Varesefocus.
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
Varesefocus

 
 

Il Sacro Monte di Varese

Il sistema dei Sacri Monti, proprio delle sole Alpi e Prealpi Occidentali fra Italia e Svizzera, sorsero a partire dal Seicento quale baluardo all'avanzata dell'arianesimo e a sostegno della Controriforma. Quello di Varese, l'unico ad essere stato totalmente recuperato grazie all'intervento di monsignor Pasquale Macchi, già segretario particolare di Paolo VI ed arciprete in loco negli Anni Ottanta, allo Studio di restauro Lotti e al concorso di numerosi sponsor, venne ideato da padre Giovan Battista Aguggiari ed ufficialmente avviato il 25 marzo 1605.
Spianato ed allargato il sentiero originario, praticato per secoli dai fedeli e dalle romite che fin dal XIII secolo vi avevano preso rustica dimora (il Santuario accoglie le spoglie delle beate Giuliana da Verghera e Caterina da Pallanza), ai lati sorsero per opera di architetti, scultori, pittori (il Silva, i fratelli Lampugnani, il Bianchi da Campione fra gli altri) artigiani, manovali guidati dal varesino Giuseppe Bernasconi, quattordici Sacre Cappelle (la quindicesima è il Santuario stesso) con i Misteri del Santo Rosario: gruppi statuari e affreschi di eccezionale vivacità interpretativa, segno di fede forte e di grandi capacità artistiche.
In realtà, all'origine del Sacro Monte di Varese (o di Velate, com'è citato nelle antiche carte) vi sono una nobildonna consacrata (Tecla Maria Cid, imparentata con la corte spagnola e badessa del Santuario varesino tra fine Cinquecento ed inizio Seicento), desiderosa di offrire un riparo, una cappella, lungo il cammino percorso dai pellegrini per arrivare ai piedi della Vergine Nera (simulacro di misteriose origini, forse orientali) e "la provvidenziale concorrenza di tanti episodi - com'ebbe a scrivere Silvano Colombo -: la Badessa, imparentata con un personaggio di rilievo nell'Amministrazione Spagnola; Padre Aguggiari, fervido, devoto e pronto d'ingegno; la necessità di sostenere, in piena riforma cattolica, la fede nelle genti del Varesotto, troppo facilmente esposte alle insidie dei protestanti; l'opportunità di dare lavoro a tanti e tanti maestri, come si chiamavano allora, ma pure oggi, in dialetto: maìster, i muratori ed i loro compagni".

05/17/2001

Editoriale
Focus
Economia
Inchieste
L'opinione
Territorio

Politica
Vita associativa
Formazione
Case History
Università
Storia dell'industria
Natura
Arte
Cultura
Costume
Musei
In libreria
Abbonamenti
Pubblicità
Numeri precedenti

 
Inizio pagina  
   
Copyright Varesefocus
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
another website made in univa