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Università e Industria: una partnership per il futuro

L'inaugurazione dell'anno accademico 2002/2003, il dodicesimo dalla fondazione. I risultati di una ricerca sugli sbocchi occupazionali dei laureati LIUC.

Un ateneo che guarda al futuro rimanendo comunque fedele a un modello - quello avviato agli inizi degli anni Novanta dai fondatori - ispirato al principio di una forte sinergia fra Università e Impresa.
E' questo il quadro emerso durante la cerimonia d'inaugurazione del dodicesimo anno accademico dell'Università Cattaneo, voluta e realizzata per iniziativa dell'Unione degli Industriali della Provincia di Varese.
E il tema della stretta collaborazione fra mondo accademico e sistema economico è stato sviluppato da tutti e tre i relatori che si sono susseguiti nell'aula magna di Castellanza: sia dal Presidente Paolo Lamberti, sia dal Rettore Gianfranco Rebora, come dal Professor Rodolfo Zich del Politecnico di Torino cui è stata affidata la prolusione.
"E' infatti sullo sviluppo delle relazioni tra università e mondo dell'economia che sempre di più nella nostra società si gioca buona parte della competitività di un sistema-Paese" ha evidenziato lo stesso Professor Zich, già Rettore del Politecnico di Torino e, ora, al vertice dell'Istituto Superiore Mario Boella, un'iniziativa che coinvolge diversi attori pubblici e privati del capoluogo piemontese tutti impegnati sul fronte della crescita socioeconomica di quel territorio.
"Un progetto che - ha ricordato - partendo dalla capacità d'attrarre importanti centri di ricerca come il nuovo Laboratorio Motorola e con le risorse del Ministero dell'Università e della Ricerca, degli enti locali nonché degli istituti di credito e delle fondazioni bancarie, sta mettendo in campo 25 miliardi di euro nell'arco di cinque anni. Gli obiettivi sono di raddoppiare dal 5 al 10% l'incidenza dell'ICT (Innovation & Communication Technology) sul PIL prodotto a Torino, di portare a circa 6.000 unità il numero dei ricercatori che operano nelle varie strutture presenti, di incrementare le imprese innovative e di passare dalla logica di una prevalenza dei fondi pubblici a quella di un sostanziale autofinanziamento".
L'intervento del presidente Lamberti ha sottolineato come l'adeguamento dell'offerta didattica dell'Università di Castellanza alla riforma dell'università Italiana abbia potuto realizzarsi nel pieno rispetto dei principi ispiratori della stessa LIUC, per molti aspetti antesignana di un modello ora adottato a livello nazionale. In particolare, per quanto riguarda la previsione, accanto a quelli tradizionali, di cicli di studio più brevi, con una formazione di stampo universitario e al tempo stesso professionalizzante, immediatamente spendibile nel mercato del lavoro. E poi per una maggiore apertura dell'Università agli stimoli e alle necessità espresse dalla realtà esterna al mondo accademico, oltre che per l'armonizzazione ai sistemi d'istruzione europei. I tre corsi di Economia Aziendale, Ingegneria Gestionale e Giurisprudenza si sono quindi rapidamente adattati alla riforma del "3+2" "… rifuggendo - ha affermato Lamberti - dalla tentazione di moltiplicare i corsi inventando proposte didattiche finalizzate solo a catturare gli studenti, facendo leva sull'emotività della scelta, e prestando invece tutta l'attenzione al miglioramento qualitativo dei tre corsi presenti nel progetto originario della Cattaneo, ritenuti consoni alle esigenze di formazione superiore espresse dal tessuto economico locale e, pertanto, anche promettenti sul piano occupazionale".
Il presidente ha inoltre ricordato che, per il ruolo che l'Università svolge, essa è da considerare un motore di sviluppo, particolarmente per il territorio nel quale si trova a operare. "Ma la presenza di un'università - ha precisato - non può certo essere sufficiente a determinare lo sviluppo di un territorio se quest'ultimo non riceve attenzioni anche su altri fronti. Se, per fare l'esempio del territorio nel quale l'Università Cattaneo è insediata, esso non viene assecondato nel soddisfare un'esigenza primaria, da tutti riconosciuta, come quella della modernizzazione e del potenziamento delle infrastrutture".
Di particolare interesse anche i risultati, riferiti dal Rettore Gianfranco Rebora, di una vasta ricerca effettuata sugli sbocchi occupazionali dei laureati LIUC nei primi dieci anni d'attività.
"Il profilo emergente - ha evidenziato il Professor Rebora - è quello di un giovane che conclude il percorso universitario nei tempi programmati, privilegiando durante lo stesso lo svolgimento di esperienze di lavoro, di stage e studio all'estero, rispetto alla ricerca di votazioni elevate. Che dopo la laurea si inserisce prontamente nel lavoro, in aziende di vari settori e dimensioni, con una forte presenza nel terziario, in ruoli operativi coerenti con la propria formazione e utilizzando una vasta gamma di formule contrattuali, tradizionali e nuove. Che manifesta successivamente una forte propensione a cambiare lavoro e azienda, nella ricerca di una collocazione più appagante, sotto il profilo sia del contenuto che del reddito. Che ottiene successo, il più delle volte, in questa ricerca anche in un breve volgere di anni, maturando non di rado anche la propensione ad inserirsi in un'attività imprenditoriale o di professionista autonomo. Un giovane, infine, che appare per ora soddisfatto del risultato raggiunto e convinto dell'utilità del progetto formativo seguito all'Università Cattaneo".

11/21/2002

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