Quel fil di fumo tra le colline

I mini-distretti produttivi cresciuti nella zona collinare che da Tradate si protende a ovest fino alla valle del torrente Arno ricordano, per numerosità, la quantità di ciminiere che in passato affollava i grandi centri industriali. Nel nuovo volume promosso dall'Unione Industriali un altro tassello della storia industriale della provincia di Varese.

C'era una volta una carrozza a cavalli… oggi sfrecciano carrozzerie cromate!
Atelier di moda pronta “sbocciati” dalle antiche filature della seta, stampaggio di metalli e poi bilance, affettatrici, pettini, occhiali, bambole e giocattoli… e non dimentichiamo gli aeroplani, che hanno proiettato Varese nella storia dell'aeronautica italiana!
E' questo il nuovo, multicolore tassello che va ad arricchire la collana di libri dedicati dall'Unione Industriali al processo di industrializzazione nelle varie aree che compongono il territorio della provincia di Varese, nell'ottica di offrire per la prima volta un affresco completo della sua storia economica e sociale.

Sono un ricco collage le attività di produzione industriale che punteggiano quelle colline del Varesotto, che dalla sponda destra del torrente Arno raggiungono Tradate.
Le hanno rese prototipo di quel multidistretto produttivo che caratterizza in maniera marcata, con la realtà della piccola impresa diffusa, la provincia di Varese.
Ci sono proprio tutte le caratteristiche tipiche dei distretti produttivi: la filiera, la subfornitura di alta specializzazione, l'integrazione verticale e quella orizzontale tra le aziende, ma soprattutto è tangibile l'attitudine creativa che è la principale garanzia al perpetuarsi dell'imprenditorialità.
Presentato nella cornice di Villa Truffini di Tradate dal Presidente dell'Unione Industriali Marino Vago e da Pietro Macchione, coautore del libro insieme ad Alberto Grampa, Raffaella Ganna e Giuseppe Morreale, il volume è proprio una vivace fotografia della voglia di intraprendere varesina.
Tale propensione non appartiene solo alla fase dell'industrializzazione più recente, quella del secondo Dopoguerra, ma ha origini antiche.
Molte aziende, infatti, sono state il frutto della decisione di intraprendenti operai di “fare il grande salto”, di passare dal lavoro dipendente a quello in proprio, mettendo alla prova le capacità acquisite nei primi anni di lavoro.
E siccome con questa collana di storia dell'industria l'Unione si propone di valorizzare il territorio, non poteva mancare una sezione dedicata alla presenza delle opere artistiche e monumentali della zona.
Insomma, colline, ciminiere… ed altro ancora!
Come ha ben sintetizzato l'Assessore regionale alla Cultura Ettore Albertoni, intervenuto alla presentazione:
“questo nuovo volume è la conferma della congiunzione di vari punti necessari alla comprensione della nostra storia.
Oltre alla civiltà delle ciminiere, quell'epoca di sviluppo industriale, è trattato molto bene l'ambiente umano: l'aspetto antropologico, la poetica dell'ambiente, fatto appunto di colline e ciminiere. Senza dimenticare la passione civile”.