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A volo di cresta

In auto da Cittiglio o da Porto Valtravaglia oppure in cabinovia da Laveno, la salita al Sasso del Ferro e quindi al Monte Nudo, se si percorre l'ultimo tratto a piedi camminando a "filo di cresta" con lo spazio aereo tutto intorno, comunica una forte sensazione di libertà.


Tra il braccio ovest del Monte Nudo e il Sasso del Ferro una continuità di prati punteggiata da radi boschi ricopre i fianchi ripidi delle due montagne. La scarsità della vegetazione ad alto fusto viene forse rievocata dal nome di uno dei due monti, il Monte Nudo, la cui cima sfiora i 1235 metri di altitudine, risultando così più alto del Sasso del Ferro di soli 173 metri. Pur essendo il punto culminante del lungo costone che da Laveno si spinge verso nordest tra la Valcuvia e il Lago Maggiore, il Monte Nudo è ben poco conosciuto rispetto al vicino Sasso del Ferro, dall'alto del quale si gode una vista bellissima su tutto il lago, le isole Borromeo e l'alta catena delle Alpi che cinge sullo sfondo il Mottarone. A dividere i due monti troviamo il passo del Cuvignone che rende possibile, da Cittiglio, l'accesso diretto a Luino senza passare dalla Valcuvia e da Laveno. Mentre una fitta trama di sentieri permette di gironzolare su queste montagne e di passare dall'una all'altra delle due cime in giornata, a patto di partire la mattina sul presto o di portarsi in quota fino alla località Casere grazie alla statale che collega Cittiglio a Vararo; oppure, partendo da Porto Valtravaglia, seguendo la strada che porta prima a Sant'Antonio, poi al passo del Cuvignone e infine raggiunge Vararo.
L'itinerario che vorremmo proporre in questa puntata è piuttosto lungo se percorso nella sua interezza in una sola giornata. Ma può essere spezzato in più punti semplicemente decidendo di escludere una delle due cime oppure di arrivare a Vararo in auto. È consigliabile portare con sé una mappa per decidere quando e dove interrompere la gita: la migliore è la I.G.C N° 12-Laghi Maggiore, d'Orta e di Varese. In caso si abbia a disposizione l'intera giornata, l'ideale sarebbe quello di raggiungere l'anticima del Sasso del Ferro con la cabinovia che parte da Laveno (di cui abbiamo trattato in Varesefocus n 4/2006) portandosi in quota pigramente e godendo della vista spettacolare. Dall'arrivo della cabinovia si scende quindi in direzione di Casere lungo l'unico e facile sentiero che incontriamo in discesa. Una volta arrivati a Casere si costeggia, lasciandolo alla nostra destra, il Ristorante Gigliola e si prende la prima via sulla sinistra seguendo la direzione Pizzoni. Bisogna fare un po' di attenzione alla segnalazione del sentiero, non evidentissima: si passa a lato di un gruppo di case per tagliare poi attraverso il bosco costeggiando sulla destra alcune recinzioni di case private. Ci si ritrova quindi sulla strada asfaltata che porta a Cuvignone. Si dovrà percorrerla per un breve tratto, ovviamente risalendola, per poi deviare subito a sinistra non appena si scorge una traccia di sentiero. Un piccolo cartello di legno appeso al tronco di un albero indica nuovamente la direzione Pizzoni: non è molto visibile, ma una volta scorto, si è sicuri di essere sulla strada giusta. Imboccato questo sentiero è quindi praticamente impossibile perderlo: questi si arrampica ripido fino alla cresta nota come "i Pizzoni" e, in un saliscendi armonioso, passa da alcune cime senza nome fino a raggiungere il Monte La Tecia per terminare al passo del Cuvignone. Il sentiero è molto divertente (a volte, per superare alcune roccette, si devono usare anche le mani) e non è mai eccessivamente faticoso. Ma, proprio perché panoramico, il percorso richiede un po' di attenzione in alcuni tratti e soprattutto un'assoluta fedeltà alla traccia: a ovest il fianco della