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Belforte, Orino, Frascarolo A conclusione del viaggio di Varesefocus alla scoperta dei castelli, delle rocche e delle fortificazioni nella provincia varesina, in questo numero vengono presentati altri edifici significativi in quanto tesori di storia e di bellezza. Belforte, il fortilizio amato dal Barbarossa
La Rocca di Orino Ai piedi del Campo dei Fiori, su un promontorio che sovrasta la Valcuvia, si trova la Rocca di Orino. Orino è soprattutto nota ai varesini per essere la meta di piacevoli passeggiate nel verde dei boschi attraverso diversi sentieri percorribili a piedi o in bicicletta (vedi box). La rocca è poco distante dal centro abitato e si presenta al visitatore in condizioni abbastanza buone: un quadrilatero costituto da muraglioni possenti, intervallato da torrette e difeso da due torri. Una a nord-est e una a nord-ovest, la cosiddetta Rocchetta, definita nel catasto teresiano “rocca dirupata”. All’interno, nel grande prato, rimane la cisterna per la raccolta dell’acqua. Le origini della struttura sono molto antiche, come testimonia il nome locale “Castel d’Arian”: molto probabilmente, già all’epoca dei Longobardi, nel periodo altomedioevale, la Rocca era un luogo di difesa e protezione, in questo caso degli ariani, durante gli scontri religiosi con i cattolici. Allo stesso periodo risale la torre di Mesenzana chiamata “Torre degli ariani”; è possibile che fosse in comunicazione con la Rocca e che ne abbia seguito da vicino le sorti, data anche la somiglianza del nome. Faceva parte di una fortificazione “a ricetto” molto simile ad Orino: la torre presenta infatti al suo interno un ambiente per la raccolta e la conservazione di prodotti agricoli. Per quanto riguarda la storia della Rocca non si hanno molte notizie. Nel 1400, durante il dominio visconteo, tutta la Valcuvia venne affidata a Pietro Cotta, consigliere di Francesco Sforza. Nei primi anni del Cinquecento, in questa zona ci furono da parte delle milizie svizzere devastanti incursioni terminate con la battaglia di Marignano del 1515: la Rocca purtroppo non ne uscì illesa. Nel 1728 venne venduta dai Cotta alla famiglia Borromeo, per poi passare ad altri proprietari nel corso dell’Ottocento, fino al 1912, quando il notaio Massimo Sangalli la acquistò e la restaurò. Di proprietà privata, la Rocca viene oggi aperta al pubblico in occasione di manifestazioni locali.
Frascarolo e il suo castello In Valceresio, a Frascarolo, una frazione di Induno Olona, si trova Villa Medici, uno tra i castelli più belli della zona, purtroppo non visitabile in quanto residenza privata. Nel suo complesso, l’edificio testimonia il diverso uso a cui fu adibito durante il corso dei secoli: prima come struttura fortificata, poi come abitazione di rappresentanza della nobile famiglia dei Medici. Il castello nacque in epoca medioevale, inizialmente di proprietà della Badia di Ganna, sulla strada che metteva in comunicazione Varese con i centri posti a confine con la Svizzera e il Ceresio (Lago di Lugano). Della originaria funzione di controllo e di difesa è testimone il possente torrione: un vero e proprio mastio di forma quadrata, dominante tutta la zona circostante, ingentilito da successive merlature e cornici a bugnato. Diverse ipotesi son state fatte per le altre due torri minori; gli studiosi sostengono la possibilità che poteva trattarsi di una fortificazione con un vasto recinto di difesa ed una più ridotta rocchetta come elemento principale del castello, secondo un modello simile alla Rocca di Orino (vedi poco sopra). Per la prima volta Frascarolo viene citato nel 1160 quando l’arcivescovo milanese Uberto da Pirovano, dopo aver vinto i Comaschi, si impadronì di Varese, Induno e Arcisate. Alla fine del Quattrocento il castello appartenne agli Sforza: nel 1511 subì un incendio da parte delle truppe svizzere che passavano in questa zona attraverso l’abituale percorso militare. Nel 1543 venne acquistato da Giovan Battista Medici, Marchese di Marignano, il quale lo trasformò in raffinata dimora, dove furono celebrate le nozze del fratello Gian Giacomo, detto il “Medeghino”, valoroso condottiero al servizio dell’imperatore Carlo V. Dentro le mura dell’impianto, che servono da pareti, la parte abitativa cinquecentesca è articolata intorno a due cortili porticati dalle forme bramantesche e abbelliti da affreschi ornamentali e mitologici della bottega dei Campi (1545). Un giardino all’italiana a terrazze allieta l’insieme; gli ambienti interni sono stati riccamente decorati e arredati. Proprietaria dell’edificio è tuttora la famiglia Medici.
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