efficacia del piano Alitalia per poter avere il tempo di individuare un nuovo vettore di riferimento e di essere messa in condizioni di operare in maniera competitiva e adeguata". Si tratta di una via indicata per scongiurare quelli che appaiono scenari ben poco rassicuranti. "Le cifre - ha avuto modo di affermare il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni fermo assertore della necessità della moratoria - dimostrano come un vero e proprio tsunami stia per abbattersi sulla Lombardia. Devastante nelle sue conseguenze occupazionali, ma anche per l'economia complessiva del sistema Lombardia e del sistema Italia".
In altre parole la prospettiva dalla quale guardare la questione non è meramente locale, ma si allarga a tutto il tessuto imprenditoriale. "A Milano - ha sottolineato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano - esistono 340mila imprese che producono un Pil uguale a quello di tutta Hong Kong. Sembra che Malpensa sia la causa di tutti i mali, mentre questi numeri ci dicono che un suo depotenziamento rischia di avere un effetto domino sull'economia di tutto il Paese".
Il ruolo centrale della Lombardia nel contesto economico italiano è stato ben riassunto anche dalle parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nella sua visita del 5 dicembre scorso alla Fiera di Milano. "Milano, la Lombardia, non conta solo per quel che garantisce a sé stessa, ma per quello che offre all'Italia" ed ancora più avanti nel suo discorso: "Milano e la Lombardia sono già attivamente, e non da spettatrici, coinvolte nel processo di globalizzazione".

UN FRONTE COMUNE
La salvezza dell'hub è diventato anche terreno bipartisan per gli schieramenti politici e per le forze sociali, una sorta di campagna comune che ha prodotto anche ben precisi documenti. "Se ci fosse stato più mercato e più federalismo - ha detto Marco Reguzzoni, presidente della Provincia di Varese - oggi Malpensa sarebbe stato l'aeroporto più importante del Sud Europa. Quello che chiediamo è proprio questo: più liberismo, più mercato, più federalismo e meno Stato". E da un fronte politicamente opposto arriva a difesa dello scalo varesino la voce di Filippo Penati, presidente della Provincia di Milano. "La crisi della compagnia oggi non è solo finanziaria o gestionale - ha detto Penati - ma strutturale. Alitalia oggi ha nella sua flotta 23 aerei di lungo raggio contro gli 80 di Lufthansa. Numeri che descrivono una crisi annunciata. Per questo dobbiamo separare i destini di Malpensa da quelli di Alitalia. Il futuro di Malpensa passa dalla liberalizzazione dei cieli, dei diritti di volo". Unite attorno alla questione Malpensa sono anche le sigle sindacali Cgil, Cils e Uil che, in una nota congiunta, hanno messo nero su bianco il loro sostegno allo scalo. "Malpensa - si legge nella nota - è un nodo infrastrutturale strategico per lo sviluppo economico in Lombardia, e del nord nel suo complesso, che necessita di mantenere collegamenti efficienti ed efficaci con tutti i mercati mondiali ed europei".