montagna precipita verso la costa che corre tra Laveno e Porto Valtravaglia. Spingersi fuori dal sentiero, o percorrerlo con terreno innevato o ghiacciato, non è assolutamente consigliabile. Il sentiero dei Pizzoni vale davvero una gita perché è rarissimo incontrarvi altri escursionisti e perché, camminando sempre a "filo di cresta", lo spazio aereo tutto intorno comunica una forte sensazione di libertà. Infine perchè nel tratto centrale e in quello finale si attraversano due bellissimi boschetti di betulle e passandovi in autunno, il mutare della stagione è davvero indimenticabile.
Una volta raggiunto il passo del Cuvignone, si può quindi proseguire lungo la strada bianca che risale fino alla cresta che porta al Monte Crocetta, da dove spesso si possono osservare gli appassionati lanciarsi con il parapendio. A parlare con alcuni di loro si intuisce che il volo in parapendio possa offrire una sensazione di libertà che non trova confronto: se si ha sempre sognato di staccare i piedi da terra e separarsi per una manciata di minuti o una giornata intera dal resto del mondo, questo è lo sport ideale. Segnaliamo, a tale proposito, che il corso base di parapendio organizzato da Icaro2000, al costo di 600 euro, tiene tutte le lezioni di pratica a Cardana; mentre quello avanzato, al costo di 400 euro, effettua la pratica di volo proprio su questi monti, il Monte Nudo e il Sasso del Ferro (per informazioni: Icaro 2000 Christian Ciech, 0332.648335, oppure 347.8898228; christian@icaro2000.com). Se si decide di restare con i piedi per terra, dal Monte Crocetta, a seconda della voglia e delle energie, si può quindi continuare lungo l'unico sentiero che prosegue risalendo le brulle pendici del Monte Nudo per completare la gita. La via di ritorno, almeno fino al passo del Cuvignone, è la medesima. Quindi, scendendo per 100 metri lungo la strada asfaltata in direzione Vararo-Cittiglio, si prende la traccia di sentiero che dalla curva, scavalcando il guardrail, scende evidente alla nostra sinistra nel bosco. Si arriverà in breve sul culmine di un ripido prato punteggiato di rocce bianche calcaree molto suggestive e, attraversando questo insolito paesaggio, si scende fino a Vararo lungo l'unico sentiero che piega nel bosco proprio alla fine del prato.
Una volta raggiunto Vararo, si può decidere se fare tappa al Bar dell'Alpino (tel. 0332.610294) che incontriamo alla fine del paese sulla nostra destra; oppure proseguire, lasciando alla nostra sinistra il piccolo cimitero, lungo l'unica strada asfaltata che, pianeggiante, prosegue in direzione Casere. Prima di raggiungere l'ingresso del ristorante Gigliola (tel. 0332.602266), davanti al quale inizia la mulattiera che permette di scendere a Laveno in un'ora circa, si passa dal nucleo di Casere e si incontra, proprio sulla strada, l'azienda agricola Capra e Cavoli, dove vale davvero la pena fermarsi per acquistare i freschi formaggi di capra a latte crudo noti come Baci di Vararo. Nel caso si sia deciso di ridurre la gita alla sola ascesa al Monte Nudo partendo da Cuvignone, o al tratto Pizzoni-Cuvignone-Vararo partendo da Casere, si avrà sicuramente avanzato del tempo per un pranzo a base di polenta e selvaggina o una merenda rustica con salumi e formaggi presso il ristorante Gigliola. Si tratta di un locale "storico" del luogo gestito dalla stessa famiglia da due generazioni e che nel 2003 ha subito importanti lavori di ristrutturazione preservando però l'atmosfera amichevole di un tempo. La cucina è sempre la stessa, arricchita però da alcune gustose proposte stagionali che mantengono la promessa di un'esperienza culinaria davvero soddisfacente. A questo punto, sazi e rifocillati, una pennichella nei prati circostanti il ristorante non sarà certo da biasimare.

04/04/2008

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