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Insubria: "Siamo già in vantaggio sull'Europa..."

Il Prof. Renzo Dionigi, Rettore dell'Università dell'Insubria, parla di giusta prudenza nell'attuare lentamente la riforma italiana.

E' il primo Rettore dell'Università dell'Insubria, anzi addirittura colui che ha proposto la denominazione poi scelta per identificare un ateneo che, grazie all'autonomia ottenuta con l'anno accademico 1998/99, raggruppa in un sistema a rete le tre facoltà varesine di Economia e Commercio, Medicina e Scienze e le due comasche di Giurisprudenza e ancora Scienze.
Da buon chirurgo, il Prof. Renzo Dionigi usa subito il bisturi per asportare quello che, a suo parere, è un pregiudizio che troppo spesso caratterizza in senso negativo le valutazioni sul sistema universitario del nostro Paese.

Prof. Renzo Dionigi, Rettore dell'Università dell'Insubria
"Non è assolutamente vero che la riforma è un adeguamento dell'Italia al resto dell'Europa – precisa immediatamente –. Sono gli altri Paesi a essere ancor più indietro di noi!
Vuole qualche esempio? Facciamo pure riferimento alla Germania, alla Francia oppure alla Gran Bretagna:
in nessun caso il sistema "3+2” è stato finora messo in atto. Non solo, ci sono delle difficoltà ad adottarlo tali per cui, in Germania ad esempio, la riforma universitaria appare molto più arretrata nel suo percorso rispetto all'Italia”.
Professor Dionigi, non è scandalizzato, dunque, dal ritardo che caratterizza l'introduzione delle novità negli atenei del nostro Paese...
"Non sarebbero giustificate la fretta o la premura di adeguarci a un resto d'Europa che, addirittura, mi sembra più in ritardo di noi. Il fatto di procedere lentamente nell'attuazione della riforma in Italia potrebbe, anzi, essere motivato da una giusta prudenza”.
Resta, peraltro, l'ormai prossimo avvio di una riforma cui il mondo universitario deve adeguarsi. Che cosa state facendo all'Insubria?
"In primo luogo ci stiamo adattando al nuovo modello di valutazione delle prestazioni degli allievi.
Dovremo avere un sistema informatizzato che consenta di riconoscere dei crediti in modo tale che lo studente possa transitare da un corso di laurea all'altro – cosa oggi non permessa - così da costruirsi un proprio percorso didattico e un suo proprio titolo.
A tal proposito, l'Università dell'Insubria sta vivendo un periodo delicato: non avendo un sistema informatizzato al suo interno, deve far riferimento a quello di Milano.
Questo, però, significa che i nostri corsi di laurea devono essere identici a quelli milanesi, pena l'impossibilità di gestire in modo informatico il sistema dei crediti a Varese e a Como”.
Dovrete, poi, garantire gli studenti sulla validità degli esami sostenuti nel periodo antecedente all'entrata in vigore della riforma...
"Non ci sono dubbi. Lo studente che s'iscrive a Economia e Commercio, corso di laurea attualmente quadriennale, deve avere la certezza che, se durante il suo primo anno diventa operativa la riorganizzazione del sistema universitario italiano, avrà immediatamente la possibilità di passare alla laurea triennale di primo livello”.
Questo per le iniziative già in atto e che devono trasformarsi rispetto alle esigenze della riforma. Ma quali sono le novità che avete in programma?
"A Varese prenderanno forma un nuovo corso di laurea in Scienze Naturali e uno in Informatica, oltre a due nuovi diplomi nell'ambito della facoltà di Medicina (per tecnici radiologi e per igienisti dentali). A Como, invece, l'offerta si arricchirà di una laurea in Scienze Ambientali. L'Università dell'Insubria ha, poi, in programma una lunga serie di altre iniziative da sottoporre all'attenzione del Comitato Regionale di Coordinamento Universitario quando questo organismo, che riunisce i Rettori lombardi, prenderà in considerazione proposte di nuovi corsi di laurea. Questo succederà non appena verrà emanato il decreto sugli ordinamenti riformati”.
Ci può anticipare qualcuna di queste altre novità?
"Non credo sia il caso di esprimersi su iniziative per le quali non esiste neppure un documento ufficiale. Non è opportuno renderle pubbliche prima che siano portate all'attenzione del Comitato Regionale di Coordinamento Universitario.
Le posso solo anticipare che, oltre alle iniziative delle due facoltà di Scienze di Como e di Varese, avremo anche novità a livello d'ateneo”.
Significa che riguarderanno più facoltà in maniera trasversale?
"Poiché si tratta di corsi di laurea che non sono di pertinenza di una facoltà piuttosto che di un'altra, queste iniziative verranno proposte direttamente dall'Università dell'Insubria sulla scia di esperienze completamente nuove”.
Prof. Dionigi, occupiamoci anche del progetto di collegamento telematico fra le due sedi di Como e di Varese. Sta diventando operativo?
"I prossimi investimenti saranno devoluti prevalentemente proprio alla realizzazione di una connessione telematica tra diversi punti di Como e di Varese. Già sperimentalmente quest'esercizio è stato fatto: i risultati sono molto interessanti. Il sistema diventerà operativo con il prossimo anno accademico”.
Quale giudizio dà allora del sistema a rete fra Como e Varese?
"Le cose stanno andando progressivamente di bene in meglio. Innanzitutto, si è superata ogni diffidenza che poteva eventualmente esistere tra docenti di una sede piuttosto che dell'altra.
Como si è convinta, finalmente, che non è intenzione di Varese prevaricare. Nella stessa elaborazione dello statuto che ci ha impegnato in questi ultimi mesi sono stati adottati dei criteri che garantiranno l'equilibrio tra le due sedi, sia in termini di gestione amministrativa che di quell'accademica. Abbiamo fatto dei grossi passi in avanti e tutte le difficoltà iniziali stanno per essere superate”.



UNIVERSITA' INSUBRIA
http://www.uninsubria.it

09/04/2000

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