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LIUC, quindicesimo compleanno

All'inaugurazione dell'anno accademico 2005-2006, dal presidente Lamberti e dal rettore Rebora un'approfondita riflessione sul modello universitario italiano. Il Ministro Tremonti: "L'Europa rischia di tornare ad essere solo un'area di libero scambio".


Nel consueto clima di sobrietà che caratterizza, anche nelle circostanze ufficiali, l'attività dell'Università Carlo Cattaneo-LIUC, si è svolta la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2005/2006, il quindicesimo dalla fondazione dell'Ateneo. Un'occasione per fare il punto su quanto realizzato nei primi tre lustri, ma anche per un'ampia riflessione sul modello universitario del nostro paese, alla luce anche dei ripetuti interventi di riforma dell'ordinamento universitario che si sono succeduti negli ultimi anni.
Il presidente dell'Università Paolo Lamberti ha affermato in proposito che "nonostante i margini di cosiddetta autonomia introdotti con le riforme degli ultimi anni, permane quella mentalità ancora vincolante e dirigista che non consente - almeno a quegli atenei che, come il nostro, grazie anche alla propria impronta privatistica, sono maggiormente votati all'innovazione - di poterlo essere tanto quanto si vorrebbe". Lamberti ha fatto un esempio per chiarire il concetto. "Voi sapete - ha detto - che il nostro corso di laurea in Giurisprudenza si è caratterizzato per l'aggiunta, ai corsi delle materie giuridiche tradizionali, di corsi di carattere economico-aziendale, oltre che per l'ampia apertura internazionale. Ebbene, nell'ulteriore riconfigurazione del corso di laurea in Giurisprudenza, è attribuito valore vincolante ad insegnamenti per un valore di 216 crediti sui 300 totali (di cui 20 per tesi). E' evidente che con un'elasticità di 64 crediti su 300, i margini di manovra per tentare di mantenere la caratterizzazione originale e sperimentale del nostro corso, sono molto ristretti".
"In Italia - gli ha fatto eco il rettore Gianfranco Rebora - si sta tornando ancora a ragionare troppo in ottica di uniformità. Il modo disordinato e spesso discutibile in cui molte università italiane si sono lanciate sulla pista della revisione delle formule formative, con l'appariscente fenomeno della moltiplicazione dei corsi di studio, ha finito per innescare una reazione e un irrigidimento delle regole, che rischiano alla fine di ripristinare procedure che comportano un ruolo più forte degli organismi centrali di governo del sistema". E anche la recente legge sullo stato giuridico dei docenti - ha osservato il rettore - "si rivela timida nell'aprire a nuove soluzioni contrattuali per le figure di docenza e ricerca, che possano favorire una gamma più ampia di condizioni di impiego delle risorse umane". Nelle ultime settimane, poi, si è aggiunto anche il parere espresso dalle Camere sulla obbligatorietà del riconoscimento dei crediti formativi maturati presso altre sedi universitarie: un'ulteriore ostacolo posto per quelle università che intendono differenziare e distinguere la propria offerta formativa.
Presidente e rettore, nei rispettivi interventi, hanno anche ricordato le tappe salienti che hanno segnato il primi quindici anni di vita della LIUC: l'avvio nel 1991, con i primi 303 studenti del primo corso di laurea, quello in Economia Aziendale; l'attivazione, nel 1994 del corso di laurea in Ingegneria Gestionale e nel 1998 di quello in Giurisprudenza. La LIUC ha ormai laureato oltre 4.000 studenti, tutti prontamente occupati: il tempo medio di attesa occupazionale è mediamente di 46 giorni dalla laurea. Per quanto riguarda le attività di ricerca, è stato ricordato l'ottimo posizionamento ottenuto nella Valutazione Triennale della Ricerca condotta dal Ministero. La prolusione della cerimonia di Inaugurazione dell'anno accademico è stata tenuta da Valter Lazzari, preside della Facoltà di Economia della LIUC. Il tema trattato - la tutela del risparmio - è stato dapprima inquadrato nella sua evoluzione storica per giungere ad illustrare i quattro meccanismi che permettono oggi di disciplinare il corretto svolgimento dei rapporti di mandato in cui entra un risparmiatore: la trasparenza, la concorrenza, il controllo dei comportamenti, l'intervento regolatore. Quest'ultimo - ha osservato Lazzari - "non si pone più quale presidio alternativo ai precedenti, come accadeva in passato, ma è ora, invece, strumento utile a promuovere l'efficacia dei sistemi di protezione del risparmio. La nozione di tutela del risparmio, infatti, non si focalizza più sulla semplice protezione contro l'eventualità di una scorretta esecuzione del rapporto di mandato ai danni del risparmiatore, ma si pone il più ambizioso obiettivo di assicurarne un'esecuzione ottimale".
L'intervento conclusivo è stato svolto da Giulio Tremonti, vicepresidente del Consiglio dei ministri che, dialogando successivamente con i giornalisti, ha detto di essere rimasto colpito dall'ambiente dinamico e dalle pregevoli architetture della sede della LIUC (ospitata nell'ex Cotonificio Cantoni di Castellanza, ristrutturato dall'Architetto Aldo Rossi, Premio Pritzker d'Architettura). Nel suo intervento Tremonti ha tracciato sommariamente le tappe del cammino verso l'Europa unita per giungere ad evidenziare le difficoltà che quel cammino sta incontrando attualmente. Difficoltà dovute, a suo avviso, all'eccesso di regolamentazione che contribuisce negativamente ad appesantire l'operatività delle attività economiche europee e a comprometterne così l'operatività sui mercati internazionali. Oggi - ha chiarito - l'Europa non è più padrona del suo spazio (perché il mercato non è più solo europeo ma è quello globale) e del suo tempo (perché i processi repentini in atto nel mondo hanno finito per rompere l'evoluzione lenta dell'Europa). E mentre il mondo va verso la liberalizzazione, l'Europa va verso la regolamentazione. Le regole essenziali sono un investimento, quelle superflue sono un costo. Il risultato dell'eccesso di regolamentazione è ben rappresentato da due recenti avvenimenti che sono indicativi del clima di scarsa fiducia che si sta manifestando verso l'Europa unita: i referendum sulla Costituzione europea e la decisione francese contro l'ingresso di Enel sul proprio mercato. Un episodio, questo, che per il Ministro Tremonti è indicativo di come si guardi all'Europa non in termini di unità economica e politica ma ancora nei vecchi termini di area di libero scambio. Si tratta di una visione riduttiva di fronte alla quale, ha concluso, occorre riprendere il cammino dell'unificazione con sistemi nuovi: perché non si possono gestire problemi nuovi con sistemi vecchi.

03/31/2006

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