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L'arco di ossigeno

Lungo il corso del fiume, dal Lago Maggiore alla confluenza nel Po, per circa 248 chilometri, il Parco Naturale della Valle del Ticino, con la sua grande varietà di ambienti naturali, offre numerose opportunità di svago, studio e cultura. La ricchezza di flora e fauna si abbinano ad arte e storia.


Il Parco Naturale della Valle dal Ticino è una vera e propria riserva di ossigeno, un polmone verde, a due passi dalle grandi città, nella regione più industrializzata del nostro Paese. Un parco che, in tutte le stagioni dell'anno, può offrire delle opportunità di svago ed anche di studio nel contesto di uno stupendo ambiente naturale, impreziosito da scorci sulle Alpi che rendono, ad esempio, una gita lungo l'alto corso del fiume ancora più suggestiva.
Il territorio del Parco Naturale della Valle del Ticino coincide con quello dei comuni della Lombardia situati lungo il corso del fiume, dal Lago Maggiore alla confluenza nel Po. Un ampio arco con direzione nord-ovest/sud-est di circa 248 chilometri: si tratta di una vera e propria vallata, all'inizio profondamente incassata, che poi si amplia progressivamente con declivi più dolci, ricchi di boschi, di lanche e caratterizzata da ambienti agricoli molto interessanti. Geograficamente si possono individuare tre tratti ben distinti: il primo corrisponde all'alta pianura, con andamento nord/sud-est, da Sesto Calende a Tornavento, il più importante dal punto di vista escursionistico, sia per i caratteri antropici, sia dal punto di vista paesaggistico. Il secondo è quello che forma il grande arco in direzione est, con rive abbastanza alte e terrazzi sabbiosi da Tornavento a Bereguardo. L'ultimo è invece la parte che si estende dalla bassa pianura di Bereguardo fino a Pavia.
In termini geografici, nel Parco del Ticino l'alta pianura è formata da depositi alluvionali plocenici di materiale grossolano (ciottoli e massi) permeabile, mentre la bassa pianura è costituita da materiale alluvionale minutissimo, sabbioso, impermeabile; fra le due zone si estende il tratto delle risorgive che segue l'andamento dei paralleli. Di grande interesse, poi, sono gli anfiteatri morenici che si sviluppano soprattutto nei comuni a nord del Parco ed in modo particolare in quelli compresi tra Sesto Calende e Tornavento.
Dal punto di vista della vegetazione, il Parco è assai vario. La superficie boscata è di circa 16.000 ettari, di cui circa 6.000 nella parte a nord e oltre 8.000 nella valle vera e propria. Nel tratto appena a valle del Lago Maggiore, il Ticino scorre tra alte rive coperte da boscaglia mista di tipo prealpino, in cui dominano le roverelle ed il rovere, a cui si aggiungono il carpino nero ed il castagno. La sponda sinistra (l'alta pianura del Ticino) è invece caratterizzata da una particolare vegetazione, nota con il nome di brughiera, che sopravvive ormai in pochi lembi.
Il paesaggio nella brughiera è costituito da fitte estensioni di "brugo", cui si alternano zone ricoperte da molina e da cespugli di ginestre dei carbonai; gli alberi che crescono nelle aree meno sterili della brughiera sono il pino silvestre e la betulla, insieme a due specie di origine nord-americana: la quercia rossa e la robinia. I boschi di ripa che caratterizzano la parte centro-meridionale della valle rappresentano gli ultimi lembi dell'originaria foresta di latifoglie decidue che ricoprivano un tempo le pianure dell'Italia settentrionale. Fra essi predominano la farnia e l'olmo, con la presenza dell'acero, del pioppo nero, del nocciolo, del ciliegio, del frassino, del tiglio e del carpino bianco. Dove si ha maggiore umidità, invece, troviamo il salice, il pioppo bianco e l'ontano nero. Tipica poi la flora acquatica nelle lanche, con tife, canne di palude, carici e gigli d'acqua.
Si dice che non esista parco senza fauna ed anche per il Parco Naturale del Ticino vale questa regola. Infatti, dal punto di vista faunistico si può dire che nel Parco si trova ancora un certo patrimonio, comprendendo in esso anche le specie introdotte artificialmente e l'avifauna migratoria. Si spazia dai mammiferi, alla ittiofauna e - come già detto - all'avifauna, sicuramente la più importante per il numero di specie presenti, tra cui gli aironi, in particolare la varietà cinerina presente tutto l'anno, il gabbiano, lo svasso, i germani reali, la poiana, il nibbio bruno, il cuculo... Da non dimenticare l'ittiofauna, con il luccio, il persico, il cavedano, il triotto, qualche anguilla, la tinca, ecc.

