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Belforte, Orino, Frascarolo

A conclusione del viaggio di Varesefocus alla scoperta dei castelli, delle rocche e delle fortificazioni nella provincia varesina, in questo numero vengono presentati altri edifici significativi in quanto tesori di storia e di bellezza.

Belforte, il fortilizio amato dal Barbarossa
L’ultima tappa di questo viaggio parte da Varese e precisamente da viale Belforte, dove, ancora oggi, si possono vedere i resti di un antico fortilizio.
La costruzione si affaccia a strapiombo sulla strada che da Varese porta ai centri abitati della Valle Olona; si presenta tutta puntellata da sostegni poiché, negli ultimi anni, da parte del Comune è stato deciso un progetto di intervento al fine di recuperare l’imponente struttura.
Strategicamente sorto a controllo della zona per le comunicazioni con Milano e Como da una parte e con gli Stati confinanti dall’altra, il castello di Belforte è antichissimo e rappresentò la più importante fortificazione del castrum di Varese.
Già documentato dal 1165, il fortilizio rivestì un ruolo di particolare importanza nello scontro tra Milano e l’Impero: durante queste lotte, Federico Barbarossa sostò più volte a Belforte, che elesse a roccaforte imperiale.
Il baluardo fu protagonista anche dei combattimenti tra Milanesi e Comaschi alla fine del XIV secolo. Nel 1400 Belforte rappresentò il primo nucleo della costituenda repubblica di Varese, per poi passare sotto il dominio di Milano: i Visconti non se ne curarono e nel 1445 i marchesi di Clivio lo diedero in eredità all’Ospedale di Milano.
Successivamente, nel corso del 1500 fu acquistato dai marchesi Biumi, i quali costruirono un palazzo con grandi finestre e un portico a colonne binate.

Il fantasma del castello

Una leggenda racconta che a Belforte si aggira lo spirito triste e sconsolato di un marito, il quale, la prima notte di nozze, si vide rapire la moglie dal signorotto del castello. Quando Matteo Biumi, il marchese di Belforte, seppe che Angelina Pedrola, sua amante segreta, si era sposata col malnatese Giovanni Maroni, la rapì, contro la sua volontà, rinchiudendola nel castello. Giovanni, avendo invano cercato di liberare Angelina, quella stessa notte morì di dolore. Da allora, il giorno dell’anniversario del matrimonio, il fantasma di Giovanni piange tra le mura di Belforte la sua disgrazia.


La Rocca di Orino
Ai piedi del Campo dei Fiori, su un promontorio che sovrasta la Valcuvia, si trova la Rocca di Orino.
Orino è soprattutto nota ai varesini per essere la meta di piacevoli passeggiate nel verde dei boschi attraverso diversi sentieri percorribili a piedi o in bicicletta (vedi box).
La rocca è poco distante dal centro abitato e si presenta al visitatore in condizioni abbastanza buone: un quadrilatero costituto da muraglioni possenti, intervallato da torrette e difeso da due torri. Una a nord-est e una a nord-ovest, la cosiddetta Rocchetta, definita nel catasto teresiano “rocca dirupata”. All’interno, nel grande prato, rimane la cisterna per la raccolta dell’acqua.
Le origini della struttura sono molto antiche, come testimonia il nome locale “Castel d’Arian”: molto probabilmente, già all’epoca dei Longobardi, nel periodo altomedioevale, la Rocca era un luogo di difesa e protezione, in questo caso degli ariani, durante gli scontri religiosi con i cattolici.
Allo stesso periodo risale la torre di Mesenzana chiamata “Torre degli ariani”; è possibile che fosse in comunicazione con la Rocca e che ne abbia seguito da vicino le sorti, data anche la somiglianza del nome. Faceva parte di una fortificazione “a ricetto” molto simile ad Orino: la torre presenta infatti al suo interno un ambiente per la raccolta e la conservazione di prodotti agricoli.
Per quanto riguarda la storia della Rocca non si hanno molte notizie. Nel 1400, durante il dominio visconteo, tutta la Valcuvia venne affidata a Pietro Cotta, consigliere di Francesco Sforza. Nei primi anni del Cinquecento, in questa zona ci furono da parte delle milizie svizzere devastanti incursioni terminate con la battaglia di Marignano del 1515: la Rocca purtroppo non ne uscì illesa.
Nel 1728 venne venduta dai Cotta alla famiglia Borromeo, per poi passare ad altri proprietari nel corso dell’Ottocento, fino al 1912, quando il notaio Massimo Sangalli la acquistò e la restaurò.
Di proprietà privata, la Rocca viene oggi aperta al pubblico in occasione di manifestazioni locali.

