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6.400 ore di formazione gratuita, con Fondimpresa

La formazione fa crescere i lavoratori, professionalmente e umanamente, ma anche le imprese. Un nuovo strumento per promuoverla: i fondi inter professionali.

Anni '50: lezione di chimica all'istituto professionale di Castiglione Olona, sostenuto dalla Mazzucchelli 1849"Fare" e "saper fare" sembrano due estensioni dello stesso concetto, ma appare chiaro che si tratta soltanto di un gioco di parole. L’economia moderna, infatti, premia soltanto quei lavoratori e quelle imprese che non puntano semplicemente al "fare" ma al "saper fare bene" o, per essere più espliciti, al "fare meglio degli altri".
Se "saper fare bene" è dunque il fine, l’arma vincente per raggiungerlo oggi è sicuramente la formazione, uno strumento che, se ben utilizzato e promosso, porta vantaggi sia ai singoli lavoratori, specie se giovani e desiderosi di crescere professionalmente, sia alle imprese.
L’equivoco da sfatare in merito alla formazione è che sia soltanto apprendimento nozionistico. Formazione significa, infatti, trasmettere il "saper fare (bene)" a chi desidera impararlo. Il termine, che oggi è di gran moda, indica un percorso storicamente tradizionale per il mondo del lavoro: le nostre aziende sono, da sempre, luoghi naturali di formazione sin dagli albori dell’attività economica, quando il singolo bottegaio o artigiano trasmetteva ai giovani garzoni i trucchi del mestiere, fino ai giorni nostri.
Così oggi l’impresa stessa rappresenta il miglior percorso di formazione per un giovane grazie ad un complesso sistema di trasmissione di conoscenze, che coinvolge tutti coloro che fanno parte dell’organizzazione, a vario titolo e attraverso varie modalità, in maniera diversa a seconda della struttura, delle dimensioni e della tipologia dell’azienda stessa.
Questo è evidentissimo quando l’azienda organizza formazione vera e propria, ad esempio sostenendo corsi in sede. Meno esplicitamente, ma in maniera continua e fruttuosa, l’azienda è comunque un luogo formativo nell’attività quotidiana dove si verifica un trasferimento, ai giovani e meno giovani, mediante l’affiancamento ai lavoratori più esperti, non solo di conoscenze ma anche di atteggiamenti e di comportamenti.
Si può ben dire quindi che l’impresa è un luogo formativo a pieno titolo, anche se non sempre le modalità attraverso le quali avviene questa trasmissione di conoscenza sono facilmente riconoscibili a chi è destinatario della formazione. Ad esempio, ci si trova di fronte ad un curioso paradosso per cui chi lavora in azienda vorrebbe dedicare più tempo alla propria formazione tornando "in aula", mentre gli studenti vorrebbero uscire dalle loro aule proprio per entrare in azienda e apprendere "dal vivo" affiancando chi lavora. Anche questo fenomeno, tuttavia, conferma il valore di una doppia capacità dell’impresa di fare formazione, quella formalizzata e quella quotidiana sul campo. Entrambe hanno una chiarissima utilità per l’azienda stessa, che è sempre alla ricerca di nuove professionalità.
Se poi il fatto di intravedere nell’esperienza altrui il modo migliore di fare formazione fa pensare a due vicini di casa che vedono il giardino dell’altro "sempre più verde", questa invidia positiva conferma l’interesse e l’utilità di entrambi i percorsi.
La capacità formativa di un’impresa non deve tuttavia far pensare che sia esente da problemi. In primo luogo fare formazione ha un costo oggettivo. Per questo le parti sociali, sindacali e imprenditoriali, le prime ad avere a cuore la crescita della competitività delle imprese e della professionalità dei lavoratori, hanno cercato un’intesa per promuovere la formazione.
Sono stati così individuati gli strumenti dedicati a quest’obiettivo: i fondi interprofessionali per la formazione continua. In pratica, le risorse provenienti dai contributi versati obbligatoriamente dalle imprese all’Inps, finora gestite dall’ente pubblico, possono essere utilizzate ora direttamente per la formazione aziendale.
Si tratta di una novità importante, perché permette di finalizzare a progetti concreti investimenti di cui, fino ad oggi, non era possibile verificare i ritorni, destinando il contributo, su base volontaria, anziché all'ente di previdenza, ai Fondi. Questi sono appositamente costituiti per realizzare attività di formazione permanente e consentire alle imprese di indirizzare la propria attività sulla base delle loro reali richieste.
Nello specifico, le parti sociali hanno dato vita a due Fondi: Fondimpresa, per la formazione dei lavoratori in genere e Fondirigenti, per l'aggiornamento professionale dei dirigenti d'azienda.
Le imprese hanno quindi a disposizione uno strumento dalle grandi potenzialità, la cui efficacia dipende soprattutto dal saper riconoscere lo stile dell’organizzazione lavorativa: le imprese, diverse le une dalle altre, necessitano di differenti processi mirati di formazione. Accanto poi a questi percorsi "ad hoc", viene dato nuovo valore alla forma primaria di apprendimento: l’affiancamento a chi già lavora.
