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Una Scuola di Specializzazione per i giuristi di domani

Liuc e Università Cattolica insieme per un corso superiore destinato alla formazione dei futuri avvocati, magistrati e notai. La soddisfazione del Preside, Professor Zanchetti

Il Professor Mario Zanchetti, Preside di Giurisprudenza, ne è convinto: "E' un vero e proprio fiore all'occhiello per la nostra Facoltà. Un passo in avanti di rilievo sulla strada di un'offerta formativa sempre più adeguata alle esigenze di chi opera nei vari settori dell'attività giuridica".
Una convenzione sottoscritta dall'Università Cattaneo e dall'Università Cattolica di Milano segna, infatti, l'avvio della collaborazione fra questi due Atenei nell'ambito della "Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali", un istituto di formazione post-laurea di secondo grado (quella che si ottiene dopo cinque anni di studio) che vuole sviluppare negli allievi quell'insieme di attitudini e di competenze che caratterizza la professionalità degli avvocati, dei magistrati e dei notai.
"Vogliamo fornire una base che accomuni queste tre professionalità - spiega il Professor Zanchetti, che è anche membro del Consiglio Direttivo della Scuola, oltre a esserne docente di Diritto Penale -. Si tratta di creare, insomma, nei futuri operatori del diritto una sorta di 'sentire comune' che, non lo nego, ha pure l'ambizione di far superare un domani le attuali incomprensioni fra le diverse realtà del mondo giuridico".
La scuola, la cui attività è iniziata lo scorso 8 gennaio nelle aule dell'Università Cattolica, è a numero chiuso: vi possono accedere cento laureati in Giurisprudenza che abbiano superato un concorso di selezione.
La durata è di due anni: un primo comune a tutti i partecipanti e un secondo distinto in due indirizzi, quello giuridico-forense e quello notarile.
"L'estate prossima la Facoltà di Giurisprudenza della LIUC - riprende il Preside - avrà i suoi primi laureati, a quattro anni dall'avvio dei corsi nel 1998.
Questi giovani giuristi avranno, quindi, la possibilità di accedere al concorso per l'ammissione alla Scuola di Specializzazione, che potrà così usufruire anche delle strutture messe a disposizione a Castellanza dalla nostra Università".
La frequenza è obbligatoria e sono previste 500 ore annue dedicate alla didattica nel periodo compreso tra ottobre e aprile.
"L'attività in aula comprende non solo l'approfondimento teorico dei vari argomenti oggetto di lezione, bensì anche attività pratiche, quali esercitazioni, discussioni e simulazioni di casi, stage e tirocini, discussione pubblica di temi, atti giudiziari, sentenze, atti notarili e pareri redatti dagli stessi allievi".
Si vuole, insomma, favorire il coinvolgimento degli studenti consentendo loro di sviluppare concrete capacità di soluzione di specifici problemi giudiziari.
"Aggiungo, anzi, che ciascuna lezione occupa normalmente due ore di insegnamento, così da permettere una trattazione sufficientemente approfondita di ciascun tema, sia dal punto di vista teorico sia da quello della pratica professionale".
A partire dal mese di aprile, poi, sono programmati fino al termine dell'anno accademico ulteriori attività di stage e tirocinio per un minimo di 50 ore da svolgersi presso studi professionali di avvocati o notai oppure negli uffici giudiziari.
Il passaggio dal primo al secondo anno e l'ammissione all'esame finale di diploma sono subordinati al giudizio favorevole del Consiglio Direttivo della Scuola (composto da docenti delle Università Cattaneo e Cattolica oltre che da due magistrati, due avvocati e due notai scelti su indicazione, rispettivamente, del Consiglio Superiore della Magistratura, del Consiglio Nazionale Forense e del Consiglio Nazionale del Notariato) considerando le verifiche intermedie relative alle diverse attività didattiche. Nel caso di giudizio negativo, lo studente potrà ripetere l'anno di corso una sola volta.
"Val la pena ricordare, infine, - conclude il Professor Zanchetti - che già per gli iscritti a Giurisprudenza nel 1998, che si possono quindi laureare nel 2002, il diploma ottenuto in questa Scuola sarà un requisito indispensabile per l'ingresso in Magistratura.
Quanto agli avvocati, invece, la sua frequenza è compatibile con la pratica professionale e può sostituire uno dei due anni di praticantato richiesti per l'ammissione all'esame di Stato".

02/15/2002

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