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Vita da capo d'azienda

Una recente ricerca realizzata dall'Università Cattaneo ha indagato la figura del capo d'azienda, per cercare di capire se i capi hanno tratti comuni, atteggiamenti ricorrenti e caratteristiche univoche.

Alla domanda chi è un capo, tutti saremmo portati a rispondere semplicemente che il capo è colui che guida, che sia il capo dell'ufficio, o quello che guida una squadra di calcio, o ancora colui che porta una spedizione fino alle cime dell'Everest, o quello che guida uno Stato. Semplicisticamente, il capo è soprattutto chi dirige, chi esercita un comando, una persona dotata di una certa autorità, una persona comunque carismatica e dotata di particolari doti di leadership. Il capo è tutto questo, ma nell'attuale business world la figura del "capo" ha assunto un ruolo sempre più strategico, e la sua figura si è arricchita di mille sfaccettature.
Una recente ricerca realizzata dall'Università Cattaneo ha approfondito queste caratteristiche, indagando sulla figura del capo, in particolare, quello d'azienda, per cercare di capire se i capi hanno tratti comuni, atteggiamenti ricorrenti e caratteristiche univoche. Il lavoro è stato poi la base per una lettura allargata dell'argomento, che ha portato alla pubblicazione di un libro, a cura di Gianfranco Rebora, rettore della stessa Università, "I capi d'azienda - Modelli emergenti di leadership e management nelle medie imprese". Per raccogliere i dati sono stati intervistati 150 capi di aziende pubbliche, private e del non profit, che operano in diversi comparti produttivi e ubicati nel nord Italia. Dall'analisi dei dati sono stati studiati quindi i capi di quattro tipologie di aziende: l'industria classica (lavoro semplice e attività materiale), i cui capi sono generalmente più anziani e meno frequentemente laureati; l'industria ad alta intensità di conoscenza (lavoro complesso e attività materiale) in cui si trovano i manager più pagati e formati, molti sono laureati, l'anzianità aziendale è elevata e spesso si tratta di percorsi monoaziendali; i servizi semplici (lavoro semplice e attività immateriale), dove operano collaboratori non particolarmente qualificati né costosi e dove i capi hanno sviluppato esperienze professionali in aziende diverse; infine il terziario professionale (lavoro complesso e attività immateriale) dove è alto il grado di specializzazione richiesto e in cui si lavora mediamente di più di chi opera in altri contesti, ma le remunerazioni sono premianti. Ecco quindi l'identikit del capo. Obiettivi di tipo produttivistico per i giovani capi, di sviluppo per i capi di mezza età e obiettivi di stabilità per i più anziani. Tutti sono tuttavia accomunati da una visione generalista del management.
Se analizzati per scolarità, quasi tutti i manager del campione hanno una laurea, soprattutto nei settori ad alto sviluppo, in particolare giovani e anziani privilegiano lauree in economia e ingegneria, con una costante attenzione alla formazione continua. Ma quanto lavora un capo? Il manager tipo lavora tanto e si brucia spesso feste e vacanze. E' occupato, infatti, una decina di ore al giorno, per sei giornate alla settimana.
Il capo di una multinazionale poi sembra presentare caratteristiche differenti dal capo di un'azienda italiana. Il primo presenta un curriculum doc, laurea, esperienza professionale sviluppata in più aziende, spesso dello stesso settore. Importante è la formazione e l'aggiornamento professionale. I capi di aziende italiane, invece, per il 50% hanno sviluppato esperienze professionali in più di quattro aziende, anche di settori diversi. Sono laureati prevalentemente in materie economiche e scientifiche, pochi gli umanisti. Diverso è ancora il profilo dei capi d'azienda proprietari, ma non fondatori, dai fondatori stessi. Chi ha raccolto il testimone dalla famiglia spesso condivide la leadership e in questo modo si trova in posizioni di alta responsabilità relativamente ancora giovane. A volte è donna. Solo il 60% è laureato, il 75% ha una carriera monoaziendale. I fondatori sono quasi sempre uomini, non giovani, alla guida di organizzazioni non molto elevate, spesso laureati in ingegneria.
Tanti capi dunque, diversi l'uno dall'altro, per età, cultura ed esperienza, ma sembrano avere un tratto comune, sono dotati tutti di un particolare magnetismo, di un grande carisma che porta il capo d'azienda a vivere la propria responsabilità come partecipazione totale alla vita dell'azienda.

11/18/2004

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