L’utilità di questo nuovo strumento è confermata dall’interesse riscontrato nelle imprese della provincia di Varese: l’80% di quelle associate all’Unione Industriali ha già scelto di destinare il contributo a Fondimpresa. L'adesione al fondo consente di realizzare in proprio, in forma singola o in partnership, progetti rispondenti alle reali esigenze. Attraverso una Commissione Paritetica le parti sociali assicurano la predisposizione delle attività e promuovo, inoltre, la realizzazione di progetti territoriali o settoriali per rendere disponibili i corsi a catalogo per le imprese. Questa iniziativa non deve, infatti, far dimenticare le altre oggettive difficoltà con cui si scontra un’impresa all’atto pratico. Per fornire un ulteriore aiuto alle singole realtà aziendali nel piano operativo per l’avvio delle attività dei fondi è stata prevista una fase, cosiddetta di "start up", attraverso la quale le associazioni imprenditoriali organizzano articolati programmi di formazione per le imprese. Il progetto, a cui l’Unione degli Industriali della Provincia di Varese sta lavorando insieme a CGIL, CISL e UIL nasce da un’azione congiunta di progettazione e analisi dei fabbisogni formativi e trova sul territorio della provincia le strutture per realizzare i corsi previsti. Si tratta di realtà di consolidata esperienza nel campo: la Servizi e Promozioni Industriali, braccio operativo dell’Unione Industriali in materia di formazione aziendale, l’Università Cattaneo-LIUC, che ha sviluppato un diffuso "know how" in materia, grazie anche all’attività di ricerca dei suoi molteplici istituti, i centri di formazione professionale di Busto Arsizio e Varese, appartenenti alla Fondazione Enaip Lombardia, già largamente presenti negli ambiti di formazione più tecnica per le imprese e il Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento di Busto Arsizio, per le specifiche competenze di settore.
La sensibilità del nostro territorio risponde alla crescente domanda di formazione dei singoli lavoratori e delle imprese, correlata ad una maggiore complessità del mondo del lavoro. La formazione in impresa assume un peso decisamente rilevante in un momento economico di grande evoluzione: adattarsi ai cambiamenti implica flessibilità e attenzione particolare al lavoro e al modo di lavorare. Saper gestire, adattarsi e, promuovere nello stesso tempo, il cambiamento è sicuramente uno dei risultati di un’ottima attività di formazione.
I ragazzi che si affacciano al mondo del lavoro sono consapevoli di aver bisogno di imparare e sanno di poter trovare nelle imprese le risposte a quest’esigenza. In azienda possono lavorare in affiancamento e, se le imprese sanno gestire al meglio i nuovi strumenti, trovano anche formazione finalizzata alla loro crescita professionale. Senza tuttavia illudersi che la formazione rappresenti la fine di un percorso umano e lavorativo, bensì una tappa fondamentale.
Il mondo delle imprese, da parte sua, deve essere consapevole che organizzare una formazione qualificata e seria dei giovani e dei lavoratori rappresenta un valore aggiunto per la singola realtà, per il territorio e la società. Questo sarà realizzabile ricordando che, accanto alla costruzione di un sistema di formazione aziendale che vede agire in forma diretta le imprese, si deve tenere conto anche di quei meccanismi di trasmissione informale della conoscenza, non sempre trattata adeguatamente come un vero e proprio "asset" aziendale. Un valore intangibile ma in grado di fare davvero la differenza tra l’erba del nostro giardino e quella del vicino.

51 milioni di euro, 40mila imprese, 2milioni 200mila lavoratori
Sono rilevanti i numeri di Fondimpresa, il nuovo fondo interprofessionale finalizzato alla formazione continua dei lavoratori, che viene alimentato dal contributo dello 0,30% versato dalle imprese all’Inps e da questi rigirato al Fondo costituito da Confindustria e Cgil, Cisl, Uil. Nella fase di "start up" sono stati presentati 54 programmi di preminente interesse settoriale e territoriale ("Piste"). Di questi, 38 sono stati accolti e finanziati e uno di questi, promosso dall’Unione Industriali e dai Sindacati locali, è dedicato ai lavoratori delle imprese della provincia di Varese. Il programma prevede oltre 6.400 ore di formazione che saranno realizzate attraverso corsi aziendali e "a catalogo" entro il prossimo mese di novembre. Saranno coinvolti 6.000 lavoratori in attività di aggiornamento professionale che riguarderanno diverse tematiche: produzione, manutenzione e logistica; qualità, sicurezza e ambiente; risorse umane; comunicazione, marketing e vendite; lingue straniere; informatica; amminist
razione, finanza e controllo. Il catalogo dei corsi è consultabile sul sito dell’Unione Industriali

03/31/2005

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