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L'Insubria in Brasile per risanare l'ambiente

L'Ateneo in un pool con Pavia e Roma Tor Vergata per studiare un processo di depurazione dei liquami adatto alle piccole comunità del Paese sudamericano e per attivare nuove forme di cooperazione. Effettuata a novembre la prima missione.

L'Università dell'Insubria entra in gioco con le sue competenze sia in campo ingegneristico-ambientale, sia in quello medico. Lo scopo è d'individuare un metodo di depurazione dei liquami appropriato alla realtà climatica, economica e sanitaria delle piccole comunità presenti in gran numero in quel vero e proprio subcontinente che è il Brasile: un trattamento dei reflui che utilizzi processi propri dell'ingegneria naturalistica.
L'Ateneo che mette in rete l'attività delle Facoltà comasche e varesine è stato, infatti, inserito dal Ministero degli Affari Esteri in un pool comprendente anche l'Università di Pavia e quella romana di Tor Vergata che, con il finanziamento del Governo Italiano, dovrà sviluppare una ricerca applicata alle specifiche esigenze del Paese sudamericano. Il Professor Roberto Valvassori, Preside di Scienze sotto il Sacro Monte, partecipa al Comitato di Coordinamento dell'iniziativa scientifica, dove è presente anche il Professor Giordano Urbini, ritenuto il massimo esperto italiano d'ingegneria ambientale e chiamato di recente dall'Università dell'Insubria per fondare l'Ingegneria, un tassello importante che mancava all'Ateneo.
"Ci sentiamo onorati di questo prestigioso riconoscimento - sottolinea il Rettore dell'Insubria, Professor Renzo Dionigi - che va a premiare l'obiettivo dell'eccellenza della qualità della didattica e della ricerca che stiamo perseguendo.
Ancorché giovane, l'Insubria si dimostra un'Università sempre più all'altezza per svolgere un ruolo trainante nello sviluppo socio-economico del territorio e della società civile".
La ricerca cade in un momento particolare per la sanità brasiliana perché nel corso del 2002 si è sviluppata in quel Paese la più seria epidemia di "dengue", determinata dallo sviluppo anomalo di "mosquitos" portatori di un virus che causa stati febbrili, in alcuni casi emorragici, che conducono anche alla morte del soggetto umano infettato. Tali "mosquitos" si sviluppano essenzialmente sulla superficie d'acque stagnanti.
Ecco una ragione ulteriore per promuovere una ricerca che - già entrata nel vivo con una prima missione sudamericana compiuta dagli scienziati dell'Insubria lo scorso mese di novembre - durante il 2003 verrà resa operativa nello Stato di Bahia in prossimità di Salvador e della baia di Camamù.
Questa baia - ancora sconosciuta al turismo di massa, ma non a quello ecologico - rappresenta un sito di particolare rilievo naturalistico, sia per la riproduzione spontanea di specie marine e per l'allevamento commerciale di crostacei, sia per le colture vegetali dell'entroterra quali canne, cacao, cocco e dendé (palma da olio utilizzata nell'industria automobilistica, siderurgica e alimentare). La stessa area è, inoltre, importante per la fabbricazione di barche tradizionali in legno per la pesca e il diporto.
Attualmente il suo equilibrio ecologico è seriamente compromesso per le rilevanti e crescenti forme d'inquinamento da liquami civili. E questo poiché mancano le infrastrutture fognarie e di depurazione al servizio delle numerose piccole comunità che abitano la baia.
Da qui la necessità e l'urgenza d'intervenire in modo adeguato alle particolarità socio-economiche oltre che ambientali dell'area, adottando sistemi di trattamento delle acque a basso costo e a limitato consumo energetico.
Le tre Università italiane coinvolte nell'iniziativa promossa dal nostro Ministero degli Affari esteri potranno contare in Brasile sulla collaborazione dell'Università Federale di Salvador Bahia.
La visita a Salvador è servita anche per lo scambio di una convenzione per la cooperazione scientifica e didattica tra l'Ateneo Varesino e l'UFBA-Unversità Federale di Salvador, Bahia, e per incontri on varie Autorità per l'apertura di linee di futuro lavoro. Il Prof. Roberto Valvassori, Preside della Facoltà di Scienze sottolinea l'importanza degli incontri avuti con l'Ambasciatore d'Italia Riccardo Petrone, con il Console d'Italia a Bahia Giovanni Pisanu e con altre Autorità brasiliane: "…al di là del piacere personale della conoscenza diretta di queste importanti Autorità, si sono aperte possibilità di cooperazione che sicuramente daranno risultati nei prossimi mesi. Tra le iniziative esaminate ci sono il risanamento dall'inquinamento di alcune tra le più importanti baie brasiliane e la partecipazione a progetti di riciclaggio e smaltimento dei rifiuti e a progetti di ittiocoltura".
Il Prof. Maurizio Chiaranda della Facoltà di Medicina ha avuto colloqui con docenti dell'Ateneo bahiano e dell'Ospedale San Raffaele, dependance brasiliana del famoso nosocomio milanese, e vede con favore la prospettiva, discussa con i partners brasiliani e con funzionari dell'Ambasciata italiana, di un'apertura ai giovani brasiliani delle lauree brevi, in particolar modo dell'infermieristica, molto ambita in Brasile ma con dotazione limitata di posti.
Particolarmente significativi sono stati gli incontri con l'AVSI l'associazione italiana di volontari per lo sviluppo internazionale, fortemente presente in Brasile (in particolare a Bahia, col progetto di risanamento socio-economico-ambientale dell'area dei "novos alagados") e con il Ministro per le iniziative contro la Povertà nello Stato di Bahia, Padre Piazza, un gesuita italiano salito alla carica governativa proprio per la sua profonda dedizione alla causa dei poveri.
L'Università dell'Insubria nel prossimo futuro sarà così orgogliosamente protagonista di iniziative, non solo in ambito ecologico (riciclaggio dei rifiuti, sviluppo di allevamenti itticoli, progetti di autosostentamento di comunità rurali) e medico, ma anche nell'ambito della cooperazione internazionale di volontariato.

01/16/2003

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