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Scuole europee fanno (e)Fashion

Un network europeo di scuole per una formazione tessile d'avanguardia.

Studentesse della School of Textiles dell'Università di Boraz (Svezia)Il settore tessile e abbigliamento europeo sta attraversando un periodo di grandi cambiamenti e trasformazioni: diventa pertanto necessario attrarre l'attenzione di tutti i soggetti coinvolti sui suoi problemi e bisogni.
Tra questi, il bisogno di giovani preparati da inserire nelle imprese e di scuole d'avanguardia. Per questo è nato il progetto e-Fashion, finanziato dalla Commissione Europea, che coinvolge alcune scuole tessili di Gran Bretagna, Finlandia, Polonia, Slovacchia, Spagna e Svezia, oltre che del nostro paese. Il partenariato comprende varie organizzazioni scolastiche e include tre sotto-reti, di cui una italiana che coinvolge, oltre all'Itis di Biella, due scuole di Busto Arsizio (l'ITC Tosi e l'Istituto professionale Olga Fiorini, che quest'anno celebrerà i 50 anni dalla sua fondazione) e, in qualità di partner di supporto, l'Unione degli Industriali della Provincia di Varese.
La finalità generale del progetto è realizzare e testare nuove metodologie didattiche, utilizzando le tecnologie informatiche per il disegno in ambito tessile. Per fare ciò le scuole sono entrate in contatto a livello locale con diversi partner, tra cui alcune imprese tessili e del settore della moda varesine, a cui sono state chieste indicazioni sul tipo di preparazione ricercata nei giovani ed in particolare sulle conoscenze informatiche richieste ai futuri dipendenti. Ventisei imprese da sette paesi hanno partecipato, evidenziando che la conoscenza di un programma specifico è considerata meno importante se il lavoratore possiede una prima "alfabetizzazione" informatica generale. Le imprese richiedono dunque delle abilità tecnologico-informatiche di base, nel settore tessile e della moda, dei software per l'illustrazione e la grafica, preferendo addestrare i propri nuovi dipendenti all'utilizzo dei sistemi specifici in uso nelle aziende.
Dai dati raccolti grazie alle quindici scuole superiori coinvolte emerge in prima battuta che l'utilizzo del software nelle scuole risponde già in buona sostanza ai bisogni dell'industria a livello di base. Tuttavia, è stato evidenziato un limite: in alcune scuole i software sono usati solo dai docenti o dal personale per produrre materiali didattici e non sono invece utilizzati in aula per la formazione dei ragazzi. Per porre rimedio a questa situazione, il progetto ha quindi messo a disposizione delle scuole alcuni pacchetti di apprendimento ora reperibili sul sito del progetto. Sul sito, inoltre, sono disponibili corsi tutorati da immagini digitali, software grafico e power point. Sono i primi moduli di formazione per gli studenti, utili per prepararli ad un livello iniziale di abilità informatiche, quelle richieste per cominciare a lavorare con strumenti di presentazione e creazione.
Infine, le scuole partner stanno lavorando insieme per facilitare la mobilità individuale dei docenti e degli studenti a livello transnazionale, per acquisire insieme alle competenze informatiche anche una maggior conoscenza delle lingue e del contesto europeo.
Non solo Europa
I partner di E-fashion segnalano il sito dell'Industria della Moda ad Hong Kong che fa riferimento al contesto cinese, ma contiene anche la sezione "conoscere l'industria" con relazioni e pubblicazioni, sfilate da tutto il mondo e le ultime notizie.
Scuola per il tessile
Il seminario "La scuola per il tessile: sinergie utili per lo sviluppo" organizzato dal C.S.A. di Varese (ex Provveditorato) in collaborazione con la Provincia di Varese, ha richiamato al Museo del Tessile di Busto Arsizio partecipanti dalla provincia di Como, Bergamo, Biella e Prato. L'istruzione tecnica è, infatti, tema di grande attualità: gli amministratori locali presenti hanno sostenuto la necessità di sviluppare un canale formativo tecnico-professionale per il tessile, valorizzando una rete regionale di scuole tessili.
Chiari i messaggi da parte dell'industria, che guarda con attenzione alla formazione dei giovani e che chiede alla scuola di fornire agli studenti solide basi di conoscenze su cui investire per la qualità e l'eccellenza del sistema tessile.
Abbiamo chiesto a Piero Sandroni, imprenditore, presidente della sezione Lombardia Occidentale dell'Associazione Italiana di Chimica Tessile e Coloristica quale debba essere il rapporto tra scuola e mondo produttivo.
"Occorre una rinnovata attenzione verso la prima formazione. Va definito un processo condiviso fra sistema formativo, sistema di governo e sistema produttivo (parti sociali) che consenta al sistema formativo di investire nelle direzioni più convenienti.
E' la domanda che deve trainare l'offerta e non viceversa, quindi l'input deve venire dal sistema produttivo che occorre coinvolgere affinché espliciti la domanda di professionalità in termini corretti di anticipazione dei fabbisogni".
Da parte loro, cosa possono fare gli imprenditori?
"Gli imprenditori, adottando metodi già sperimentati con successo, possono individuare gli scenari di medio termine più realistici e più auspicabili determinando quali figure professionali serviranno nel medio termine per garantire il funzionamento e lo sviluppo di ciascuno dei settori produttivi e quali siano le prestazioni ideali attese da ciascuna figura. Il sistema formativo deve rispondere a questa domanda con un'offerta coerente, rinnovata nella gamma (quali figure formare) e nei contenuti (quali competenze impartire, derivandole dalle prestazioni attese). Per uscire dalla crisi occorre uno sforzo eccezionale perché le parti riducano le sovrapposizioni di competenze e recuperino la capacità di stabilire un dialogo efficace partendo dal rispetto dei ruoli e delle prerogative di ciascuno: serve che le parti pongano in comune le informazioni e le forze di cui dispongono, per arrivare ad elaborare progetti coraggiosi e di ampio respiro, fondati sulla scommessa sul futuro, sull'affidabilità e sulla fiducia reciproca".

02/24/2006

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