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Una sponda più schiva

La riva varesina del lago Maggiore nasconde, oltre a mete più rinomate, luoghi poco frequentati di impareggiabile bellezza, non solo a ridosso dello specchio lacustre ma anche nell’immediato entroterra. In vista dell’estate, ne proponiamo alcune che offrono ottimi punti panoramici ma anche bellezze storico-artistiche. Per un turismo di qualità.

Fornace a IspraVaresefocus vorrebbe condurvi oggi alla scoperta di alcune insolite località della sponda lombarda del Lago Maggiore: si tratta di mete che esulano dai circuiti turistici più affollati, dove è possibile trascorrere qualche ora piacevole e apprezzare il paesaggio circostante.
Tra Ispra e Angera, nota ai più per la sua rocca, si trova Ranco, un grazioso centro di circa 1.200 abitanti; qui si potrà passeggiare sul lungolago ammirando la prospiciente sponda piemontese, arruffata di chiome verdeggianti, oppure godersi la vista che offre l’ampia terrazza del ristorante Il Sole di Ranco. Una curiosità: il noto scrittore Gianni Rodari fu maestro elementare in questo paese proprio nel 1940-1941. Rodari, che arrivava da Gavirate con il tram della linea Varese-Angera fino al punto dove ora si trova la pizzeria Delfino Blu, proseguiva in bicicletta fino alle scuole, allora nel palazzo comunale. Sembra che il timido Rodari, soprannominato "il maestrino”, apprezzasse molto il borgo, tanto che nelle sue Favole al telefono, se ne trova un accenno gogoliano:"Qualche giorno dopo un pescatore di Ranco, tirando su la rete, ci trovò il naso fuggitivo, che aveva fatto naufragio in mezzo al lago”. Raggiungibile in estate anche via battello e aliscafo, Ranco offre inoltre la possibilità di visitare gratuitamente il Museo dei Trasporti Ogliari, una curiosa collezione di mezzi di trasporto storici.
La Cananica di Brezzo di BederoProseguendo verso Nord, tra la punta di Ranco e quella di Ispra, si lascia sulla sinistra il golfo della Quassa, unico tratto esteso di costa con esposizione settentrionale: questa caratteristica lo rese simile a un "frantoio” per le immense masse di ghiaccio che durante l’ultima era glaciale ricoprirono tutto il nostro territorio. Gli innumerevoli massi erratici, i detriti morenici e le enormi quantità di limo che vi si depositarono (Quassa infatti deriva da guazza, fango) spiegano così come mai questo tratto di lago abbia fondali sabbiosi bassissimi, decisamente insoliti per il Verbano. Passando dal "fango quaternario” al più prosaico calcare, sappiamo che la costa lombarda per secoli è stata un’eccellente fonte di approvvigionamento di questa utilissima pietra. A partire dal XIII secolo a Germignaga, Caldè, Ispra e Angera sono sorte fornaci per la cottura della calce; mentre punti d’attracco, moli e darsene, disseminati lungo tutta la costa, servivano da supporto logistico. Uno dei principali accessi per le imbarcazioni era la zona attrezzata del porto di Ispra (dove si trova oggi l’attracco della Navigazione Lago Maggiore), tanto che il tratto immediatamente a Nord del porto è noto come Golfo delle Fornaci. Attive sin dalla fine del 1300, almeno secondo la testimonianza degli annali della Fabbrica del Duomo di Milano, le fornaci di Ispra chiusero intorno al 1960, ma alcune di queste sono ancora ben conservate: come la fornace Butti, ora trasformata in residenza, o le fornaci del Pinet e della Punta.
