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I veri valori dell'Islam

Nelle parole di un principe arabo, il quadro di una religione che ha storicamente influenzato anche la cultura occidentale, ma che è oggi guardata con profondo sospetto per l'estremismo di tanti.

L'11 settembre del 2001 siamo stati testimoni di un attacco perverso alla civiltà, di un crimine condannato dal genere umano. In risposta, l'Europa, l'America e molti altri Paesi hanno promulgato leggi antiterrorismo. E in questi Paesi, gli uomini e le donne di fede musulmana ritengono di essere visti con timore e, a volte, con grave sospetto. Prima dell'11 settembre avevo fatto riferimento, in molte occasioni, all'"islamofobia".
La paura dell'Islam, come molti di noi ricordano, ha preceduto quel perfido attacco alla civiltà. E' stato detto: "Terrorista diventa qualsiasi popolo straniero che non ti piaccia". Ci troviamo ora di fronte alla conferma di questa visione? Oggi, il 75% della popolazione musulmana ha meno di 25 anni. Nel mondo islamico di adesso, le politiche del petrolio, l'autoritarismo, la corruzione e la scarsa capacità di governare rendono virtualmente improbabile che i valori islamici, universali in natura, possano davvero offrire un ulteriore contributo alla civiltà umana. E' largamente accettato che, come gran parte del mondo in via di sviluppo, le Società musulmane siano state soffocate dai loro stessi metodi di governo. Questo deve essere ricordato se vogliamo comprendere il differente impatto della globalizzazione: non un'ideologia da accettare o da respingere, ma un vasto progetto da gestire con serietà e pragmatismo. Mentre questo processo guadagna sempre più terreno, il mondo islamico pare scivolare in un atteggiamento mentale che favorisce un approccio alla Jihad al quale sfugge il vero significato della Jihad. La più grande Jihad dell'Islam e la lotta dell'io.
Nell'Islam è esplicito che coloro che sono indifferenti all'oppressione sono oppressori a loro volta. E' la consapevolezza di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato, del bene e del male, che distingue il vero mujahid da colui che proclama a voce alta, ancorché falsamente, di essere attivamente impegnato in una Jihad.
Sfortunatamente, l'Islam viene visto da molti come l'antitesi naturale dello sviluppo di istituzioni democratiche, il che è un assunto sbagliato e pericolosamente fuorviante.
E' però storicamente provato che la tolleranza, per esempio, è un principio fondante ed un valore primario dell'Islam. Il nostro terreno comune è attualmente minacciato da ogni parte da estremisti che lo riempiono di ideologie astiose e terroriste, cercando di annientarsi l'un l'altro.
Questo genere di Jihadismo dirotta non solo gli aeroplani ma anche la religione, rivoltando i valori umani contro la stessa umanità. Il mio sogno è creare una piattaforma dinamicamente moderata, non solo per dichiararsi contro le ideologie che ci minacciano tutti, quale ne sia l'origine, ma per lavorare per la comprensione umana.
Troppi paesi islamici vivono sotto sistemi politici nei quali il potere è monopolizzato e dove le libertà di opinione e di parola sono limitate o inesistenti; dove repressione, negazione dei diritti fondamentali e violazione della dignità umana sono il fardello quotidiano dei cittadini, non vi è, comprensibilmente, speranza di creare un ambiente favorevole allo sviluppo delle risorse umane, della conoscenza e al progresso della società nel suo assieme. Il diritto di parlare, di esprimere le differenze di ciascuno, di innovare, di fare conoscere le scoperte di ognuno, resteranno soltanto illusori fintanto che non verrà assicurato il rispetto dei diritti umani e lo stato di diritto. Il ruolo essenziale delle donne non viene pienamente riconosciuto. Impedendo il progresso del mondo femminile, abbiamo impedito l'emancipazione di metà della nostra società. La nostra civiltà globale è un patrimonio di tutto il mondo. Quando un professore di matematica negli Usa impiega un algoritmo per risolvere un difficile problema di calcolo, forse non sa di evocare il pioniere musulmano della matematica, Muhammad ibn Musa al-Khwarazmi. Come musulmano, credo che Dio non ordini alla gente di fare cose malvagie; credo che Dio sia dentro ciascuno di noi.
L'imperativo etico centrale dell'Islam è di governare secondo giustizia e benevolenza, non solo nei principi ma anche nelle azioni quotidiane. In fondo al cuore, sappiamo che né "religione" né "ambizione" né "denaro" sono la radice di tutti i mali umani. Si tratta invece di grandi forze per il bene o per il male, a seconda della natura delle nostre azioni ed intenzioni. E' la perversione di queste forze - gli estremismi, l'avidità di potere, la povertà abietta che mendica dall'opulenza satolla - che allontana la pace. Abbiamo bisogno di elevare la consapevolezza di chi noi siamo e dei nostri diversi rapporti reciproci e con l'universo. II Corano ci invita ripetutamente ad osservare "il perpetuo variare dei venti", "l'alternarsi del giorno e della notte", "la varietà dei colori e delle lingue umane", "l'alternarsi di giorni di successo e di rovescio tra la gente" - per riflettere sul nostro ruolo nella completezza di una creazione meravigliosa per la sua varietà. Ancora nei primi anni '80, il presidente Ronald Reagan rese onore "alle grandi idee civili, alla libertà individuale, al governo rappresentativo e alla norma di legge in Dio" che il Parlamento britannico rappresentava. C'è più di un'eco di tutto questo, naturalmente, nella Costituzione degli USA, ma non dovreste sorprendervi del tutto che vi si trovino anche tracce dell'Islam e della civiltà musulmana. Ancora e ancora sentiamo echi dell'Islam e degli stessi valori nei discorsi di leader tanto lontani tra loro come Vàclav Havel, Tony Blair, Pervez Musharraf e George W. Bush. Churchill diceva che non vi è limite alla potenza che possiamo generare assieme. Mi piacerebbe sperare che non ci sia un limite al bene che possiamo generare e trasmettere come un'energia alle generazioni future.
Mettiamoci al lavoro per adottare e promuovere una mentalità comune che veda lo sradicamento della povertà, del razzismo, del terrorismo, delle disuguaglianze, dell'astio e dell'intolleranza come un imperativo morale ineludibile per ciascuno di noi. Questo richiede altruismo piuttosto che paternalismo, partecipazione come opposto della sopravvivenza e contributo invece di passività.
Dobbiamo dare alle generazioni future la speranza fattiva che sia possibile costruire non un mero nuovo ordine mondiale ma un nuovo atteggiamento mondiale. Diamo tutti insieme annuncio dell'era dell'equilibrio e della saggezza, dell'altruismo. Re Hussein di Giordania diceva: "Gli esseri umani sono il nostro patrimonio di maggior valore". Non è solo uno slogan, ma piuttosto una metodologia di lavoro che quasi si innalza al livello della fede. E, ancora, nelle recenti parole di Giovanni Paolo II: "Sembra che in Medio Oriente sia stata dichiarata guerra alla pace".
El Hassan Bin Talal (Discorso pronunciato alla riunione della Commissione Trilaterale, svoltasi a Washington dal 5 all'8 aprile)

05/09/2002

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