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Quando la cultura si fa con entusiasmo

La Fondazione "1860 Gallarate Città": promozione della cultura e marketing del territorio, tra bilanci e prospettive.

Mario LainatiL'entusiasmo è come il lievito per una torta: ci possono essere i migliori ingredienti in giuste proporzioni, ma se non c'è un quid che fa la differenza, il risultato non è affatto garantito. E, così, spesso ci si lamenta che, nella nostra provincia a molte iniziative manchi quello slancio che permetta di valorizzarne le potenzialità congenite. Un certo torpore e una punta di provincialismo sarebbero la causa del naufragare di iniziative culturali, secondo gli stessi varesini, spesso più autocritici del necessario. Non è corretto, tuttavia, generalizzare. Non sono poche le realtà, nate negli ultimi tempi, che dimostrano esattamente il contrario e che testimoniano come le capacità imprenditoriali connaturate al territorio diano ottimi frutti anche in questo settore. E - non da poco - in tempi rapidi.
Tra i protagonisti di questo fermento, un ruolo importante ha senz'altro la Fondazione "1860 Gallarate Città", non solo per i risultati raggiunti dalla sua costituzione, ma anche per la sua unicità. Un ente, fortemente voluto dall'amministrazione comunale e sostenuto dalle realtà associative e produttive, nato per coinvolgere un territorio ricco di fermento dal punto di vista economico, ma anche storico, artistico e culturale. A discapito del nome, chiaro omaggio alla storia della città dei due Galli, la Fondazione si propone di far rete, superando i confini cittadini e istituzionali. La mission, secondo programma, è "la progettazione e realizzazione di un sistema culturale stabile, partecipato, condiviso, comunicabile e riconoscibile". In concreto è una onlus che promuove, valorizza, coordina le più svariate iniziative e ne progetta di nuove: una vera e propria agenzia di consulenza e servizio, votata alla cultura, che unendo sinergie pubbliche e private, segue l'evento culturale - dalla mostra alla manifestazione popolare, dalla musica al convegno scientifico - in ogni step, organizzando concorsi, corsi, convegni, d'ogni genere, promuovendo pubblicazioni o acquisendo sponsorizzazioni.
Una realtà che, tra l'altro, ha già "accompagnato" la rinascita dei gloriosi Teatro del Popolo e del Condominio: non poco, soprattutto se si pensa che sono passati solo tre anni dalla sua costituzione. Un bilancio quindi positivo. Ma qual è l'ingrediente determinante di questa ricetta? Indubbiamente l'entusiasmo. Traspare inevitabilmente dalle parole dello stesso presidente della Fondazione gallaratese, Mario Lainati, che traccia un quadro di come si sia evoluta questa istituzione, tra punti di forza e inevitabili difficoltà. "La nostra peculiarità - racconta - è quella di andare oltre i confini. Una condizione necessaria per poter offrire proposte di altissima qualità. E' ovvio: altrimenti, per esempio, non riempiremmo i teatri.". E i numeri, infatti, dimostrano che i teatri si riempiono di varesini e non, allettati da un cartellone per tutti i gusti, che spazia da spettacoli di largo richiamo - come i Legnanesi, garanzia ovunque di tutto esaurito o come il meraviglioso concerto, lo scorso anno di Dee Dee Bridgewater - a eventi più ricercati, dalla lirica alla danza classica di livello internazionale.
Se dunque l'obiettivo è la qualità, Lainati non nasconde una nota dolente: "La qualità costa. E la situazione economica e finanziaria della Fondazione è impegnata e impegnativa" evidenzia. "Artisti seri vanno retribuiti e un programma di qualità presuppone una struttura complessa di personale altamente specializzato, dal tecnico di sala al direttore artistico. Un'impalcatura indubbiamente onerosa. Ovviamente ci si deve rivolgere all'esterno per... concretizzare l'entusiasmo, nonostante ci sia uno zoccolo duro di abbonati annuali (150 fissi per sale da 450 posti). Comunque, abbiamo costruito un'ottima squadra: puntiamo su personale giovane e laureato e realizziamo tutto autonomamente, ad esempio per quanto riguarda la grafica". Su quest'argomento, il presidente non nasconde una certa soddisfazione, sottolineando la notevole passione - l'entusiasmo, appunto! - e il disinteresse di un team di collaboratori scelti, guidati dall'esperienza del direttore artistico Adriano Gallina.
Non solo di appuntamenti teatrali, però, vive la Fondazione. Sottesa a tutta l'attività organizzativa c'è la volontà pedagogica rivolta ai giovani e, soprattutto, ai giovanissimi. Dalla programmazione di eventi per bambini dai 5 ai 10 anni e per le famiglie - molto apprezzati sia per i contenuti in se', sia per la finaltà di educare divertendo e promuovendo la socializzazione - fino a eventi di prestigio come il Festival estivo Via Paal che richiama pubblico ed esperti da ogni parte d'Italia.
"Tengo molto al discorso dell'infanzia" sottolinea Lainati "E' un'occasione per gettare il seme della cultura in chi si sta formando. Tra l'altro è curioso che sia proprio il Teatro del Popolo ad essere dedicato a questa finalità educativa, con un ritorno alle origini"."Un'altra esperienza positiva della Fondazione" prosegue il presidente "è il rapporto di collaborazione con le scuole. Sono stati realizzati progetti scuola-impresa, come quello per giovani giornalisti che ha dato origine ad una pubblicazione che si vorrebbe far diventare periodica". Curioso il fatto che proprio da una realtà educativa locale sia arrivato lo stimolo per la Fondazione, nata proprio in seguito ad uno studio commissionato all'Università Cattaneo per analizzare il fabbisogno culturale del territorio.
Accanto a quello rivolto ai giovani, lo sforzo educativo più generale ha dato il via ad una ricca rosa di progetti con relative importanti partnership, come quella con biblioteche e librai di Duemilalibri o, per citare un esempio extraterritoriale, con il BAFF. Eventi sempre di alta qualità, capaci di riscuotere il consenso del pubblico e richiamare l'interesse di enti e categorie produttive, come conferma, tra l'altro, il sostegno da parte della Fondazione Cariplo.
Ma quali sono i propositi per il futuro? "Consolidare i risultati raggiunti" è la netta risposta del presidente Lainati, che sottolinea: "I singoli obiettivi passano; l'importante è rendere permanente l'attuale fervore, che ci ha portati dalle difficoltà del primo anno, al bilancio attuale, ben oltre le aspettative".

Che spettacolo di teatri!

I teatri del Popolo e Condominio, ristrutturati e riaperti entrambi nel 2006, sono, insieme alla nuova Galleria civica d'Arte Moderna, perle preziose del patrimonio artistico locale ed esempi della rinascita culturale gallaratese. Il primo, nato nel 1920 grazie all'impegno degli operai gallaratesi e penalizzato da una storia di alterne vicende, è oggi sede operativa della Fondazione "1860 Gallarate Città" e punta su un cartellone di innovazione e una produzione ad hoc per famiglie. Il secondo, nato nel 1862 come "Sociale" e oggi intitolato a Vittorio Gassmann, è considerato il teatro più bello della provincia. Negli ultimi anni vanta una stagione ricchissima per tutti i gusti: dai più "commerciali" ad eventi per palati iper raffinati.

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