L'arte e la storia nel Parco
Nella vasta area protetta del Parco del Ticino sono compresi innumerevoli monumenti artistici di alto valore, oltre ad alcune vere e proprie città d'arte come Pavia o Vigevano, dove una visita attenta deve fare parte di un programma di conoscenza di questo territorio. Castelli più o meno importanti ed interessanti si trovano sparsi un po' dovunque. Ricordiamo, tra i meglio conservati, il grande complesso Sforzesco di Somma Lombardo del XII secolo, che venne poi rifatto nel 1448 dai Visconti. Un'area di carattere omogeneo e di grande interesse è quella formata dall'asse del Naviglio Grande, sul quale si affaccia una serie di meravigliosi palazzi e ville patrizie, lungo il corso da Abbiategrasso a Castelletto di Cuggiono, fra cui Villa Negri, Villa Visconti-Maineri, Villa Krentzlin, Villa Naj, Villa Bassana e via via sino a Villa Archinto, Villa Castiglioni ed il Palazzo Visconti a Bernate Ticino.
Inoltre, bisogna ricordare l'Abbazia di Morimondo nei pressi di Abbiategrasso, creata nel 1136 dai Cistercensi e la romanica Chiesa di San Lanfranco, poco oltre Pavia. Da non dimenticare poi l'Abbazia di San Donato a Sesto Calende del IX secolo e, sempre a Sesto Calende, l'Oratorio di San Vincenzo edificato tra la fine dell'XI e l'inizio del XII secolo su resti di precedenti edifici tardo-antichi e romani. Storicamente parlando bisogna tenere in considerazione il fatto che sulle rive del Ticino si è svolta una parte rilevante della storia delle due regioni confinanti, Lombardia e Piemonte, dell'Italia del nord e, nel secolo scorso, dell'Italia intera. Fu non distante dal Ticino che si svolsero alcune decisive battaglie dell'età napoleonica e del Risorgimento (Novara e Magenta).
Popolata in epoca preistorica da liguri e da etruschi, la valle del Ticino ospitò poi colonie romane e durante il IV secolo i Longobardi fissarono la loro capitale a Pavia. Notevoli le tracce della lotta tra i Comuni e Barbarossa.

UNA GUIDA AL PARCO

Attorno al "Fiume azzurro", in oltre 3.000 anni di storia si è condensato un incredibile patrimonio di culture e di popoli, di monumenti della natura e di manufatti umani: un universo in gran parte sconosciuto che la Guida di Silvano Moroni, giornalista e fotografo, fa scoprire ed apprezzare con una serie di itinerari.
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Dove informarsi:
  • Sede del Parco del Ticino - Tel. 02 97944014401
  • APT del Varesotto - Tel. 0332 284454
  • Centro Informazioni Parco Ticino a Sesto Calende - Tel. 0331 923329
    Importante è il Museo Archeologico di Sesto Calende, nel quale sono visibili i reperti della Cultura di Golasecca dell'Età del Ferro (Tel. 0331 920261-922429, chiuso il lunedì).
Equipaggiamento:
Per quanto riguarda l'attrezzatura escursionistica, si consigliano un buon paio di scarpe da camminata, oltre ad un abbigliamento adatto e ad un buono zainetto.

10/18/2001

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