NON SOLO LOMBARDIA
"La vendita di Alitalia - ha affermato Michele Graglia, presidente dell'Unione Industriali della provincia di Varese - non può coincidere con una svendita di Malpensa. Si tratterebbe di un errore drammatico per le conseguenze negative sulla parte più produttiva del Paese, di una paradossale inversione rispetto agli ingenti investimenti fatti negli anni scorsi per ampliare l'aerostazione e per dotarla di collegamenti adeguati". Gli ha fatto eco Giuseppe Fontana, presidente di Confindustria Lombardia: "La globalizzazione ha ampliato i confini dell'arena competitiva dei mercati e ha reso i collegamenti intercontinentali indispensabili per le nostre imprese. Malpensa è un progetto di sviluppo del Paese, è il tassello essenziale nel quadro di un adeguamento infrastrutturale di tutta la regione, rappresenta per la piattaforma industriale del nord un elemento di competitività formidabile". Il richiamo è in questo senso alla connessione di un tessuto produttivo che si estende dalla Lombardia alle regioni di tutto il nord. Tanto che, già a dicembre, il presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, ebbe ad affermare: "Il pasticcio che si sta profilando attorno alla crisi di Alitalia e alle prospettive di sviluppo di Malpensa mi fa temere il peggio per il futuro del trasporto aereo nel nord Italia. Malpensa dovrà essere un grande hub, solo così il Veneto potrà avere interesse al futuro di Malpensa".
In un'ottica allargata, inoltre, non va dimenticato che da anni le Camere di Commercio di Varese e Milano hanno fatto quadrato attorno allo scalo dandosi la mano con l'ente camerale di Novara, all'interno del Comitato Malpensa presieduto da Gianfredo Comazzi, al vertice della Ciaa novarese. "Il futuro del nord - afferma Comazzi - non è disgiunto da quello dello scalo di Malpensa. Brebemi, nuovo ponte sul Ticino, l'Arcisate-Stabio, sono esempi di infrastrutture che aumenteranno nel prossimo futuro il bacino di Malpensa a 1,8 milioni di abitanti e a 1,5 milioni di imprese. Non dobbiamo perdere queste ricadute infrastrutturali positive. Malpensa rappresenta il perno di un sistema integrato Piemonte-Lombardia".
Insomma il fronte che si è formato attorno a Malpensa è davvero ampio, ma soprattutto appare ancora decisamente aperto.


DALLA "A" ALLA "V": UN PO' DI VOCABOLARIO

Accordi "open sky" o accordi "cieli aperti": si tratta di accordi in materia di trasporto aereo caratterizzati dalla possibilità per aerei di altre nazioni di operare voli da un aeroporto straniero verso Paesi terzi senza nessuna limitazione. Accordi Open sky sono stati negoziati dall'Unione Europea con gli Stati Uniti ed entreranno in vigore il 30 marzo prossimo.
Assoclearance: è l'associazione alla quale lo Stato italiano ha demandato l'esecuzione dei compiti in merito alla assegnazione degli slot così come previsto dal regolamento Ue 95/93. L'associazione garantisce ai vettori il diritto di richiedere, per la stagione successiva, l'intera serie di slot ottenuti ed utilizzati. Assoclearance ha realizzato un sistema automatico in grado di controllare l'utilizzo degli slot da parte dei vettori, su tutti gli aeroporti coordinati.
Hub: Il termine indica uno snodo di smistamento di una rete organizzata a stella. Come modello di sviluppo della rete delle compagnie aeree l'hub identifica uno scalo dove si concentrano la maggior parte dei voli. Solitamente questo scalo è anche la base (o una delle basi) di armamento della linea aerea. Ad esempio Londra per British Airways, Parigi-Charles de Gaulle per Air France.
Sea: è la società di gestione aeroportuale degli scali di Linate e di Malpensa e agisce, per tutte le sue attività, sulla base delle disposizioni degli enti di controllo. E' responsabile dei servizi centralizzati degli aeroporti quali il coordinamento di scalo, i sistemi informativi e di informazione al pubblico, sulla base delle indicazioni fornite dalle compagnie aeree, la vigilanza e la fornitura di servizi commerciali attraverso concessioni a terzi. Azionista di maggioranza di Sea è il Comune di Milano che detiene l'84,56% delle quote.
Slot: il termine indica quella finestra temporale entro la quale un aereo ha il permesso di decollare. In altre parole si tratta di bande orarie programmate per la partenza dei velivoli. Gli slot sono assegnati alle compagnie aeree in base alle loro richieste per un determinato scalo da un soggetto preposto (in Italia è Assoclarence).
Vettore: con questo termine si indica una impresa che esercita servizio di trasporto aereo per passeggeri, posta e merce.

02/22/2008

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