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Gallarate, una circonvallazione per sopravvivere all'assedio delle auto

Il Sindaco Greco: "Il futuro delle Municipalizzate è nell'inserimento delle capacità gestionali maturate dagli operatori privati sul mercato”.

Angelo Greco è il primo cittadino di una Gallarate che vive un periodo di profonda trasformazione, fra il ricordo di un passato industriale glorioso e la speranza di un presente caratterizzato, ma in senso positivo, dalla presenza a pochi chilometri del più importante scalo aeroportuale dell'Europa meridionale.
Il Sindaco di Gallarate Angelo Greco
Signor Sindaco, iniziamo il nostro dialogo da uno dei temi caldi: quale destinazione ritiene più opportuna per la vasta area a fianco della superstrada 336, quella che conduce a Malpensa?
"L'analisi dettagliata sulla nostra realtà economica effettuata dai ricercatori dell'Università Cattaneo ha permesso di evidenziare come a
quest'area sia opportuno attribuire in prevalenza un ruolo di contenitore di servizi alle imprese. La carenza di tali servizi appare, infatti, un problema reale per lo sviluppo della città e del circondario. Questo dato negativo diventa ancor più evidente per la presenza dell'aeroporto, ma sussisterebbe anche senza il nuovo scalo. Noi come amministratori abbiamo una forte responsabilità, tanto più che quella lungo la superstrada 336 è l'ultima grande area rimasta libera sul territorio di Gallarate: la programmazione dovrà, quindi, essere di lungo periodo e particolarmente oculata”.
Entriamo nel dettaglio di questa "Città dei Servizi” individuata dai ricercatori dell'Università Cattaneo...
"Per dar corpo al progetto, è ipotizzabile un'emissione obbligazionaria (Boc) di circa 50 miliardi di lire, destinati al finanziamento delle opere di acquisizione, urbanizzazione e realizzazione della stessa Città dei Servizi. Terminato tale investimento, potrebbe essere costituita una società di gestione che affitti gli spazi. Società al cui capitale parteciperebbero, assieme al Comune, altri enti. Il tutto rispettando, comunque, le indicazioni del Piano d'Area regionale per Malpensa”.
Sempre a proposito di Malpensa: finora, lo scalo è stato un fattore che ha offerto a Gallarate più opportunità o, piuttosto, un elemento di debolezza per la città?
"In verità, fino a questo momento ha rappresentato soprattutto un'occasione di polemiche: tutti ci hanno messo una mano! Certo, il modo con cui si è arrivati all'apertura dello scalo lascia sconcertati. Molti dei problemi che vengono affrontati oggi, sarebbero dovuti essere stati impostati nella loro soluzione ben prima dell'avvio dell'attività di Malpensa 2000.

Lo storico Caffè BossiQuesto, purtroppo, ha avuto conseguenze pesanti anche su Gallarate in termini di marketing territoriale, attribuendo al nostro territorio un marchio psicologico di negatività. E questo, ormai è noto, conta molto anche negli scambi economici”.
Gallarate vuole ancora essere un punto di riferimento per il circondario o ha ormai abdicato a questo ruolo?
"Molto spesso vengo tirato per la giacca affinché la città si metta in armi contro quelle vicine. Sono fermamente convinto, invece, che i problemi di questo territorio richiedano una collaborazione istituzionale. Una pretesa di carattere egemonico non avrebbe più senso”.
Come immagina, allora, il ruolo della città nei prossimi anni?
"La nostra mission può essere quella di fungere da punto di forza di questa regione nella più vasta competizione europea e dei mercati internazionali. Gallarate deve sempre essere vista come inserita in una rete di area più vasta”.
Entriamo nella città. Ci sono circa 100.000 metri quadri di aree dimesse. Come valorizzarle?
"
Stanno scattando anche per noi i termini per l'adeguamento del Piano Regolatore alle discipline dell'urbanistica commerciale, senza dimenticare che il piano d'area non è soltanto relativo alla 336, ma riguarda anche le aree dimesse cittadine.
Le "Torri" di Via MarsalaTutto questo ci permetterà presto di avere a disposizione degli strumenti per definire un quadro delle destinazioni economiche e delle funzioni che vogliamo portare fuori della città e di quelle che, invece, vogliamo far sviluppare al suo interno”.
Quale spazio destinate, allora, allo sviluppo degli insediamenti industriali?
"Beh, abbiamo la grande area del Pip di Sciarè: con una certa fatica e non poche sofferenze siamo riusciti a sbloccare la prima tranche e ora è partito il bando per la seconda”.
Anche in questo caso puntate su una logica intercomunale...
"Certamente, l'ho già evidenziato: voglio sempre considerare Gallarate come una città in rete con le località vicine".
Parliamo adesso di vivibilità: l'accusa è che negli ultimi anni sia diventato meno piacevole abitare a Gallarate...
"E' una città che si è un po' impoverita dei suoi spazi e delle sue iniziative culturali. Sin dall'inizio, la mia Giunta ha cercato di promuovere dei momenti di forte interesse: ne sono esempi la virata che abbiamo impresso alla vicenda del polo culturale Galleria d'Arte Moderna-Biblioteca, la ristrutturazione del Teatro del Popolo, con una progettazione esecutiva che termina per la fine dell'anno, la questione del Cinema Condominio, rispetto al quale abbiamo aperto una trattativa con la proprietà per giungere all'acquisizione pubblica dell'immobile così da farne un centro di servizi culturali”.