Oltre la Rocca, il Forte: un'escursione ad alta quota

Ad un’altezza di 1.139 metri si trova il “Forte di Orino”: un piazzale fortificato destinato ad essere usato come postazione d’artiglieria. Venne realizzato durante la Prima Guerra Mondiale per volontà del Generale Cadorna e fece parte della cosiddetta “Linea Cadorna”, un massiccio sistema difensivo costituito da trincee, gallerie, cannoniere, depositi e bunker. Questa opera di fortificazione aveva lo scopo di contrastare eventuali tentativi di invasione del nord Italia da parte degli eserciti austro-tedeschi.
Il Forte è raggiungibile percorrendo i sentieri n.1 “Dalla Prima Cappella al Forte di Orino”, n.2 “Da Orino al Forte di Orino, n.11 e 12 “Da Comerio al Forte di Orino” e n. 13 “Da Gavirate al Forte di Orino”, attraverso un percorso-vita facile e alla portata di tutti, immerso nelle pinete del Campo dei Fiori. Seguendo la segnaletica, che propone esercizi ginnici durante la passeggiata, dopo un tragitto a piedi di circa un’oretta e mezza, si giunge all’ampio pianoro dove si trova il Forte. Da qui si può godere di un panorama meraviglioso che spazia dal Brinzio verso il Lago di Varese e il Lago di Comabbio, per poi passare al Lago Maggiore con lo sfondo del Monte Rosa e delle Alpi.


Frascarolo e il suo castello
In Valceresio, a Frascarolo, una frazione di Induno Olona, si trova Villa Medici, uno tra i castelli più belli della zona, purtroppo non visitabile in quanto residenza privata.
Nel suo complesso, l’edificio testimonia il diverso uso a cui fu adibito durante il corso dei secoli: prima come struttura fortificata, poi come abitazione di rappresentanza della nobile famiglia dei Medici.
Il castello nacque in epoca medioevale, inizialmente di proprietà della Badia di Ganna, sulla strada che metteva in comunicazione Varese con i centri posti a confine con la Svizzera e il Ceresio (Lago di Lugano).
Della originaria funzione di controllo e di difesa è testimone il possente torrione: un vero e proprio mastio di forma quadrata, dominante tutta la zona circostante, ingentilito da successive merlature e cornici a bugnato. Diverse ipotesi son state fatte per le altre due torri minori; gli studiosi sostengono la possibilità che poteva trattarsi di una fortificazione con un vasto recinto di difesa ed una più ridotta rocchetta come elemento principale del castello, secondo un modello simile alla Rocca di Orino (vedi poco sopra).
Per la prima volta Frascarolo viene citato nel 1160 quando l’arcivescovo milanese Uberto da Pirovano, dopo aver vinto i Comaschi, si impadronì di Varese, Induno e Arcisate.
Alla fine del Quattrocento il castello appartenne agli Sforza: nel 1511 subì un incendio da parte delle truppe svizzere che passavano in questa zona attraverso l’abituale percorso militare.
Nel 1543 venne acquistato da Giovan Battista Medici, Marchese di Marignano, il quale lo trasformò in raffinata dimora, dove furono celebrate le nozze del fratello Gian Giacomo, detto il “Medeghino”, valoroso condottiero al servizio dell’imperatore Carlo V.
Dentro le mura dell’impianto, che servono da pareti, la parte abitativa cinquecentesca è articolata intorno a due cortili porticati dalle forme bramantesche e abbelliti da affreschi ornamentali e mitologici della bottega dei Campi (1545). Un giardino all’italiana a terrazze allieta l’insieme; gli ambienti interni sono stati riccamente decorati e arredati.
Proprietaria dell’edificio è tuttora la famiglia Medici.

La Torre di pezza

Tra Induno Olona e Arcisate rimane parte di una torre medioevale in pietre disposte a file regolari e dalla pianta rettangolare. Risalente al 1100, periodo delle lotte tra Milano e l’Impero che interessarono questa zona del Seprio, è molto probabile che essa fosse collegata a Frascarolo e agli altri apprestamenti difensivi della Valceresio (come ad esempio, la torre di Pogliana a Bisuschio e il castello di Cuasso al Monte).

11/24/2006

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