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Il Centro Geofisico Prealpino

Non solo previsioni per il week-end, ma un impegno di grande valore per la valutazione di fenomeni meteorologici di forte impatto o addirittura di eventi sismici.

Il Centro Geofisico Prealpino è conosciuto per i suoi bollettini meteorologici regionali quotidiani di grande diffusione (il professor Furia al Gazzettino Padano, giornali, Internet con medie di 3.000 accessi al giorno, le segreterie telefoniche fin dal 1981 e anche tramite Fax-polling) ma, essenzialmente, garantisce una tempestiva allerta alla protezione civile
in caso di fenomeni meteorologici violenti o comunque potenzialmente importanti per le attività umane quali alluvioni, temporali violenti, piogge durante la fienagione o vendemmia, nevicate, nebbia o condizioni favorevoli all'accumulo degli inquinanti.
Il meteorologo e i volontari che preparano le previsioni possono oggi contare su modelli matematici, immagini satellitari e su ben 26 stazioni di monitoraggio meteoclimatico nelle province di Varese, Como, Milano e Pavia, che si sono aggiunte alle prime due, quella di Varese e di Campo dei Fiori, operative ininterrottamente fin dagli anni '60 e che hanno costituito il primo nucleo di quello che sarebbe diventato il Centro Geofisico. La pionieristica stazione A.P.T. (Automatic Picture Transmission) del 1967 per la ricezione dai satelliti americani della serie NOAA e TIROS, che consentivano di ottenere, due volte al giorno, fotografie delle perturbazioni in transito sull'Europa, è oggi sostituita dal Meteosat di Seconda Generazione (MSG).
Per seguire i veloci cambiamenti dell'atmosfera, il Centro Geofisico Prealpino riceve ogni 15 minuti le immagini di MSG con dettagli fino a 2 Km. Le mappe infrarosse indicano tipo e altezza delle nubi, temperatura, presenza di neve o ghiaccio e localizzano la nebbia durante le notti invernali.
In estate il rivelatore di fulmini mostra i temporali e i loro spostamenti per soddisfare alle previsioni "dell'ultimo minuto" per eventi all'aperto, feste o concerti.
Le nitide immagini di MSG sono anche il pezzo forte delle visite delle numerose scolaresche (oltre 1.100 alunni nel solo 2004) che possono così osservare in diretta la terra dallo spazio. A volte, durante la visita, capita di vedere l'oscillazione dei sismografi a causa dei numerosi terremoti strumentali che giungono da tutto il mondo.
La stazione sismica, messa in funzione a seguito del tragico terremoto dell'Irpinia del 1980, ha voluto essere il contributo della provincia di Varese al miglioramento della rete sismica nazionale. Da allora il Centro Geofisico ha sempre garantito la sorveglianza sismica 24h/24 e la stazione è entrata a far parte con la sigla internazionale VA I della rete dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Oggi i sensori di Campo dei Fiori sono affiancati dalle stazioni di Bormio e Varzi che inviano i dati al Centro Geofisico in caso di terremoto per ricostruire l'epicentro. Un quarto sismografo presso S. Caterina del Sasso registra le vibrazioni impresse alle strutture dell'Eremo dalle opere antropiche e dal moto ondoso del lago.
Ma è soprattutto con la meteorologia che il Centro Geofisico ha promosso la nascita e lo sviluppo della Protezione Civile, in occasione di eventi quali il ciclone di Napoli del 1974 o più vicini a noi come le esondazioni dell'Olona o del Verbano. Il pericolo idrogeologico in Valtellina del 1987 fu correttamente previsto e comunicato agli organi competenti della Regione, come testimonia la relazione della commissione di inchiesta: "La Regione (in ragione dell'efficienza del suo Ufficio per la Protezione Civile, con la valida collaborazione del Centro Geofisico Prealpino) ha segnalato tempestivamente, (in tempi reali) al Ministero Protezione Civile l'inizio e la gravità dell'alluvione".
Frane e alluvioni sono anche i poli di rischio della provincia di Varese e cosi negli anni successivi, con il Patrocinio dell'Amministrazione Provinciale, il Centro Geofisico potenzia la propria rete meteoclimatica con stazioni lungo il corso dell'Olona sul Verbano che registrano piene che battono via-via ogni record: nell'ottobre 1993, e ancora in autunno nel 1994 e 1996, fino al record dell'ottobre 2000, di circa 4 metri sul livello medio del Lago.
La banca dati meteoclimatica si arricchisce di 2 milioni di nuovi dati all'anno e sono centinaia le richieste di accesso, per ricerca, risarcimento danni o per ingegneria civile.
Anche quest'anno sono in progetto nuove stazioni. Quelle vecchie, saranno sempre più preziose per comprendere i cambiamenti del nostro clima in risposta all'effetto serra globale.
NOI E IL CLIMA
Le irregolarità climatiche sono ormai confermate dalla maggior parte della comunità scientifica. Il clima muta naturalmente, ma l'influenza di attività umane incontrollate potrebbe avere un peso determinante sull'accelerazione delle sue modificazioni. L'effetto serra che ha occupato discussioni decennali, non è più una supposizione. Il buco nell'ozono viene costantemente monitorato da appositi satelliti. Con modernissime tecnologie gli scienziati cercano di comprendere e soprattutto prevedere i fenomeni. L'allarme internazionale è stato lanciato. Politicamente, purtroppo, si sono compiuti piccoli passi in avanti ma un accordo a livello di grandi potenze non è stato ancora raggiunto. La serie storica di registrazioni del Centro Geofisico Prealpino, che inizia nel 1965, conferma la tendenza verso il riscaldamento globale del pianeta. L'anno più caldo è stato il 2003 con una temperatura media di 14.1°C, ben 1.7° C in più rispetto alla tendenza statistica che porta l'incremento medio a…0,47°C. Il quantitativo totale di pioggia che cade a Varese in un anno, non è aumentato in modo significativo rispetto ai 1.550 mm per metro quadro medi annuali. E' invece cambiata la distribuzione temporale delle precipitazioni, con un maggior numero di eventi brevi, di forte intensità, con conseguenze calamitose, alternati a periodi siccitosi. Sono inderogabili gli interventi sul territorio, sulle fonti energetiche alternative, sul controllo delle emissioni. L'ecosistema Terra ha ritmi propri che non possiamo alterare a seconda delle nostre esigenze pena conseguenze catastrofiche.

09/23/2005

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