Troppo spesso, però, si ha l'impressione che i gallaratesi non sappiano che la Galleria d'Arte Moderna rappresenta la seconda struttura in Italia per importanza nel suo genere...
"E' vero. Questo succede, a mio parere, perché la Galleria è un po' sacrificata nella sua struttura: è un problema che ha toccato anche i miei predecessori.
Noi abbiamo individuato la nuova sede con un intervento su un'area industriale dismessa realizzato anche grazie a un operatore economico privato. Speriamo di condurre in porto quest'iniziativa, soprattutto perché la vivibilità dipende molto dal tasso di fruizione culturale complessiva della città”.
Qual è l'opinione del Sindaco di Gallarate sulla privatizzazione delle Municipalizzate? Un tema che la riguarda da vicino con l'ACSM...
"La trasformazione delle aziende municipalizzate in società per azioni mi pare che, finora, sia stata vista soltanto in termini burocratici. Non si è colto, invece, nella scommessa della Spa, il passaggio da una situazione di monopolio a quella del libero mercato, con i vantaggi annessi”.
Il Comune dovrebbe essere disponibile, allora, a cedere la quota maggioritaria...
"Questo è un altro argomento che va analizzato con molta attenzione.
Certo, va subito attuato il principio della separazione fra proprietà e gestione. Non è facile: le resistenze su questo versante sono enormi.
Oggi, peraltro, tutta la normativa, compreso l'ultimo decreto firmato dal Ministro Letta, mette in luce l'esigenza che la trasformazione debba essere tale da consentire alla società di stare sul mercato e fare concorrenza. In verità, mi pare che queste società siano sì nate e cresciute, ma senza alcuna esperienza di concorrenza sul mercato. Non ci sono alternative: o si capisce questo concetto o le operazioni sono destinate al fallimento. La soluzione credo stia nell'immettere nella gestione aziendale l'esperienza maturata sul mercato da operatori privati”.
La viabilità: Gallarate non ha ancora un sistema di circonvallazione e subisce le conseguenze di un traffico d'attraversamento che è notevolissimo...
"Stiamo elaborando un Piano Urbano del Traffico che ha come uno dei punti qualificanti proprio quello di far evitare alle auto l'attraversamento urbano.

Non le nascondo i miei timori: quando si mette mano alla segnaletica stradale si va spesso a finire in un mare magnum nel quale è sempre complicato navigare. Abbiamo già affidato, comunque, la progettazione di una circonvallazione che, partendo dal cavalcavia della Mornera, quello dell'area industriale, e con opportuni allargamenti alla sede stradale arrivi, parallelamente a via Ferrario, a collegarsi con via Carlo Noè”.
E' possibile ipotizzare dei tempi di realizzazione?
"Guardi, nell'Amministrazione Pubblica parlare di tempi è sempre rischioso.
Aggiungo: la politica in Italia è ormai largamente inadeguata a risolvere i problemi dei cittadini! Le soluzioni che può offrire sono largamente al di sotto di quelle richieste dallo sviluppo della società civile”.

09/04/2000

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