Il campanile triangolare e un affresco nella chiesuola dell'Alpe San MicheleProseguendo idealmente il nostro percorso "geologico”, dal calcare si passa quindi alla terraglia: a tale proposito non si può perdere la Civica Raccolta di Terraglia che ha sede a Cerro, presso Palazzo Perabò, un’elegante villa tardo rinascimentale costruita dalla famiglia Guilizzoni. Sempre a Cerro si trovano anche un’ampia spiaggia ben frequentata durante la stagione estiva, bar e alcuni ristoranti dove vale la pena fermarsi, magari solo per un aperitivo, per la magnifica vista e la tranquillità di cui godono.
Proseguendo in direzione di Luino lungo la statale N° 394, si può trovare un altro sito incantevole a un paio di chilometri dal centro di Laveno Mombello. La piccola spiaggia del Sasso Galletto, raggiungibile a piedi lasciando l’auto nello spiazzo che si trova a metà della prima galleria, offre in lontananza un bello scorcio di Caldè; mentre il curioso monolite in mezzo all’acqua, il "sasso” da cui il nome della spiaggia, rende il luogo davvero indimenticabile. Se si preferisce invece accedere più facilmente al lago, le spiagge di Caldè sono un’ottima alternativa. Da Caldè, oltre alle già citate fornaci e al pittoresco porticciolo, si può raggiungere la cima dell’evidente promontorio con il ripido sentiero che parte dalla località San Pietro: dopo pochi minuti, nonostante la pendenza, la vista dall’alto ripagherà di ogni sforzo. Il promontorio alle spalle di Caldè sembra quasi un baluardo naturale alla Valtravaglia che, tra il IX e il XIII secolo, fu teatro di numerosi interventi architettonici. La Canonica di San Vittore di Brezzo di Bedero è forse il complesso più caratteristico, anche grazie alla sua mole che domina dall’alto il paesaggio lacustre. Anteriore al XII secolo, venne ricostruita nel 1173 e mostra ancora oggi numerose tracce di stile romanico.
Restando in zona, ma spostandosi più in alto, si giunge a San Michele in Monte grazie alla strada che da Porto Valtravaglia passa per Sant’Antonio. Qui, tra prati e boschi montani, si trova un altro esempio interessante di stile romanico: la chiesetta di San Michele. Utilizzata per anni dagli alpigiani come ricovero notturno, è stata recentemente restaurata. All’esterno spiccano il campanile triangolare e l’abside semicircolare; mentre all’interno si trova un interessante ciclo di affreschi tra cui una Madonna in trono con S. Antonio e S. Bernardo, opera di Guglielmo da Montegrino. E se l’aria fresca di montagna mette appetito, vicino alla chiesa si trova il Ristoro San Michele, un ambiente semplice e cordiale dove gustare ottimi piatti rustici.
Riprendendo la strada che costeggia il lago, spingendosi poco più a Nord, si arriva a Maccagno, dove è piacevole aggirarsi intorno al bel porticciolo su cui veglia la chiesa della Madonnina "della Punta”, e dove consigliamo la bella passeggiata che dal porticciolo conduce fino al Civico Museo Parisi-Valle. Da Maccagno, inoltre, seguendo la strada tortuosa che conduce al lago d’Elio, poco prima del centro di Campagnano, si giunge a un’altra piccola chiesa campestre dedicata a San Rocco: programmare una breve visita al tramonto, con il lago piccolo, in lontananza, come un serpentello verdazzurro, offrirà davvero un magnifico spettacolo.

