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Moratti: la mia riforma
"Con l'approvazione in via definitiva del decreto sul secondo ciclo, attuativo della legge 53/03, dopo 80 anni dall'ultima riforma della scuola italiana, è stato ridisegnato il secondo ciclo di istruzione e formazione, articolato in percorsi liceali (che rilasciano diplomi liceali, secondo otto tipologie diverse, e favoriscono la prosecuzione degli studi a livello post-secondario) e percorsi di istruzione e formazione professionale (che rilasciano qualifiche e diplomi professionali, più mirati all'inserimento nel mondo del lavoro e delle professioni). Il sistema dell'istruzione e dell'istruzione e formazione professionale mantiene una sostanziale unitarietà, assicurando competenze di base comuni finalizzate all'armonica interazione tra i due sistemi. Il secondo ciclo così riformato, in coerenza con gli obiettivi fissati dall'Ue per il 2010, si presenta come un vero e proprio investimento sull'istruzione e sulla formazione dei giovani per favorirne la crescita culturale e professionale in linea con le politiche per lo sviluppo del capitale umano, assicurando loro in tal modo conoscenze, abilità, capacità e competenze adeguate per essere cittadini attivi, in grado di concorrere al progresso sociale e spirituale del paese e dell'Unione Europea. Il riordino del II ciclo si aggiunge ad altri due provvedimenti molto significativi: l'innalzamento dell'obbligo scolastico dai 9 anni precedenti agli attuali 12, sino a 18 anni di età o comunque fino al conseguimento di una qualifica, e l'opportunità dell'alternanza scuola-lavoro per gli studenti a partire dai 15 anni. Questa particolare metodologia serve a rendere l'apprendimento più attraente per i giovani, come raccomandato dall'Unione europea; estende e mette a sistema le esperienze già acquisite dalle scuole e viene attuata sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica o formativa per assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di base, le competenze spendibili sul mercato del lavoro, valorizzando al tempo stesso vocazioni e attitudini che potranno servire per una scelta più consapevole rispetto ai percorsi successivi. I nostri giovani potranno costruirsi, in tal modo, un vero e proprio "passaporto" per il futuro ingresso nel mondo del lavoro, sia in Italia sia negli altri paesi dell'Unione europea." | ||||||||
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