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A volte ritornano…

Da Baltimora all'Insubria per individuare un vaccino contro il tumore. Luisa Bozzo rientra in Italia dopo una fuga di tre anni in America.

La dottoressa Luisa Bozzo al lavoroHa trentun anni ed è uno dei "cervelli in fuga, rientrati in Italia". Luisa Bozzo, originaria di Cosenza, da febbraio lavora nei laboratori scientifici dell'Università dell'Insubria, nell'equipe del professor Roberto Accolla, docente del Dipartimento di Scienze cliniche e biologiche.
Il suo ritorno porta la firma di un gruppo varesino: l'Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra, che in questo modo ha voluto esprimere il proprio attaccamento all'ateneo.
Così Luisa è rientrata da Baltimora dove, per tre anni, ha lavorato all'Istituto di Virologia Umana sotto la direzione di Robert Gallo, scopritore, insieme a Luc Montagnier, del vius dell'Hiv e impegnato, attualmente, ad individuare il vaccino che debelli questa terribile malattia, responsabile della morte di almeno 30 milioni di persone.
A Baltimora, Luisa era approdata al termine di un dottorato di ricerca all'Università di Brescia dopo aver conseguito la laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche all'Università della Calabria.
"La mia è una storia come tante - racconta la giovane ricercatrice - dopo aver svolto in Italia tutti i percorsi formativi possibili, ho cercato all'estero una possibilità di lavoro. Negli altri paesi c'è indubbiamente più attenzione ai giovani e meno burocrazia”.
L'esperienza americana è stata positiva da ogni punto di vista: "Nonostante il timore iniziale - ricorda Luisa - ho trovato un ambiente molto ospitale. Non ho mai avuto problemi sia di tipo lavorativo, sia personale”.
Sotto la guida stretta di un altro "cervello” italiano, Luisa Bozzo ha lavorato ad un progetto di ricerca a metà strada tra la biologia molecolare e le tecniche biochimiche: era chiamata ad individuare il meccanismo attraverso il quale la proteina caratteristica del Virus Hiv stimola la proliferazione di cellule tumorali, in particolare del linfoma. Luisa, in laboratorio ha studiato il recettore cellulare che media questo fenomeno.
Grazie all'esperienza acquisita, oggi Luisa, nelle aule Seppilli dell'Università dell'Insubria, sta lavorando ad un progetto di ricerca che mira a mettere in luce il rapporto tra la progressione neoplastica e le difese immunitarie: "Attraverso un procedimento di ingegnerizzazione delle cellule, modifichiamo quelle tumorali in modo da renderle più vulnerabili al nostro sistema immunitario. In questo modo si potrebbe arrivare all'individuazione di un vaccino che risulti efficace contro la patologia tumorale”. Una volta "vaccinato” contro il tumore geneticamente modificato, l'organismo acquisisce una "memoria immunologica” capace di rigettare anche il tumore non modificato geneticamente.
Nel lavoro del professor Accolla sono soprattutto due i tumori analizzati: quello mammario e quello del colon, oltre ad alcune forme di leucemie di probabile origine virale. Per questi tipi di tumori esistono già studi avanzati, a cui corrispondono però successi terapeutici limitati.
La ricerca prevede, attraverso lo studio dei modelli sperimentali e il loro confronto con la patologia umana, di mettere a punto nuove strategie sia vacciniche preventive che terapeutiche basate su un potenziamento delle difese immunitarie contro il tumore.
"Io penso di poter mettere a disposizione dell'equipe del professor Accolla la mia esperienza maturata negli Stati Uniti - commenta la dottoressa appena sbarcata da Baltimora - dal punto di vista sia scientifico, sia metodologico. All'Istituto di Virologia Umana ho imparato soprattutto ad organizzare e portare avanti un lavoro di ricerca: si lavorava sodo, in un ambiente stimolante e competitivo nel modo giusto. Anche i più giovani venivano valorizzati se dimostravano di avere idee ed entusiasmo. Vorrei tenere 'aperta' questa mia esperienza americana e, magari, far crescere un legame tra Varese e gli States”.
Per un anno Luisa si fermerà nei laboratori dell'Università dell'Insubria: "Avrei potuto fermarmi a Baltimora, ma non lo ritenevo giusto. Io mi sono preparata in Italia, questo paese mi ha messo a disposizione strutture e professori per diventare ciò che sono oggi. Adesso è giunto il momento di restituire quanto ho ricevuto”.

06/16/2006

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