NON SOLO NATURA

I MUSEI
Museo Europeo dei Trasporti Ogliari
Ranco, via Alberto 99 - Tel. Custode: 0331 975198
Un viaggio attraverso i più diversi mezzi di trasporto nelle varie epoche: il tempo del cavallo; il tempo del vapore; il tempo dell'elettricità; il tempo del motore; la scalata al cielo; viaggiare sulla neve; in bicicletta, in motocicletta, in automobile; dalla terra allo spazio.
Museo Internazionale di Design Ceramico-Civica Raccolta di Terraglia
Cerro di Laveno Mombello, via Lungolago Perabò 5 - Tel./Fax 0332 666530
Aperto tutto l'anno (esclusi i giorni di Capodanno, Pasqua, Ferragosto e Natale). Martedì, mercoledì e giovedì dalle 14.30 alle 17.30.
Venerdì, sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 17.30 - Luglio e Agosto: apertura pomeridiana dalle 15.30 alle 18.30
Le opere attualmente esposte sono in parte un deposito della società Richard-Ginori, in parte provenienti dalle donazioni Scotti Meregalli e Franco Revelli. E costituiscono un pregevole - seppur parziale - campionario che va dal 1895 al 1935. La raccolta risente ovviamente di tendenze artistiche sia storiche sia contemporanee: si hanno perciò decorazioni che vanno dal verismo romantico, ricco di colore e di sfumature, allo stile Liberty ed oltre.
Museo Parisi Valle
Maccagno, via Leopoldo Giampaolo 1 - Tel. 0332 561202
La Donazione Parisi-Valle comprende complessivamente 2085 opere, così ripartite: 915 grafiche, 439 bidimensioni e 325 tridimensioni. Ad esse vanno aggiunti reperti antichi e numismatici per oltre 400 pezzi. L'insieme della donazione possono essere considerate come un contributo al quadro dell'arte moderna e contemporanea italiana degli anni 1930-1980.
GOURMET
Ristorante Il Sole
Ranco, piazza Venezia 5 - Tel. 0331 976507
Aperto da mercoledì a domenica, a pranzo e a cena. Il ristorante Sole è stato premiato dalla Guida de L’Espresso 2007 con Due Cappelli e un punteggio di 16,5 per l’eccellente cucina, oltre che con un Bicchiere, per la particolare cura nella ricerca e nel servizio dei vini, e con il Fiore, per la piacevolezza complessiva del posto. Il locale, che dispone di 40 coperti, chiude per ferie dal 18 dicembre al 10 febbraio. Da aprile a ottobre aperto anche il lunedì sera. Prezzo: circa 78-112 euro.
Ristoro San Michele
Alpe San Michele - Tel. 338 6728822
Menu di montagna: antipasti della casa, affettati misti, bagnett di peperoni, cipolle dolci, formaggino di capra con miele, formaggio fritto con mirtilli, riso Venere. Poi, polenta per tutti i gusti con i bruscit, con salsiccia e cipolle, spezzatino con i funghi, selvaggina, brasato di manzo, polenta concia con i formaggi. Chiuso il lunedì.
Azienda agrituristica La Betulla e ristorante Caminetto
Brezzo di Bedero, via Belmonte 7/9 - Tel. 0332 532880
L’ Agriturismo "La Betulla " dispone di 4 piccoli appartamenti con cucina per 3/4 persone . I prezzi : 380 euro la settimana. Presso l’agriturismo La Betulla non si effettua ristorazione. I clienti vengono indirizzati al ristorante Caminetto (via Belmonte 50 - Tel. 0332 533220) che dista a pochi metri dall'azienda agricola potendo gustare carne, ortaggi, frutta e verdura prodotta dalla stessa azienda. Al Caminetto si possono degustare antipasti di salumi nostrani, pasta all’uovo con ricetta della casa, piatti dai sapori antichi. Lo chef consiglia le pappardelle al cinghiale, le tagliatelle al pesto o alla salsa di noci, il risotto alle ortiche o con i funghi, le lasagne al forno. Piatti fatti in casa. Poi, il filetto di pesce persico del Lago, salmì di cinghiale, brasato di manzo, arrosti misti. Le carni provengono dall’Azienda agricola La Betulla.
GELATERIE
Helando & Cafe', via Padre Ignazio, 9 - Ispra
Cerinotti, via Arturo Reschigna 2 - Maccagno
LE METE PIU' GETTONATE

Dove approdano i turisti che stazionano lungo la sponda piemontese e ticinese del lago Maggiore? I dati 2006 della Navigazione Laghi indicano che le mete più frequentate sono Laveno (477.076 arrivi), Luino (120.959), Santa Caterina del Sasso (66.694), Angera (58.498), Maccagno (4.882). Luino è però la meta più gettonata per chi si imbarca dalla Svizzera: una conferma della immutata attrattività del celebre mercato del mercoledì.

06/14/2007

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